Quali colori vedono i cani?

Quali colori vedono i cani?
Ultima modifica 14.09.2023
INDICE
  1. Quali colori vedono i cani?
  2. Come vedono i cani
  3. Lo spettro dei colori dei cani
  4. Combinazioni di colori
  5. I cani vedono al buio come i gatti?
  6. Prendersi cura della vista del cane

Quali colori vedono i cani?

Quando si parla dei colori che vedono i cani, un po' come per il calcolo della loro età, le teorie in circolazione sono le più disparate. La convinzione più diffusa, senza dubbio, è quella secondo la quale i nostri amici a quattro zampe vedano il mondo in bianco e nero.

Di seguito riportiamo tutte le informazioni del caso, in maniera dettagliata, al fine di chiarire tale questione. C'è qualcosa di vero in questa credenza? In effetti sì ma, per capire realmente cosa si nasconda dietro quegli occhioni dolci, è bene essere precisi e soprattutto scientifici.

Come vedono i cani

Non è affatto vero che i cani vedono il mondo in bianco e nero. Questa è una frase inesatta, per quanto molto diffusa. Si tratta di una parziale distorsione della realtà, che affonda le radici in un'analisi decisamente parziale di quella che è l'esperienza di tale senso dei nostri amici a quattro zampe.

Il migliore amico dell'uomo vede a colori. Partendo da questo punto cruciale, possiamo evidenziare come la loro intensità dei colori percepiti sia inferiore rispetto a quella dell'uomo. Ciò si traduce in una capacità di distinzione migliore da lontano.

Un processo di vista che però è alquanto complesso nella prima fase della loro vita, durante la quale dipendono esclusivamente dalla mamma e dall'olfatto. Appena nati, infatti, i cuccioli di cane sono ciechi. È la madre a introdurli al mondo e ne rappresenta quasi la sua interezza per ben tre settimane.

Totalmente dipendenti, quindi, inizialmente, per poi impiegare circa 3 mesi per riuscire ad avere una vista regolare, percependo tutto ciò che li circonda.

Lo spettro dei colori dei cani

Per capire come vedono i cani occorre lasciarsi alle spalle il tipo d'esperienza umana, perché le differenze sono svariate ed evidenti. Alla base, infatti, c'è una differenza anatomica molto chiara. Da una parte abbiamo infatti la retina dell'uomo, caratterizzata da due cellule, bastoncelli e coni. Nel primo caso il ruolo è quello di rilevare luce e movimento. Nel secondo, invece, si mira a differenziare i vari colori e vederli ben chiari e brillanti. Scendendo nel dettaglio, si scopre come vi siano tre tipologie di coni nel nostro occhio, atte a identificare rosso, verde e blu. Nei cani, invece, ne abbiamo appena due, il che determina una visione dicromatica.

Noi abbiamo quindi la possibilità di vedere tutta la gamma di colori del panorama che ci circonda. Il nostro cane, invece, ha le potenzialità di visione ottimale unicamente del giallo e del blu. Ciò diventa molto importante nella scelta cromatica dei giochi da acquistare. Per quanto sia per loro facile destreggiarsi nell'ambiente domestico, distinguendo i propri oggetti di gioco, il discorso è differente all'aperto. Sarebbe il caso di aiutarli con una pallina gialla, se gettata in un ampio prato ricco di differenti colori e magari con l'erba un po' alta.

Combinazioni di colori

Stando a recenti studi scientifici, la vista dei cani riesce in qualche modo ad adattarsi agli ambienti in cui si trova. In parole povere i suoi occhi alternano tre colori cardine, grigio, giallo e blu, insieme con alcune combinazioni differenti, procedendo poi a elaborarne le lunghezze d'onda.

Volendo fare un raffronto con gli esseri umani, il che spesso ci aiuta a comprendere meglio le condizioni dei nostri amici a quattro zampe, potremmo paragonarli a chi è affetto da daltonismo al rosso-verde. Uno studio italiano ha sottoposto infatti un gruppo di cani al test di Ishihara, usato proprio per soggetti daltonici. È risultato chiaro come gli animali riuscissero a vedere le figure in movimento poste dinanzi a loro. Erano però incapaci di distinguerne le tonalità di verde e rosso.

Un test/gioco da poter fare a casa è quello standard della pallina da tennis. Vi siete mai chiesti perché proprio questa sia così in voga tra i cani? Ancor prima del lancio, la sola vista genera eccitazione, perché riescono a distinguerne molto bene il colore, che ai loro occhi appare quasi brillante.

I cani vedono al buio come i gatti?

La curiosità sorge spontanea, dopo tanto parlare di come vedono i cani: riescono a vedere al buio come i loro amici-nemici gatti? La risposta, molto semplicemente è... no. Entrambi gli animali hanno una visione notturna decisamente migliore rispetto all'uomo, ma i gatti contano su uno strato preciso del loro occhio che si chiama tapetum lucidum.

Il tapetum lucidum del gatto agisce come uno specchio che riflette la luce per mezzo delle cellule fotosensibili della retina, e questo processo aumenta la quantità di luce che i mici riescono a percepire e individuare. I cani sono privi di questo strato e possono vedere solo in maniera leggermente più chiara rispetto a noi bipedi.

Prendersi cura della vista del cane

Abbiamo parlato del funzionamento della vista dei cani ma, guardando il tutto dal punto di vista dell'uomo, spieghiamo in che modo comportarsi per prendersi cura dei loro occhi. In caso di problematiche, ecco cos'è possibile fare in casa come primo intervento:

  • utili delle garze monodose imbevute di soluzione oculare sterile (o soluzione fisiologica sterile), da apporre una per occhio;
  • mai usare carta igienica o cotone per queste operazioni, dal momento che potrebbero irritare l'occhio:
  • sempre meglio optare per garze, come detto, o salviette oftalmiche;
  • l'occhio va tamponato in maniera molto delicata, facendo sempre attenzione a non strofinare;
  • particolare cura merita l'angolo interno dell'occhio, dove si accumulano le secrezioni.

Naturalmente, il consiglio generale è ovviamente quello di avere un veterinario di fiducia, da contattare sempre in caso di problematiche di vario genere. Si tratta di un'area molto delicata e sensibile, per questo occorre prendersene cura al primo sintomo sospetto. In più sono svariate le problematiche e malattie che i nostri animali possono sviluppare, dalla cataratta alla secchezza oculare, fino al glaucoma.