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Gatti anallergici: esistono gatti privi di allergeni?

Gatti anallergici: esistono gatti privi di allergeni?
Ultima modifica 14.11.2023
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INDICE
  1. Cos’è l’allergia ai gatti?
  2. Esistono razze di gatti anallergici?
  3. Sfatiamo 3 miti sull'allergia ai gatti
  4. Come avere un gatto se si è allergici

Cos’è l’allergia ai gatti?

I gatti sono ottimi compagni, ma, per alcune persone, la loro convivenza ha un costo in termini di salute: fino a 1 persona su 5 sviluppa, infatti, una risposta allergica ai gatti e questa cifra è in aumento.

Precisiamo sin da ora: con allergia ai gatti s'intende la reazione innescata dall'esposizione agli allergeni da essi prodotti, cioè l'insieme di componenti proteiche contenute in peli caduti, scaglie di pelle morta, saliva o urina; in genere, si tratta quindi di allergia al pelo del gatto, ma spesso si abbrevia con l'espressione "allergia ai gatti".

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Esistono molti miti e convinzioni errate sulle allergie ai gatti, ma cosa è realtà e cosa è finzione? Si può comunque avere un gatto se si è allergici? Analizziamo i dati scientifici che sfatano le credenze popolari sull'allergia ai gatti.

L'allergia al gatto si manifesta con sintomi tipici della rinite allergica o dell'asma, quali dispnea e difficoltà respiratorie, e può associarsi a reazioni cutanee (dermatite atopica o orticaria). In caso di allergia, la migliore strategia consiste nel ridurre l'esposizione agli allergeni responsabili, per quanto possibile; al contempo, farmaci o altri trattamenti possono essere necessari per alleviare i sintomi e gestire l'asma.

Esistono razze di gatti anallergici?

La prima cosa da sapere è che non esistono gatti realmente "ipoallergenici" o privi di allergeni. Tutti i gatti - a pelo lungo, a pelo corto e senza pelo - sintetizzano una proteina chiamata Fel d 1, che causa la maggior parte delle allergie ai gatti.

Allergia ai gatti: quali sono e dove si trovano gli allergeni

La proteina Fel d 1 è presente nella saliva e nelle ghiandole sebacee (cutanee) del gatto. Va da sé che anche i gatti senza peli, come Cornish Rex e Sphynx, producono comunque allergeni.

Parafrasando: tutti i gatti si puliscono il mantello e producono forfora, che si disperdono poi (insieme agli allergeni) nell'ambiente.

Gli allergeni sono, infatti, particelle microscopiche e leggere, che diffondono facilmente nell'aria e permangono a lungo in un ambiente: chi è particolarmente sensibile può manifestare una reazione anche quando si avvicina a persone che sono venute direttamente a contatto con un animale o quando entra in una stanza in cui questo non vive più da mesi.

Sebbene Fel d1 sia il principale colpevole, i gatti domestici hanno otto diversi potenziali allergeni. Il secondo più comune è Fel d 4, prodotto anch'esso nelle ghiandole salivari.

Un altro tipo, Fel d 2, è simile a una proteina presente in altri animali ed è la ragione per cui una persona potrebbe essere allergica, ad esempio, sia ai gatti che ai cavalli. Questa somiglianza può anche far sì che un bambino con allergia al latte abbia un rischio maggiore di essere allergico ad animali come i gatti.

Come varia la sintesi di allergeni varia da gatto a gatto

Alcuni gatti ne secernono 100 volte di più rispetto ad altri della stessa razza; altri ne producono più un mese e meno quello successivo: al momento, non è noto perché questi fenomeni accadano. Tuttavia, nonostante le prove siano scarse, si sa che alcune razze possano produrre in media meno Fel d 1: questi gatti sono definiti gergalmente "ipoallergenici" (tra l'altro, ipoallergenico è spesso usato colloquialmente per significare "privo di allergeni", ma tecnicamente significa solo "ridurre le allergie").

Ricapitolando:

  • Tutti i gatti producono Fel d 1 (il principale allergene dei gatti), indipendentemente dalla razza, nonostante la produzione di allergeni possa variare:
    • tra i singoli gatti
    • in un stesso esemplare, nel corso dell'anno.

Allergia al pelo dei gatti: se fosse invece allergia agli acari?

Occorre considerare che il gatto è spesso un "finto allergene": non è il contatto con i suoi peli, la saliva o la forfora a scatenare l'allergia, ma quello con gli acari che si annidano nel suo pelo. In questo caso, l'animale è un semplice veicolo del vero colpevole.

