DDL Salva Mare: le nuove regole per un mare sempre più libero dalla plastica

DDL Salva Mare: le nuove regole per un mare sempre più libero dalla plastica
Ultima modifica 16.05.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Pulizia dei Mari: come cambiano le regole
  3. Mare plastic free
  4. Isole ecologiche nei porti
  5. Riconoscimento ambientale

Introduzione

Il Senato l'11 maggio 2022 ha approvato in via definitiva la 'Legge Salvamare', un documento che mira alla salvaguardia delle acque italiane, sempre più invase da plastica e rifuti. Il testo contiene diverse misure per la tutela delle acque (non solo quelle dei mari, ma anche di fiumi, laghi e lagune), a contrasto delle varie forme di inquinamento delle acque causato dalla plastica. Ai pescatori, sino ad ora anche puniti con sanzioni per il recupero dei rifiuti, andrà invece un riconoscimento ambientale per il loro prezioso ruolo di spazzini del mari.

Il via libera alle "Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare" arriva dopo quattro anni di discussione in materia. Si tratta di uno step particolarmente rilevante all'interno dell'ordinamento italiano in quanto la tutela dell'ambiente fa parte dei valori sanciti della Costituzione. Si tratta di un provvedimento che si inserisce nella Strategia europea per la plastica nell'economia circolare, in linea con gli obiettivi previsti dall'Agenda 2030.

Pulizia dei Mari: come cambiano le regole

Le regole principali contenute del Decreto Salvamare riguardano la semplificazione delle operazioni di pulizia dei mari. I pescatori potranno recuperare plastica e rifiuti riportandoli a riva senza incorrere in alcun rischio legale e senza doversi occupare dei costi di smaltimento di quanto recuperato durante le uscite di pesca. Questa falla legislativa aveva portato sino ad ora ad una situazione aggrovigliata: chi raccoglieva rifiuti rischiava addirittura una denuncia e una sanzione pecuniaria. Molti pescatori, infatti, preferivano rigettare i rifiuti in mare piuttosto che subire una multa. Il disegno di legge ha inteso porre rimedio proprio a questo problema legislativo. Ai pescatori che recuperavano grandi quantità di rifiuti di plastica con le reti, il cosiddetto "marine litter", non era consentito riportarli in porto per gettarli nei cassonetti. Il semplice trasporto di questa spazzatura era considerato reato, traducibile con il grave reato di traffico illecito di rifiuti. I pescatori quindi, per evitare una denuncia, finivano per riversare in mare ciò che avevano raccolto, lasciando le acque piene con la sporcizia che avevano appena rimosso. 

Da oggi i rifiuti pescati accidentalmente saranno equiparati ai rifiuti urbani, come previsto anche dalla Direttiva 2019/883 dell'Unione Europea. Pescatori e associazioni ambientaliste potranno proporre e realizzare progetti di tutela delle acque, come ad esempio 'battute' di raccolta rifiuti. Le norme contenute nel Ddl Salvamare, non solo promuovono azioni per salvaguardare le acque e le riserve marine protette, ma anche le specie animali che le popolano come: tartarughe, uccelli marini, balene e delfini che finiscono per nutrirsi di plastica, scambiata per cibo, e muoiono per indigestione o soffocamento.

Educazione ambientale nelle scuole

Tra le altre misure previste nel Ddl Salvamare c'è quella divulgativa di promozione nelle scuole di ogni ordine e grado di attività finalizzate a mettere in evidenza l'importanza della conservazione dell'ambiente e, soprattutto, del mare e delle acque interne, nonché sul corretto conferimento dei rifiuti. Nelle scuole verranno promosse le corrette pratiche di conferimento dei rifiuti e sul recupero e riuso dei beni e dei prodotti a fine ciclo. Focus principali sulla riduzione dell'utilizzo della plastica, e sui sistemi di riutilizzo disponibili.

Mare plastic free

L'obiettivo principale della nuova legge è quello di ridurre sensibilmente la presenza di plastica nei mari. In dieci anni i soli pescatori potrebbero raccogliere e portare a riva circa 30mila tonnellate di rifiuti, durante le loro attività di pesca. Come è noto, inoltre, non solo la plastica finisce per essere ingerita dai pesci, ma arriva sino alla tavola. Le plastiche si disciolgono in acqua, finendo per contarminare l'ecosistema marino, cosa che si traduce con reazioni allergiche a livello dermatologico.  

L'UE ha messo al bando anche i glitter.

Isole ecologiche nei porti

La Legge Salvamare, approvata con 198 sì, 17 astenuti e nessun no, mette nero su bianco, e in via definitiva, che il recupero di plastica e rifiuti in acqua - mare, laghi, fiumi- può essere conferito in porto. Qui le autorità portuali sono tenute ad organizzare isole ecologiche per lo smistamento e il successivo smaltimento dei rifiuti che saranno avviati al riciclo. L'operazione è gratuita per il pescatore che la effettua. I costi di gestione sono coperti da una minima aggiunta alla tariffa nazionale sui rifiuti a livello nazionale.

Riconoscimento ambientale

Il Ddl Salvamare prevede anche un premio ambientale. Incentivando la racolta dei rifiuti e la pulizia delle acque, e quindi diffondendp modelli comportamentali virtuosi per la salvaguardia dell'ecosistema marino, i pescatori dovranno ridurre l'impatto ambientale derivante dalle loro attività: materiali sostenibili utilizzati per la pesca, partecipazione a campagne di pulizia e conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati. A loro -ma anche alle associazioni che promuovono progetti legati alla pulizia delle acque-verrà riconosciuto un premio attestante l'impegno per il rispetto dell'ambiente e la sostenibilità dell'attività di pesca da essi svolta. Un attestato che potrà essere conferito, anche a livello comunale, ai possessori di imbarcazioni impegnati in queste campagne di pulizia.