Reflusso gastroesofageo nel gatto: cause, sintomi e rimedi

Introduzione : Reflusso gastroesofageo nel gatto
La malattia da reflusso gastroesofageo è una delle condizioni molto frequenti in medicina umana ed ha assunto negli ultimi anni maggior importanza anche in medicina veterinaria. Gli ultimi studi dimostrano infatti una condizione simile nel cane e nel gatto classificandola anche in questo caso con l'acronimo GERD (Gastro Esophageal Reflux Disease) e ricercando cause e trattamenti in grado di facilitare una miglior alimentazione dell'animale.
Sintomi
Il principale sintomo che viene visto dal proprietario di un gatto con GERD è il rigurgito. Tale manifestazione è causata da un movimento anterogrado di succhi gastrici e/o ingesta dallo stomaco verso l'esofago per mancanza di tono dello sfintere che divide i due comparti del sistema digerente. In questo modo il gatto in condizioni di riposo e vicino all'ingestione del pasto emetterà il cibo ancora indigerito insieme alle secrezioni gastriche.
Nel diagnosticare la patologia da reflusso nel gatto risulta molto importante raccogliere accurate informazioni dal proprietario, così da poter distinguere subito il sintomo del rigurgito dal vomito. Il vomito infatti è una delle condizioni molto frequenti nel gatto e avviene con una attivazione della muscolatura dello stomaco e dell'addome per permettere al contenuto gastrico di essere emesso all'esterno, parzialmente o totalmente digerito. Oltre al rigurgito la GERD si può manifestare attraverso segni clinici specifici della causa scatenante oppure aspecifici come dolore durante la deglutizione e riduzione del peso dell'animale nonostante il mantenimento dell'appetito.
Molti medici veterinari chiedono quindi in questo caso di registrare video dei sintomi del proprio gatto per avere una valutazione precisa della manifestazione.
Cause del regurgito nel gatto
Per andare alla ricerca della causa della patologia del reflusso gastroesofageo nel gatto si rende necessario andare a prendere in considerazione le principali cause che provocano il sintomo della patologia, cioè il rigurgito. Possiamo quindi indicare:
- presenza di corpi estranei nell'esofago, che stimolano la muscolatura dell'organo alla loro emissione. Tipici corpi estranei sono aghi o ami da pesca.
- esofagite, infiammazione dell'esofago che può essere causata da reflusso di succhi gastrici in corso di anestesia o per azione di farmaci somministrati.
- stenosi esofagea acquisita, conseguenza di esofagite cronica che provoca un restringimento dell'organo per rimaneggiamento della sua stratigrafia in seguito a cicatrizzazione
- compressione esterna data dalla presenza di anomalie congenite vascolari che restringono il movimento dell'esofago oppure neoformazioni localizzate a livello del mediastino.
- neoformazione esofagea, di derivazione infiammatoria, in forma di ascesso e granuloma, oppure tumorale, come linfoma e carcinoma.
- alterazioni della motilità esofagea, per riduzione della funzionalità neurmuscolare dell'organo. Le patologie che possono essere alla base di questa alterazione possono essere di natura neurologica, organica in seguito ad intossicazioni o idiopatica (senza cioè una causa individuabile). Per questo gruppo di patologie in alcuni casi esiste una predisposizione di razza.
Indagini diagnostiche
Per diagnosticare la patologia da reflusso nel gatto il veterinario dovrà eseguire alcune indagini volte ad escludere man mano le possibili cause di disfunzione dell'organo.
Vengono quindi eseguiti inizialmente esami completi ematochimici e delle urine per inquadrare lo stato generale dell'animale; attraverso i risultati di tali esami possono essere già presenti alcune indicazioni di infiammazione o squilibri elettrolitici. Il secondo passo sarà ricorrere a strumenti di diagnostica per immagini come una radiografia diretta del torace ed eventualmente una endoscopia. Lo studio radiografico permette al veterinario di notare se sono presenti alterazioni morfologiche evidenti per aumento della dimensione dell'esofago, che normalmente non è visibile in radiografia, la presenza di masse mediastiniche e di corpi estranei radiopachi. Si deve tenere conto che in radiografia alcuni corpi estranei non possono essere visibili perché formati da materiale radiotrasparente. La metodica dell'endoscopia, invece, viene proposta nel caso di necessità di esclusione di danni esofagei non visibili in radiografia, come stenosi ed esofagiti con erosione della mucosa esofagea. Viene utilizzata inoltre per andare a prelevare un campione bioptico in caso di neoformazioni esofagee.
In ultimo, se le indagini precedenti non hanno portato a risultato ed il sospetto è di una causa di natura neurologica, il paziente dovrà effettuare una visita specialistica neurologica che possa individuare una causa nel sistema nervoso centrale o nelle patologie neuromuscolari periferiche.
Trattamento del reflusso nel gatto
La terapia del reflusso gastroesofageo nel gatto può andare a combattere una causa specifica scatenante evidenziata durante l'iter diagnostico oppure può essere indicata per una risposta alla sintomatologia manifestata. Si può infatti comprendere come l'eliminazione della causa scatenante, come un corpo estraneo, o l'azione per ripristinare un adeguato lume esofageo, come nella stenosi, siano l'opzione migliore di terapia.
In molti casi però la gestione dell'animale richiede una terapia farmacologica rivolta ad aiutare il mantenimento dell'integrità della mucosa esofagea che riceve costantemente insulti da parte dell'acidità presente nello stomaco. Per questo motivo possono essere utilizzati due tipi di farmaci:
- - gli inibitori della secrezione gastrica, come omeprazolo, cimetidina e ranitidina, che agiscono sui recettori della mucosa gastrica. Vengono infatti somministrati all'animale prima che assuma il pasto.
- - il sucralfato, che agisce come protettore delle cellule della mucosa esofagea e favorisce la loro guarigione.
In corso di patologia cronica inoltre possono essere utilizzate diete specifiche digeribili e di supporto del tratto gastroenterico, somministrate all'animale in piccole quantità e più frequentemente nell'arco della giornata. Per pazienti affetti, per esempio, da patologie neuromuscolari si dovrà trovare una giusta consistenza del pasto ed aiutare l'assunzione del cibo con una postura più eretta possibile, con testa mantenuta più in alto rispetto al corpo. Per questo motivo esistono in commercio ciotole inclinate per agevolare a prensione del cibo da parte dell'animale, che devono però essere posizionate su un supporto per alzarle dal pavimento e far mantenere la posizione corretta all'animale.