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Gatto tartarugato o a guscio di tartaruga: caratteristiche e curiosità

Gatto tartarugato o a guscio di tartaruga: caratteristiche e curiosità
Ultima modifica 27.09.2023
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INDICE
  1. Che cos'è un gatto tartarugato?
  2. Il tartarugato è una razza di gatto?
  3. Perché i gatti tartarugati sono sempre femmine?
  4. Gatto tartarugato maschio: è possibile?
  5. Gatto tartarugato e gatto calico: quali differenze?
  6. Curiosità sul gatto tartarugato

Che cos'è un gatto tartarugato?

Il gatto tartarugato - anche noto come gatto squamino o a guscio di tartaruga (dall'inglese tartoiseshell cat) - è un felino domestico il cui manto presenta una tipica screziatura caratterizzata da colori come arancione, nero, cioccolato, crema e bianco. In alcuni casi, sono presenti delle tigrature nelle chiazze di colore, oppure delle punteggiature.

Spesso confuso con il gatto calico, il gatto tartarugato viene così chiamato in quanto la combinazioni di colori e la loro disposizione sul manto ricordano in un certo qual modo il guscio di una tartaruga.

Gatto tartarugato Shutterstock

Il tartarugato è una razza di gatto?

La risposta a questa domanda è "no". Il gatto tartarugato non rappresenta una razza di gatto, difatti, il termine fa riferimento semplicemente alla caratteristica colorazione del manto.

Pertanto, gatti appartenenti a razze diverse possono essere definiti gatti tartarugati. Fra queste, ne ricordiamo alcune:

  • Gatto europeo;
  • Birmano;
  • Soriano;
  • Ragdoll;
  • British Shorthair;
  • Cornish Rex;
  • Ragamuffin;
  • American Shorthair;
  • Persiano;
  • Maine Coon.

Perché i gatti tartarugati sono sempre femmine?

Fatta eccezione per qualche rarissimo caso, tutti i gatti tartarugati sono femmine. Il motivo di ciò è da ricercare nella genetica e, più precisamente, nei cromosomi contenenti i geni codificanti per i colori arancione e nero che, nel manto del gatto a guscio di tartaruga, si vanno a sfumare e mescolare determinandone il caratteristico aspetto.

Più nel dettaglio, ad essere implicato nella manifestazione di queste colorazioni è il cromosoma X.

Quest'ultimo è uno dei cromosomi sessuali che determinano il sesso dell'animale. Difatti, così come avviene negli esseri umani, anche nei gatti i cromosomi X e Y determinano il sesso: una coppia di cromosomi X (XX) determinerà il sesso femminile, mentre una coppia di cromosomi X e Y (XY) determinerà il sesso maschile.

Fra i vari geni presenti nel cromosoma X vi sono quelli che codificano per la colorazione del pelo arancione e nero. Più precisamente, il colore arancio e quello nero sono dati da alleli dello stesso gene. In termini semplificati, un allele si può definire come una diversa variante di uno stesso gene.

Il gatto femmina potrà quindi acquisire dai genitori un cromosoma X contenente l'allele per il colore arancio e un cromosoma X contenente l'allele per il colore nero.

A questo punto entra in gioco l'inattivazione del cromosoma X. Senza addentrarci nel dettaglio di questi complessi meccanismi genetici, si può affermare che l'inattivazione consiste nello "spegnere" uno di questi cromosomi al fine di evitare che, nei gatti femmina, vi sia una quantità doppia di geni espressi dal cromosoma X rispetto ai maschi che, invece, ne possiedono soltanto uno. In latri termini, uno dei due cromosomi X viene "silenziato" al fine di evitare una sovraespressione genica.

Nei futuri gatti di sesso femminile che hanno acquisito cromosomi X codificanti sia per l'arancio che per il nero, durante le prime fasi dello sviluppo embrionale, ciascuna cellula inattiverà uno dei due cromosomi X in maniera del tutto casuale. In seguito, lo sviluppo embrionale continuerà e le nuove cellule manterranno la "memoria" delle precedenti, silenziando il medesimo cromosoma.

Questa inattivazione casuale farà sì che, alla fine dello sviluppo, il gatto presenti aree in cui verrà espresso il colore nero e aree in cui verrà espresso il colore arancio.

