Quali meduse si trovano in Italia?
Ci sono sempre state nei nostri mari ma, a causa dell'innalzamento delle temperature e del cambiamento climatico, sembrerebbe che alle specie di meduse nostrane si siano aggiunte circa 12 tipologie aliene, per lo più provenienti dal Canale di Suez.
Non c'è dubbio: la puntura urticante le fa ritenere tra i pericoli di un bagno estivo ma è importante agire da cittadini consapevoli ed etici, evitando di danneggiare animali che fanno parte della biodiversità marittima.
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Cosa succede alle meduse fuori dall'acqua?
- Si disidratano molto rapidamente;
- Non riescono a respirare;
- Muoiono.
Bisogna sapere che le meduse hanno un corpo composto per il 95% di acqua: quando vengono spostate dal loro habitat iniziano un processo che le porta alla morte.
In prima battuta si evidenzia una progressiva disidratazione, con tanto di perdita di struttura e allo stesso tempo non riescono a respirare ossigeno essendo abituate a gestire quello disciolto in acqua attraverso un sistema di assorbimento tramite la superficie del corpo. In breve tempo, l'esemplare muore. Secondo gli esperti, in un tempo dai 40 ai 50 minuti, la medusa si scioglie completamente.
Quando si incontra una medusa, spesso si ha la tentazione di volerla eliminare: l'idea di molti umani è quella di poter liberare il mare dai possibili pericoli ma questo va ad impattare sull'ambiente in modo notevole.
Basti pensare che proprio questi esemplari fanno parte dei pasti preferiti da parte di cetacei e tartarughe marine che se ne cibano e ne vanno ghiotti. Toglierli dal mare significa ridurre la quantità di cibo e soprattutto creare uno squilibrio. Proprio come accade per le stelle marine che fuori dall'acqua muoiono, lo stesso pericolo è previsto per le meduse.
Cosa fare con le meduse spiaggiate?
- Non lasciarle sulla sabbia;
- Spostarle in sicurezza con un retino;
- Ricollocarle in acqua.
Qualora ci si trovasse in presenza di una o più meduse spiaggiate, bagnini e privati cittadini possono agire in sicurezza per proteggersi e allo stesso tempo tutelare gli esemplari. Chiaramente bisogna agire in sicurezza, evitando di toccare tentacoli con le mani: munendosi di un retino si preleva la medusa per poi ricollocarla in mare. Le meduse possono raggiungere la riva a causa di maltempo, corrente o perché qualcuno le ha spostate.
Quando ricollocate in mare, aiutano l'ecosistema marino, equilibrando la presenza di zooplancton di cui si nutrono e facendo parte della catena alimentare per altre specie. Qualora ci si trovasse davanti ad un numero elevato di meduse, la cosa migliore da fare è lasciar intervenire gli esperti: è possibile avvertire la Capitaneria di Porto al numero 1530 segnalando la località e il problema.
Perché non si possono togliere le meduse dal mare?
- Fanno parte dell'ecosistema;
- Hanno un ruolo importante nell'ecologia marina.
Si parla sempre più spesso di come sia importante promuovere comportamenti etici fin da bambini. Oltre a tutelare le stelle marine evitando che vengano estratte, la stessa attenzione va data ad ogni altra specie tra cui le meduse.
Come spiegato, è importante non togliere le meduse dal mare perché fanno parte dell'ecosistema che deve essere equilibrato: si nutrono di plancton, aiutando ad equilibrare la loro presenza in mare e allo stesso tempo fanno parte della piramide alimentare di cetacei, tartarughe e altre specie.
Cosa dà fastidio alle meduse?
Non c'è qualcosa in particolare che dia fastidio alle meduse, ma, al contrario, sono le meduse che possono dare fastidio all'uomo nonostante non ne abbiano coscienza. Questi esemplari marini affascinanti fanno paura a causa dei tentacoli che creano una irritazione molto forte e debilitante.
Non si tratta di un vero e proprio meccanismo di difesa: la medusa non punta una vittima da attaccare, la reazione avviene a causa di uno struscio involontario; loro sono infatti trasportate dalla corrente. Dotate di cellule specializzate note come cnidociti, hanno al loro interno strutture simile a piccoli arpioni denominati nematocisti. La tossina urticante a contatto con la pelle crea un forte bruciore, prurito e talvolta irritazioni molto debilitanti a seconda della specie.
Chi nuota nel Mediterraneo deve sapere che non sono presenti specie mortali o particolarmente aggressive ma è bene prendere alcune precauzioni: non allontanarsi troppo dalla riva, ascoltare eventuali consigli forniti dai bagnini e intervenire con l'aiuto di professionisti qualora avvenisse il contatto.
Se si dovesse essere punti, il liquido urticante crea un'infiammazione profonda. Tra le azioni di tutela c'è quella di uscire immediatamente dall'acqua e chiedere supporto al bagnino che saprà come fare. In linea di massima si dovrebbero applicare gel astringenti solitamente a base di cloruro di alluminio o acqua di mare.
Evitare l'esposizione al sole e di cedere al prurito sono altri step importanti. I soggetti allergici possono andare incontro a shock anafilattico: in quel caso è fondamentale recarsi al pronto soccorso. Evitate invece rimedi fai da te come l'urina che sono stati dimostrati non funzionare e peggiorare persino la situazione in alcuni casi.
Come capire se una medusa è morta?
- Ha perso la sua struttura;
- Si scioglie;
- È fuori dal suo habitat.
Ci sono alcuni elementi che possono dire se la medusa è morta: se la troviamo fuori dall'acqua, e quindi è fuori dal suo habitat, è davvero probabile che succeda.
In linea di massima, quando esposta al sole, sulla sabbia o sugli scogli, si scioglie perdendo la struttura. Attenzione però alla sostanza urticante presente sui tentacoli: quella continua a restare efficace per un po' di tempo, anche dopo la loro morte.
Cosa succede se si uccide una medusa?
- Multe dai 5 ai 30 mila euro
- Reclusione dai 3 ai 18 mesi
Nonostantemolti sottovalutino l'utilità della medusa, le conseguenze per chi le uccide sono davvero gravose. Le meduse sono sempre e comunque animali e il loro maltrattamento, così come l'uccisione, sono pertanto regolati dall'articolo 544 ter del Codice penale. Le multe possono variare dai 5.000 euro fino ai 30.000 euro mentre sono previste anche reclusioni dai 3 ai 18 mesi.