Boccia per i pesci: perché non è mai una buona soluzione
Quando pensiamo a un pesce rosso la prima immagine a materializzarsi di fronte ai nostri occhi è quella di Cleo, la pesciolina realizzata da Disney che scruta le avventure di Pinocchio dall'interno della sua boccia di vetro.
La boccia per i pesci è entrata nell'immaginario come parte quasi integrante della piacevole atmosfera di fiabe, fiere e mercatini. Secondo la leggenda, fu inventata nel XVIII secolo da Madame du Barry, l'ultima favorita di Luigi XV di Francia. In ogni caso, l'usanza di tenere pesciolini di varie specie in piccole bocce di vetro si diffuse ben presto in Europa, soprattutto per i pesci rossi (Carassius auratus) e per le colorate varietà di pesce combattente (Betta splendens).
Ma la boccia per i pesci, ormai la scienza lo ha notificato in diverse occasioni, non è una soluzione sana per allevare una creatura vivente. Per poter ospitare un pesce anche molto piccolo, un acquario di forma sferica dovrebbe contenere almeno 45 litri d'acqua.
Boccia per i pesci: è vietata?
Nonostante in Italia non esista ancora una normativa specifica in materia di dimensioni degli acquari, la boccia per i pesci è già stata vietata da diversi Paesi Europei, Germania e Finlandia in testa, in quanto considerata una forma di maltrattamento degli animali.
Negli ultimi anni, diverse scoperte scientifiche hanno smentito la leggenda metropolitana della "memoria da pesce rosso", dimostrando che i ricordi di un Carassius auratus possono risalire addirittura ad anni indietro, un po' come avviene nella memoria dei cani. La vecchia giustificazione per cui si continuava a tenere i pesci rossi nella boccia, quindi, è ufficialmente decaduta.
Alcune Regioni e Comuni italiani stanno adeguando i propri regolamenti locali in modo da mettere al bando le bocce per i pesci. La Regione Emilia Romagna, per esempio, nella legge regionale 17 febbraio 2005 n. 5, stabilisce che "gli animali ornamentali e da acquario devono essere mantenuti, da chiunque li detenga a vario titolo, in acqua sufficiente, con ossigeno e temperatura adeguati alle esigenze della specie".
Il Comune di Roma è ancora più specifico. Nella Deliberazione n. 275 del 24 ottobre 2005 si legge che "gli acquari non devono avere forma sferica o comunque non devono avere pareti curve di materiale trasparente". Dello stesso tenore è il Regolamento per il benessere e la tutela degli animali del Comune di Milano, che all'articolo 11 stabilisce l'obbligo a "non tenere animali in acquari di forma sferoidale". Ma perché la boccia per i pesci è così nociva per la salute delle creature che ospita?
Perché non usare la boccia per i pesci
- la forma sferica disorienta il pesce rosso: oltre a costringere l'animale a nuotare in cerchio, l'assenza di angoli e punti di riferimento non permette al pesce di trovare un posto tranquillo o in cui nascondersi. Inoltre, la forma sferica deforma la sua visione del mondo, cosa che può condurre allo sviluppo di gravi quanto silenziose forme di stress.
- le bocce per i pesci in commercio sono troppo piccole: per essere sufficiente al benessere di un solo, piccolo pesce rosso, un acquario di forma sferica dovrebbe contenere almeno 45 litri d'acqua.
- è difficile regolare la temperatura: le misure troppo contenute delle bocce per i pesci rendono praticamente impossibile agire per regolare la temperatura dell'acqua, fondamentale soprattutto per i pesci combattenti che sono pesci d'acqua calda. Un raggio di sole di troppo, e la temperatura della boccia salirà nel giro di pochi minuti.
- manca l'ossigeno: nella boccia per i pesci, la quantità di superficie dell'acqua che è a contatto con l'aria è troppo piccola, e non permette lo scambio ossigeno-anidride carbonica all'interno dell'habitat.
- non c'è spazio per i dispositivi di filtraggio: la classica boccia non dispone di dispositivi di filtraggio, strumenti fondamentali per mantenere i pesci in salute (e obbligatori per i possessori di pesciolini nei Comuni più all'avanguardia d'Italia). E anche volendo adeguare il piccolissimo acquario con un mini-filtro, la forma sferica non aiuterebbe l'impresa.
Come allestire un acquario al posto della boccia
I regolamenti locali di Roma e Milano che mettono al bando la boccia per i pesci offrono anche un buon esempio dei parametri utilizzati per giudicare quando un acquario è compatibile con il benessere dei pesci. Entrambi, tanto per cominciare, danno indicazioni precise circa la grandezza minima di un acquario.
Secondo la delibera del Comune di Roma, "il volume dell'acquario non deve essere inferiore a 2 litri per centimetro della somma delle lunghezze degli animali ospitati ed in ogni caso non deve mai avere una capienza inferiore a 30 litri d'acqua".
In base al Regolamento del Comune di Milano, invece, "gli acquari devono avere le seguenti dimensioni minime: una capienza non inferiore a 30 litri; un'altezza (profondità) non superiore alla lato della base più corto, aumentato del 50%; il lato della base più lungo pari almeno a 10 volte la misura della specie più lunga ospitata".
Significa che un pesce rosso di appena 3 centimetri, da solo, ha bisogno di un acquario lungo almeno 30 centimetri, mentre per due pesci ci vorrebbero almeno 45-50 litri d'acqua. Basti pensare che, in condizioni naturali, un pesce rosso arriverebbe tranquillamente a misurare 25 centimetri.
Quando, all'inizio dell'anno, un'importante azienda francese produttrice di acquari ha deciso di abbandonare il crudele mercato delle bocce per i pesci, il CEO aveva dichiarato: "I genitori comprano i pesci rossi ai bambini sulla scia dell'impulso, ma se sapessero che genere di tortura è per i pesci non lo farebbero".