Ma non è finita qui. Difatti, nella generazione del colore del manto di un gatto tartarugato entrano in gioco anche altri geni che possono determinare una "diluizione" della colorazione nera o arancio, dando come risultato un manto con colori come il crema, il blu, il fulvo o il lilla miscelati fra loro. Questo è il motivo per cui un gatto tartarugato non necessariamente presenta una colorazione solo arancione e nera, ma può avere un manto più sfumato e variegato sia in termini di tipologia che in termini di gradazione dei colori.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/08/25/maine-coon-tartarugato-blu-orig.jpeg Shutterstock
Maine Coon tartarugato blu e crema

Gatto tartarugato maschio: è possibile?

In alcuni rari casi, un gatto maschio può avere il manto tartarugato. Più precisamente, quando ciò si verifica, significa che vi sono alcune anomalie genetiche o che, durante lo sviluppo embrionale, si verifichino alcune condizioni che fanno sì che in un esemplare maschile possa manifestare questa caratterista colorazione del pelo.

Affinché un gatto diventi tartarugato, è necessario che acquisisca cromosomi X contenenti il gene per il colore arancione e cromosomi X contenenti il gene per il colore nero. Perché ciò si realizzi, il gatto deve quindi avere una coppia di cromosomi sessuali XX, quindi, dovrà essere necessariamente una femmina.

In presenza della sindrome di Klinefelter, tuttavia, un gatto maschio, invece di possedere la coppia di cromosomi sessuali XY, possiede una tripletta: XXY. Tale rara anomalia genetica può far sì che il gatto maschio manifesti il manto tartarugato ed è solitamente responsabile di sterilità dell'animale.

L'altra condizione per cui un gatto maschio può essere tartarugato è rappresentata dal chimerismo. Le cosiddette chimere sono il risultato della fusione di due embrioni con diverso genotipo. In altri termini, il chimerismo si verifica quando nel medesimo esemplare vi sono cellule aventi un differente patrimonio genetico che codifica per caratteri diversi come, per l'appunto, la colorazione del manto. In una simile situazione, perciò, un gatto maschio potrà presentare aree in cui vi sono cellule aventi geni codificanti per il colore arancio e cellule con geni codificanti per il colore nero; entrambi questi colori potranno quindi essere espressi contemporaneamente dando origine al manto a guscio di tartaruga.

Gatto tartarugato e gatto calico: quali differenze?

Come abbiamo detto, i termini gatto tartarugato e gatto calico vengono spesso utilizzati come sinonimi; tuttavia, ciò non è del tutto corretto.

Benché i meccanismi genetici alla base della colorazione di queste tipologie di gatti siano gli stessi, le differenze principali risiedono proprio nella modalità con cui i colori sono disposti. Mentre nel gatto calico, il manto è per la maggioranza bianco con macchie arancioni e nere di dimensioni più o meno grandi, nel gatto tartarugato il manto risulta più screziato o marmorizzato, i colori sono in un certo senso più sfumati e il bianco è presente in minime quantità o del tutto assente.

Gatto Calico Shutterstock
Gatto calico

Lo sapevi che…

Secondo alcuni autori il gatto tartarugato costituisce una variante del gatto calico.

Per approfondire: Gatto Calico: caratteristiche e perché sono sempre femmine?

Curiosità sul gatto tartarugato

I gatti tartarugati vengono spesso definiti come "le dive del mondo dei gatti" perché si ritiene che essi amino che le cose siano fatta "a modo loro", mentre adotterebbero un atteggiamento irascibile nel momento in cui sono contrariati. In verità, non vi sono studi scientifici in grado di confermare che i gatti tartarugati possiedano questi particolari tratti caratteriali. In altre specie animali (ad esempio, cavalli, volpi, ratti, ecc.), tuttavia, sono state osservate correlazioni fra il colore del manto e la personalità. Per determinare se ciò si possa verificare anche nei gatti sono necessarie ulteriori ricerche.

Un'altra curiosità sul gatto tartarugato riguarda la credenza secondo cui questo particolare felino domestico porterebbe fortuna. Questa credenza è diffusa in moltissimi Paesi, ad esempio:

  • Stati Uniti, dove i gatti tartarugati - così come i gatti calico - vengono definiti "gatti dei soldi";
  • Giappone, dove si ritiene che i gatti tartarugati portino fortuna alle navi, proteggendole da naufragi, tempeste e perfino fantasmi;
  • Irlanda e Scozia, luogo in cui si crede che il gatto tartarugato porti fortuna al proprietario;
  • Cambogia, dove in passato si credeva che i gatti tartarugati fossero stati creati dal sangue di una dea.

Fin dai tempi più antichi, pertanto, il gatto tartarugato, con il suo particolare ed unico manto, ha affascinato - e ancora affascina - l'essere umano.

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Autore

Dott.ssa Ilaria Randi

Dott.ssa Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista