- Perché il gattino piange sempre e come possiamo aiutarlo?
- Cosa vuol dire se il gatto miagola in continuazione?
- Come si fa a capire se il gattino piange?
- Cosa vuol dire se il gatto miagola in continuazione?
- Cosa fare se un gattino miagola sempre?
- Come calmare gattino che miagola?
- Come si fa a far smettere di piangere un gattino?
Perché il gattino piange sempre e come possiamo aiutarlo?
Sapere perché il gattino piange sempre non è facile: le ragioni sono molteplici. Potrebbe stare esprimendo un bisogno, dicendo che ha la necessità urgente di qualcosa o che vuole attenzione. Saper interpretare il linguaggio del corpo e distinguere i contesti è fondamentale.
Cosa vuol dire se il gatto miagola in continuazione?
- È affamato;
- Ha bisogno di calore;
- Chiede di ricevere affetto e attenzioni;
- Ricerca un conforto emotivo;
- Vuole giocare.
Con il pianto, il gattino sta esprimendo un bisogno che è primario. Non ci sono solo le esigenze fisiche, ma anche quelle psicologiche giocano un ruolo fondamentale nella crescita di un cucciolo. Questo vale soprattutto per un gattino senza mamma, che ha perso un punto di riferimento importantissimo nelle prime settimane di vita.
Come si fa a capire se il gattino piange?
Un gatto che piange miagola. Il miagolio, inoltre, è una forma di comunicazione destinata agli umani. Mentre con gli altri animali il felino emette altri suoni, con l'uomo stabilisce questa forma di contatto. Lo fa per esprimere una mancanza, un vuoto da riempire.
La scienza ha dimostrato come il pianto duri di più di una comunicazione priva di sofferenza. Il gatto stressato, arrabbiato o che sta male, poi, emette suoni più gravi. Mentre un esemplare felice lo si riconosce da emissioni meno gutturali, più acute. Per aiutarlo è importante individuare la causa del bisogno.
Cosa vuol dire se il gatto miagola in continuazione?
- Ha timore;
- Prova noia;
- Ha un fastidio;
- È malato.
Per capire perché il gattino piange sempre, la prima cosa da fare è essere sicuri che stia bene, che abbia mangiato, se ancora non è stato svezzato; o che abbia le ciotole dell'acqua e della pappa piene. Inoltre, quando si adotta un animale domestico bisogna considerare che ha bisogno di ricevere la giusta considerazione emotiva.
Se tutto questo è stato verificato e non ci sono mancanze, ma nonostante tutto il miagolio resta molto insistente, c'è qualcos'altro che non va che deve essere individuato, soprattutto se si notano dei comportamenti fuori dalla norma. In questo caso è opportuno sentire il parere del veterinario o di un etologo esperto in comportamento felino.
Cosa fare se un gattino miagola sempre?
Dipende dall'età e, quindi, dalla fase che sta attraversando, dai bisogni primari di cui necessita. Un gattino appena nato che piange sempre, fino alle prime otto settimane di vita, ha delle necessità di sopravvivenza alle quali non può provvedere in autonomia e cerca la sua mamma. È lei che, se non ci sono impedimenti, lo accudisce dal punto di vista pratico ed emotivo.
Lo svezzamento, infatti, comincia intorno alle quattro settimane e dura circa un mese. Durante questo processo, il cucciolo potrebbe lamentarsi perché è affamato e la sua mamma si è allontanata. Se questa condizione è momentanea, non c'è nulla da fare: soltanto aspettare che mamma gatto torni; se persiste è necessario intervenire con una balia: un'altra gatta o un umano esperto in allattamento artificiale.
L'accudimento di un cucciolo di gatto, infatti, non può essere improvvisato. Se va alimentato con il biberon o la siringa, va tenuto conto che non digerisce il latte vaccino. Meglio quello artificiale, pensato appositamente per le sue esigenze nutrizionali, oppure, se non si può reperire, quello di capra. Inoltre va stimolato perché faccia la cacca e la pipì, e ha un bisogno di calore e di vicinanza fisica molto elevato.
Come calmare gattino che miagola?
- Prestargli cure e attenzioni, talvolta in sostituzione della madre;
- Fornigli un'alimentazione corretta per la sua età;
- Escludere eventuali problemi di ingestione o digestione col veterinario;
- Fornirgli giocattoli per aiutarlo con la crescita dei denti;
- Cambiargli la sabbietta nella lettiera, se sporca.
Un gattino, a tre settimane circa, mette i primi dentini. Potrebbe miagolare, dunque, perché sente dolore e fastidio. In questo caso non c'è altro da fare che coccolarlo e fargli sentire una vicinanza fisica che lo consola dal punto di vista emotivo. Questo momento passerà. Se invece si notano gonfiore e rossore gengivali è opportuno sentire il parere del veterinario.
Fondamentale, per non peggiorare la situazione, è non sbagliare alimentazione. Il cucciolo già svezzato deve mangiare dei croccantini e del cibo umido adatti per la sua età: abbastanza morbidi da poter essere ingeriti senza dare fastidio alle gengive.
Se lo si sorprende a masticare qualcosa nel tentativo di alleviare il dolore, è bene fornirgli degli accessori idonei allo scopo, dei giochi sicuri o un panno umido e freddo. In questo modo, oltretutto, il cucciolo si abituerà a farsi toccare le gengive e sarà più facile abituarlo al lavaggio quotidiano dei denti.
Per far calmare un gattino che miagola, poi, potrebbe essere sufficiente dargli da mangiare, stabilire degli orari e una routine in maniera tale che impari ad attendere il momento della pappa senza rimanere deluso.
Oppure potrebbe avere bisogno che la sua lettiera venga pulita. I gatti sono animali estremamente puliti, che pensano in autonomia alla propria igiene e il bagno sporco per loro è motivo di forte disagio.
Come si fa a far smettere di piangere un gattino?
Se tutto questo non ha fatto smettere di piangere il gattino, potrebbero esserci problemi più seri e legati a un malessere fisico che ha bisogno dell'intervento del veterinario. Se si notano sintomi come diarrea, vomito, sonnolenza e letargia, inappetenza o la tendenza a leccarsi in maniera eccessiva è bene contattare lo specialista e fissare una visita di controllo urgente.
Sarà lui, con un'indagine accurata, accompagnata da una anamnesi fatta dal proprietario, a capire se il cucciolo sta male e di che cosa si tratta. In base alla diagnosi, prescriverà il ricovero o la terapia farmacologica più indicata per la risoluzione del problema.
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