Cosa vogliamo dopo il Covid? Cambiano priorità e abitudini

Cosa vogliamo dopo il Covid? Cambiano priorità e abitudini
Ultima modifica 03.12.2020
INDICE
  1. Covid19: cambiano le priorità
  2. Lo studio: cosa vogliamo dopo la pandemia?
  3. Post Covid: meno inquinamento e smartworking

Covid19: cambiano le priorità

Cambiare città, ripensare agli spazi, cercare quartieri green o investire in attività fisica e in alimentazione sana. L'esperienza del lockdown e, più ampiamente, l'impatto del Covid sulla vita degli italiani e in molti paesi europei, cambierà di misura le priorità per il futuro. Stefano Recalcati, Associate Director di Arup Italia, elenca quali potranno essere i cambiamenti degli spazi urbani, nell'aspetto e nella funzionalità, proprio in risposta alle esigenze per i mesi a venire. Introdurre negli edifici di nuova costruzione, diversi spazi ad uso collettivo, che diventino una vera e propria estensione della casa. Luoghi in cui incentivare il coworking, ma anche attività di svago e sport; promuovere nuovi sviluppi urbani di quartiere, che aiutino a creare un maggior senso di identità attraverso eventi, servizi, e spazi comuni

Lo studio: cosa vogliamo dopo la pandemia?

Lo stato d'animo delle persone che hanno vissuto il lockdown nelle grandi città europee ha mutato le prospettive e la percezione della quotidianità. A cambiare, nell'immaginario collettivo, sono spazi e abitudini. Uno studio contdotto da Arup's City Living Barometer, ha fotografato le esigenze di 5mila residenti a Milano, Berlino, Londra, Parigi e Madrid, per valutare la vivibilità delle città, considerando l'indicatore della qualità della vita, quando le strutture essenziali si trovano a 15 minuti a piedi o in bicicletta da casa.

Quanti hanno pensato di cambiare città? Il 59% degli intervistati a Londra, il 39% a Milano, il 37% a Madrid e il 30% a Berlino. Nella Ecco chi invece ha viaggiato, e si è spostato dalle proprie città durante la pandemia: il 41% si è mosso temporanamente da Londra, a Milano e a Madrid il 12%, a Berlino il 13% e a Parigi il 20.

La ricerca ha evidenziato anche quanto sia stata preziosa -e lo sarà maggiormente in futuro -la vicinanza ad un parco o un'area verde, e ai servizi essenziali. A Londra servono in media 23,5 minuti per raggiungere luoghi primari come sono le scuole e almeno 20 per raggiungere un parco; a Milano ci vogliono soltano 13 minuti per i servizi e 9,3 per gardinetti o polmoni verdi nel contesto urbano.  

Priorità per le nuove città dopo il Covid

  • pedonalizzazione,
  • forestazione,
  • spazi pubblici per il gioco,
  • mix di funzioni, 
  • uso della tecnologia per costruire dei modelli digitali
  • città a misura di bambino

Dopo il Covid, si immaginano città più permeabili, con la pedonalizzazione delle strade commerciali, che contribuisce a ridurre l'inquinamento atmosferico; la realizzazione di polmoni verdi inseriti nel contesto urbano incrementando la piantumazione di alberi, e di spazi aperti pubblici polivalenti, che incentivino la socialità e i legami tra le persone. 

Urbanistica tattica: gli spazi urbani saranno più multifunzionali

I 5 mila intervistati dallo studio condotto dal tema multidisciplinare di Arup, hanno dimotrato come una delle prorità relativa agli spazi possa essere la caratteristica polifunzionale dei luoghi. Spazi temporanei e usi multipli, "meanwhile use", come edifici in cui si concentrano nel medesimo spazio caffè pop-up, negozi e servizi intercambiabili. A Milano sul tema del temporaneo ci sono già diverse esperienze anche legate a quella che viene definita "urbanistica tattica" ma il tema dei piani terra (con i tanti negozi oggi svuotati e tornati in affitto), rimarrà da ridisegnare per il post-pandemia.

Post Covid: meno inquinamento e smartworking

Le ricadute positive del lockdown sul benessere personale e ambientale sono state prese in considerazione come valore per definire le priorità future. A livello globale, tutti gli intervistati nelle diverse città europee hanno riconosciuto dei miglioramenti durante la pandemia nella riduzione del traffico (37%) e nella riduzione dell'inquinamento atmosferico (30%).

Anche nei consumi, soprattutto in Italia, secondo Rapporto sull'Economia del benessere 2020 di Philips, si va cavalcando l'onda green, frutto di una sensibilità maturata durante i mesi di chiusura. La propensione per gli acquisti sostenbili, di marche e prodotti attenti all'ambiente, è evidente nel carrello, sia online che fisico: 3,5 prodotti su 10 che mettiamo nei nostri carrelli sono "sostenibili", mentre quasi 4 italiani su 10 dimostrano una buona propensione a spendere di più pur di poter consumare prodotti green. La medesima attenzione per l'ambiente si riflette anche nella scelta dei piccoli elettrodomestici: il 40% degli italiani è disposto a spendere di più per un prodotto eco-friendly.

A cambiare notevolmente sono state le modalità di svolgere il proprio lavoro, con una netta predominanza dello smartworking e della digitalizzazione di tutte le attività (anche in questo settore aumenteranno le spese per ogni famiglia). I londinesi si sono rivelati i più propensi a lavorare da casa (80%), rispetto a Milano (50%), Madrid (49%), Parigi (46%) Berlino (40%) e sono molto ottimisti sulla possibilità di continuare con lo smartwoking in futuro (con una giornata e mezza, o due alla settimana). Rilevanti anche le priorità sull'assistenza per diverse patologie e l'allungamento delle liste d'attesa per l'accesso alle cure.