Sfatiamo 3 miti sull'allergia ai gatti

Mito n. 1: le persone sono allergiche ai peli di gatto

C'è un elemento di verità in questo mito. Tuttavia, la fonte dell'allergia non sono i peli stessi, ma le sostanze presenti sulla loro superficie. Come anticipato, la maggior parte delle persone allergiche ai gatti reagiscono ad una proteina chiamata Fel d 1. Questo principale allergene del gatto è prodotto nelle ghiandole del gatto, comprese quelle sebacee e salivari.

Quando i gatti si puliscono, depositano l'allergene presente nella saliva sul pelo. Le ghiandole sebacee sono vicine alla pelle e possono secernere sui follicoli piliferi. Quando si accarezza il pelo di un gatto si scatena una reazione, soprattutto se poi ci si strofina il naso o gli occhi.

Tuttavia, non è necessario accarezzare un gatto per innescare l'allergia. Stare semplicemente in mezzo ai peli può essere sufficiente, così come l'esposizione alle minuscole scaglie di pelle del gatto può innescare l'allergia: le particelle sono così piccole, che fluttuano nell'aria e spesso le respiriamo.

Ricapitolando: quando i gatti si puliscono, l'allergene viene trasferito dalla saliva al pelo.

Mito n. 2: esistono gatti ipoallergenici

Non ci sono prove che specifiche razze di gatti non causino allergie. Tuttavia, se alcune razze hanno meno peli o ne perdono meno, ciò potrebbe ridurre l'esposizione agli allergeni nell'ambiente.

Ad esempio, i gatti Sphynx sono glabri, sebbene producano comunque Fel d 1. In questo modo, alcune razze potrebbero essere considerate "ipoallergeniche", ovvero provocare meno reazioni allergiche. Tuttavia, non ci sono studi scientifici che confermino che sia così.

Ricapitolando: tutti i gatti producono Fel d 1, ma i livelli possono differire fino a 100 volte tra i singoli gatti. Questo potrebbe spiegare perché le persone con allergie ai gatti notano di reagire di più ad alcuni gatti rispetto ad altri.

Mito n. 3: in caso di allergia, non è possibile avere un gatto come animale domestico

Se si soffre di un'allergia potenzialmente letale ai gatti (cioè l'anafilassi è molto probabile), l'unica alternativa potrebbe essere quella di trovare al micio una nuova sistemazione.

Tuttavia, la maggior parte delle persone presenta reazioni meno gravi e riesce a gestire i sintomi con successo.

Alcune cose che si possono fare per limitare le reazioni includono:

  • Lavare sempre le mani ed evitare di toccarti il ​​viso e gli occhi dopo aver maneggiato il gatto
  • Pulire regolarmente le superfici e cambiare i rifiuti per ridurre il pelo
  • Se al gatto piace, è possibile lavarlo settimanalmente con uno shampoo specifico per animali domestici
  • Limitare l'accesso dei gatti alle stanze che desideri mantenere anallergiche, come la camera da letto
  • Procurarsi un aspirapolvere appositamente progettato per ridurre gli allergeni, come quelli con filtro HEPA
  • Utilizzare purificatori d'aria con filtri HEPA.

Come avere un gatto se si è allergici

Sono allergico al gatto, ma vorrei adottarne uno

Se si è allergici, ma si desidera adottare un gatto, assicurarsi di trascorrere un po' di tempo con lui prima per valutare la propria reazione. Idealmente, scegliere un gatto che non inneschi risposte allergiche violente e considerare sempre che il reinserimento del micio in un'altra casa influisce negativamente sul suo benessere, quindi è bene essere sicuri che non ci siano conseguenze per l'uno e per l'altro.

Un'alternativa consiste nel consultare il proprio medico per informazioni sulle opzioni per la gestione dei sintomi, come farmaci da banco (come gli antistaminici) e soluzioni a lungo termine. Per coloro che soffrono di allergie e vogliono mantenere il proprio gatto e la propria capacità di respirare, un'altra opzione è l'immunoterapia, sebbene ci siano prove limitate a sostegno di questo trattamento per le allergie ai gatti.

L'immunoterapia prevede innanzitutto l'identificazione di quale specifico allergene causa le reazioni, quindi la somministrazione sistematica di livelli crescenti di questo allergene nell'arco di diversi mesi, nel tentativo di riqualificare il sistema immunitario a tollerare l'allergene senza reazione. Ciò può essere particolarmente utile per i soggetti con reazioni da moderate a gravi.

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Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici