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Gatti diabetici: alimentazione consigliata dal veterinario

Gatti diabetici: alimentazione consigliata dal veterinario
Ultima modifica 13.11.2023
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INDICE
  1. Gatti diabetici: alimentazione
  2. Il diabete nel gatto
  3. Gatti diabetici: i sintomi
  4. Le cause della mancanza di insulina
  5. Gatti diabetici: cosa, quanto e come devono mangiare

Gatti diabetici: alimentazione

Il diabete mellito è una patologia metabolica piuttosto frequente nei gatti. Analogamente al corrispettivo umano, è una patologia a lungo corso, che deve essere seguita costantemente con la corretta terapia, risultando quindi molto impegnativa sia per il proprietario che per il gatto stesso.
I gatti hanno tuttavia una particolarità importante che li differenzia dalle persone e anche dai cani in relazione a questa tipologia: nella maggior parte dei casi, i gatti possono guarire dal diabete. La guarigione dal diabete può comprendere anche la terapia farmacologica, che viene effettuata con le diverse varianti di insulina, ma trova la sua terapia principale nell'alimentazione: alimentare correttamente un gatto diabetico è l'aspetto più importante per arrivare alla guarigione di questa patologia, quando possibile.
In questa pagina analizzeremo le cause del diabete, perché il gatto nella maggior parte dei casi guarisce (se la patologia viene affrontata correttamente) e quali sono le basi nutrizionali dell'alimentazione diabetica, fermo restando che, come per tutte le patologie, è molto importante farla seguire da un Medico Veterinario che si occupa di nutrizione del gatto, che potrà valutare tanto la parte terapeutica quanto quella nutrizionale.

Per approfondire: Diabete felino: cause, sintomi e terapia

Il diabete nel gatto

Il diabete del gatto, analogamente al corrispettivo umano, è una patologia endocrina (cioè che riguarda il sistema ormonale) caratterizzata dal calo di funzionalità di un ormone che un gatto sano è in grado di produrre da solo: l'insulina. L'insulina, tra le sue tante funzioni, ha anche quella di abbassare la glicemia nel sangue, spostando le molecole di glucosio circolanti dal letto vascolare alle cellule, che lo utilizzeranno ai fini di produzione energetica. Quando l'ormone viene a mancare, manca la possibilità di spostare il glucosio in questo modo: per questo motivo, il glucosio rimane nel sangue (ed è per questo che la glicemia è altissima nel corso di questa patologia), ma soprattutto le cellule dei tessuti (muscoli, cute e via dicendo) hanno scarsa possibilità di produrre energia; se la terapia non viene curata, il diabete può rivelarsi fatale a causa della difficoltà delle cellule di funzionare correttamente.

Gatti diabetici: i sintomi

I sintomi del diabete sono principalmente quattro:

  • La polifagia, cioè il gatto tende a mangiare più del normale. Questo perché l'insulina ha anche la funzione di far percepire la sazietà al cervello, e mancando l'ormone la fame diventa una sensazione costante, e il gatto tende a mangiare di più.
  • Il dimagrimento, perché come già detto le cellule non riescono ad utilizzare correttamente il glucosio a scopo energetico, per cui come conseguenza utilizzeranno i grassi di riserva: per questo motivo, nonostante il gatto mangi di più tenderà a dimagrire.
  • La poliuria, ovvero le urine più abbondanti del normale: il glucosio in eccesso nel sangue viene veicolato nell'urina dove, per questione di osmosi, si porta dietro più acqua del normale: per questo le urine sono più abbondanti.
  • La polidipsia, cioè il gatto beve più del normale, che è un meccanismo di compensazione per introdurre più acqua a causa dell'urina emessa in modo più abbondante.

Se notate che il vostro gatto ha questi comportamenti, è il caso di eseguire un'analisi del sangue: se il gatto è diabetico, la glicemia (e anche le proteine che trasportano il glucosio nel sangue, le fruttosamine) saranno molto elevate, e si troverà il glucosio nelle urine, che in un gatto sano non dovrebbe essere presente.

 

Le cause della mancanza di insulina

Le cause della riduzione di insulina possono essere essenzialmente di due tipologie:

  • Il pancreas non è più in grado di produrre insulina a causa di infiammazioni, insufficienza pancreatica endocrina, infezioni. Questo è il diabete di tipo I, non si può curare (non si può far riprendere la funzionalità pancreatica) e pertanto deve essere trattato per tutta la vita con la somministrazione di insulina dall'esterno; per fortuna, è la situazione più rara nel gatto, perché di tutti i gatti diabetici ne colpisce all'incirca solo il 20%.
  • Il pancreas lavora bene, ma le cellule sono diventate resistenti all'insulina, cioè nonostante l'insulina sia correttamente presente nel sangue le cellule non rispondono e non immagazzinano glucosio. È il diabete di tipo II. È la condizione più frequente nel gatto, colpisce l'80% dei gatti diabetici ed è la forma dalla quale si può guarire: le cellule dei tessuti, con la corretta alimentazione ed eventualmente con il supporto dell'insulina esogena (data come farmaco) per un periodo di tempo limitato (la tempistica dipende da quanto è grave la situazione iniziale) possono far perdere ai tessuti la resistenza insulinica: si può così arrivare alla remissione completa del diabete.

Non ci sono test in grado di distinguere un diabete di tipo I da un diabete di tipo II quando il diabete di tipo I non è eventualmente palese (ad esempio, in caso di rimozione parziale del pancreas dopo un incidente), ma poiché la terapia è di base la stessa sarà il monitoraggio successivo ad evidenziare un miglioramento o eventualmente un peggioramento del diabete. Se il diabete, con la corretta terapia nutrizionale ed (eventualmente) insulinica, migliora, ci sono buone probabilità che il gatto riesca a guarire.

Gatti diabetici: cosa, quanto e come devono mangiare

Iniziamo da una nozione importante: nel gatto, il diabete di tipo II è solitamente causato da un errore di alimentazione stessa. La resistenza insulinica si sviluppa infatti a causa proprio dell'alimentazione che solitamente è abbondante (quindi il gatto inizialmente è sovrappeso od obeso) e molto ricca di amido (quindi di scarsa qualità per un animale carnivoro come un gatto).

L'alimentazione continuativa porta costantemente alla presenza di glicemia elevata, che di conseguenza porta a una secrezione di insulina pressoché costante: più insulina viene secreta, più le cellule diventano resistenti all'ormone; va da sé, in base a quanto detto nella parte precedente, che il gatto ha più fame, tende a mangiare di più, la glicemia sale e l'organismo diventa ancora più resistente all'insulina. Questo è il circolo vizioso che deve essere interrotto per ottenere la remissione del diabete, se possibile.


La prima cosa che si valuta è solitamente la terapia, per capire se l'insulina è necessaria o meno: quando la glicemia è molto elevata, e il diabete potrebbe causare gravi complicazioni per la salute, si fa, mentre se la glicemia è elevata ma non da destare preoccupazione, il medico veterinario può scegliere di non farla affidandosi solamente all'alimentazione. Qualora venga utilizzata, sarà il monitoraggio successivo della glicemia a indicare se, e quando, abbassare la dose o sospenderla del tutto.


L'alimentazione deve necessariamente basarsi sull'interrompere questo circolo vizioso, pertanto la regola di base è quella di fornire meno zuccheri (che causano picchi glicemici più elevati) o amidi (che causano anch'essi picchi glicemici, seppur più lenti) possibili al gatto. Di solito, nell'alimentazione del gatto il problema sono gli amidi, dato che il gatto (per sua fisiologia) non è in grado di percepire il sapore dolce dello zucchero e quindi non lo mangia generalmente volentieri.


Le caratteristiche più importanti dell'alimentazione del gatto diabetico sono le seguenti:

  • I dosaggi devono essere calcolati specificamente per il gatto (non si possono seguire le dosi della confezione), a causa del dimagrimento: se il gatto non è obeso, il dimagrimento tipico del diabete deve essere interrotto.
  • L'acqua deve rimanere sempre a disposizione, perché il gatto ha bisogno di bere (questa è una caratteristica comunque in comune con l'alimentazione del gatto sano).
  • Le proteine devono generalmente essere elevate, anche perché dall'alimentazione sarebbe opportuno ridurre i carboidrati (e i grassi, se il gatto è obeso). Ricordando che il gatto è in grado di sfruttare molto bene le proteine anche come fonte energetica, in quanto carnivoro stretto, e poiché nella carne o comunque nelle fonti proteiche di origine animale non è (praticamente) presente glucosio, si tratta del nutriente più importante per evitare picchi glicemici, ridurre così la richiesta di insulina da parte del pancreas, ridurre la resistenza all'insulina da parte delle cellule e quindi, se possibile, arrivare alla remissione del diabete.
  • I grassi vengono generalmente limitati, perché un gatto diabetico può essere obeso; però questa non è una condizione costante, e deve essere valutata (in relazione al dimagrimento già avvenuto) per singolo gatto.
  • La fibra generalmente è più elevata nell'alimentazione del gatto, specie nel caso di gatti che mangiano croccantini (in cui, per ragioni produttive, l'amido è sempre presente); la fibra riduce la velocità di assorbimento del glucosio, e in questo modo riduce i picchi glicemici. Tuttavia, nelle diete completamente prive di amido, la fibra ha una funzione generalmente minore nell'alimentazione per gatti diabetici.

Sulla scelta del tipo di alimento, è importante ricordare che un gatto diabetico tende a mangiare molte più cose diverse rispetto anche a quante ne mangiava prima di essere diabetico: un gatto diabetico è un gatto facile da alimentare (anche perché ha sempre fame), per cui il diabete è una delle patologie migliori in cui considerare un'alimentazione casalinga basata sulla carne, opportunamente formulata da un Medico Veterinario sulla base della patologia.


L'alternativa industriale migliore invece risulta essere l'alimentazione umida: a differenza del secco (croccantini), dove l'amido è necessario per la formulazione, gli alimenti umidi devono (per ragioni produttive) essere sempre limitate in amido, e non è raro trovare alimenti per gatti sani che non lo contengono proprio: la maggior quantità di acqua e l'assenza di amido risulta essere un fattore molto migliorativo rispetto all'utilizzo dei croccantini in questa patologia: solitamente si consiglia di togliere completamente l'alimento secco, quando possibile, ai gatti diabetici proprio per la presenza di amido.


Un ultimo appunto riguarda infine gli alimenti Diabetic: nonostante il nome, questi alimenti non sono sempre adatti a questa condizione. Il regolamento che norma questa tipologia di prodotto, il Reg. UE 354/20, infatti, inspiegabilmente non pone un limite minimo di amido che può essere presente negli alimenti Diabetic; pone infatti solamente dei limiti sugli zuccheri (mono e disaccaridi, che però negli alimenti per gatti di solito non ci sono mai perché i gatti non percepiscono il dolce!), e l'unico aiuto che fornisce è l'obbligo della quantità di amido presente nell'alimento che il produttore deve indicare in etichetta.
Non essendo presente un limite minimo, però, l'amido può essere poco o tanto in un alimento Diabetic: è il motivo per cui i prodotti Diabetic non vanno sempre bene, ma è necessario che il medico veterinario legga l'etichetta e consigli, nel caso, l'alimento Diabetic migliore sulla base dello stato della patologia del gatto.

Fonti

Fascetti A., Delaney S., Applied Veterinary Clinica Nutrition, pagg. 289-293

Reg. UE 354/2020, Allegato, Punto 12.

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Autore

Dott. Valerio Guiggi

Dott. Valerio Guiggi

Veterinario
Sono un Medico Veterinario, Specialista in Ispezione degli Alimenti, Master in Fitoterapia Veterinaria. Nella mia attività professionale mi occupo di sicurezza e qualità alimentare, di Fitoterapia Veterinaria e di nutrizione e alimentazione del cane e del gatto, offrendo ai proprietari servizi di consulenza alimentare e nutrizionale e formulazione di diete casalinghe personalizzate, collaborando con studi e ambulatori veterinari in Toscana. Sono relatore di seminari relativi alla nutrizione per cani e alla nutrizione per gatti per SIANA, ANFI, ANMVI, Unisvet, rivolte a Medici Veterinari e a professionisti del settore animale. Sono docente nella Scuola di Nutrizione Sistemica Veterinaria, corso avanzato di nutrizione rivolto a medici veterinari. Mi occupo di divulgazione scientifica tramite il presente sito web e tramite un canale YouTube personale, Valerio Guiggi – Veterinario Specialista. Sono autore dei libri "Carne per Cani e Gatti" e "I Gusti del Cane e del Gatto", dedicati all'approfondimento dei diversi aspetti dell'alimentazione animale.