Separarsi dal cane: è davvero così doloroso?
Quante ore al giorno trascorriamo lontano da casa e spesso, di conseguenza, dai nostri amatissimi amici a quattro zampe? Si tratta però di una separazione in qualche modo normale, se vogliamo che i nostri animali abbiano di che sfamarsi. La vera domanda però è: quanto dolore provoca separarsi dal cane, specie se si tratta di una separazione forzata, in concomitanza di situazioni d'emergenza, totalmente impreviste o fuori dal nostro controllo, dal nostro animale domestico?
A darci la risposta non è solo la nostra coscienza o il terrore che quest'idea ci induce al solo pensiero, ma la scienza. Prima di continuare, però, ricordatevi di seguirci su Whatsapp per non perdere alcun aggiornamento su salute, animali e benessere.
Uno studio sulla separazione dal cane
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Anthrozoos e condotto dagli scienziati della James Cook University durato quasi 27 anni, si sono esaminati i rischi e i possibili impatti legati (trigger warning: allarme temi sensibili) dalla perdita di un animale domestico in una situazione di estrema emergenza.
L'esperimento, guidato da Janice Lloyd, Jasmine Montgomery e Zhanming Liang, ha preso in considerazione 42 ricerche precedenti che studiavano il legame capace di crearsi tra l'uomo e il suo animale. L'obiettivo era tentare di spiegare, o in qualche modo misurare, le conseguenze della necessità di separarsi da un animale (cane, gatto o altro) in situazioni di emergenza.
Cosa si intende con situazioni di emergenza? Gli autori spiegano che l'esame, per esempio, ha preso in considerazione vittime di abusi domestici, le quali si sono sentite distrutte all'idea di lasciare il proprio animale e hanno messo a rischio la loro stessa vita pur di non separarsene.
Si parla insomma di situazioni critiche molto particolari (purtroppo non infrequenti) in cui dobbiamo lasciare indietro il nostro animale, separandoci da esso. E nelle quali molte persone scelgono di rimanere per non allontanarsi dal loro pet.
I risultati della ricerca
Lo studio straniero, in pratica, rileva che molte persone preferiscono rimanere in situazioni difficili o abusanti per non abbandonare il loro amico a quattro zampe. Questo dato denuncia in maniera significativa e importante l'assenza di supporto da questo punto di vista in caso di situazioni familiari turbolente. La mancanza di strutture adeguate o luoghi preposti per animali, oltre che la mancanza di fiducia nei sistemi di supporto tradizionali.
Jasmine Montgomery dichiara infatti che, "nei casi in cui la minaccia colpisce anche gli animali domestici, le vittime di abuso tendono a restare più frequentemente in balia dei loro carnefici, mettendosi ancora più a rischio". È una dinamica molto problematica e, al tempo stesso, un meccanismo di difesa umano che sviluppiamo nei confronti di creature che abbiamo accolto a braccia aperte nella nostra famiglia, pur non appartenendo alla nostra stessa specie.
In assenza di appropriate strutture per l'allontanamento per sé e per l'animale, dunque, molte persone scelgono di restare in situazioni potenzialmente pericolose per la loro salute fisica e mentale. E non è tutto.
Lo studio ha inoltre evidenziato come i proprietari, in caso di calamità naturali, possano assumere comportamenti molto, molto pericolosi per salvaguardare il proprio animale domestico.
Quanto ci fa male separarci dal nostro animale?
La risposta breve è: tanto. Tantissimo.
Circa il 33% delle persone che vivono su questo pianeta hanno un animale domestico. Il cane è il preferito da tutti, con circa 471 milioni di esemplari attualmente adottati, mentre i gatti sono circa 370 milioni (dati del 2023). La maggior parte delle famiglie con un animale domestico ha anche dei bambini, e la ragione principale per cui si adotta un pet è la compagnia che essi sanno regalare senza chiedere quasi nulla in cambio.
L'attaccamento emotivo ed emozionale che si sviluppa nei confronti di questi animali può risultare fonte di grande vulnerabilità per persone e animali, specialmente quando il legame è minacciato – anche da fattori esterni.
Allo scopo dello studio, con minaccia si fa riferimento alla concetto umano per cui il legame può essere compromesso e danneggiato da situazioni imprevedibili, e per cui c'è poco da fare o non esistono sistemi di supporto adeguati. La violenza domestica è un ottimo esempio, ma anche il rischio di rimanere senza fissa dimora, i disastri naturali o altre crisi che vanno a complicare, se non spezzare, il legame tra uomo e animale – minacciando di separarli. In momenti di crisi, gli animali pagano lo scotto tanto quanto le vittime e spesso sono proprio queste ultime a prendersi cura di loro, perché diversamente le autorità competenti non potrebbero fare nient'altro.
Le possibili soluzioni
Esiste, dunque, un modo per mitigare i rischi associati alla possibile separazione tra uomo e animale? Lo studio è giunto ad alcune conclusioni che abbiamo deciso di condividere con voi.
Per esempio. L'analisi riporta l'implementazione di domande sugli animali domestici durante i colloqui e i questionari che vengono rivolti alle vittime di abuso nelle linee di ascolto. Lo studio consiglia inoltre l'implementazione di rifugi pensati per ospitare non solo persone in difficoltà (spesso donne e bambini), ma anche i loro amici a quattro zampe. Inoltre, lo studio caldeggia l'apertura agli amici a quattro zampe anche alle strutture che ospitano i senzatetto.