Acquario marino: tutto quello che bisogna sapere
L'acquario marino si differenzia da quelli standard perché contiene acqua marina. In sostanza è un modo per portare un po' di mare/oceano nel salotto di casa propria. Allestirlo e curarlo nel modo giusto però, salvaguardando la salute dei pesci che lo abitano, non è semplicissimo. È importante documentarsi bene prima di procedere.
Fondamentale, infatti, è considerare i parametri ambientali, la scelta del fondo, le condizioni climatiche e fisiche dell'acqua, le specie di pesci più adatte. Procedere con ordine e non fare nulla di avventato è quindi la regola numero uno.
Acquario marino, come iniziare
Per allestire correttamente un acquario marino è bene partire dalle basi, le tipologie esistenti fra le quali si può scegliere quello che si preferisce. Non solo rispetto ai propri gusti, ma anche in base alle proprie disponibilità economiche, di spazio e di clima. Ce ne sono di tre tipi:
- Acquario tropicale (o di barriera), che riproduce l'habitat tipico delle barriere coralline e che non è facilissimo da ricreare;
- Acquario mediterraneo, che può ospitare una varietà di pesci notevoli;
- Acquario di acqua salmastra, ideale per le specie che vivono fra acqua dolce e salata e che tollerano bene i cambiamenti.
A prescindere dalla tipologia, ci sono dei parametri da rispettare. Il primo riguarda la scelta della vasca, che deve essere dal almeno 150/200 litri. Il fatto che sia grande non deve spaventare, contrariamente a quanto si possa pensare è anzi più facile da gestire.
Quando si opta per un acquario marino, bisogna essere consapevoli del fatto che l'acqua salata subisce cambiamenti continui, che necessitano di una cura maggiore rispetto a quella dolce, tuttavia maggiore è lo spazio minore è la frequenza con la quale questi ultimi si presentano. Se non si vuole partire subito in grande ci sono i Nano-Reef, ideali per principianti e adatti per microrganismi e piccoli crostacei.
Il materiale ideale, e più moderno, è il cristallo. Importante è che le parti in metallo non entrino a contatto con l'acqua: potrebbero corrodersi e rilasciare sostanze dannose per i pesci. La forma a parallelepipedo non è casuale, è perfetta per garantire la circolazione dell'acqua e l'illuminazione migliori (a patto che l'altezza non sia superiore alla lunghezza).
Anche la posizione è importante. Meglio mettere il proprio acquario marino vicino a una presa elettrica, lontano da fonti di calore e in un'area mediamente illuminata, e sopra a un supporto solido e che possa contenere al di sotto una vasca di scarico. Si chiama sump e deve contenere 20/30 centimetri di acqua. Al suo interno ci sono:
- La pompa di risalita, per pulire e filtrare l'acqua;
- Le pompe di movimento per simulare le correnti marine;
- Lo schiumatoio (o skimmer), che elimina le proteine prima che si trasformino in ammoniaca e favorisce il circolo di ossigeno;
- I filtri meccanici, biologici e chimici;
- Il riscaldatore;
- L'eventuale reattore di calcio.
L’acqua di un acquario marino
Per un acquario marino serve esclusivamente acqua demineralizzata per osmosi o scambio ionico. È infatti priva di nitrati e fosfati, dannosi per l'ecosistema. Bandita è quella di rubinetto, che contiene cloro e altre sostanze deleterie per i pesci. Per non sbagliare, è bene comprarla nei negozi specializzati.
Fondamentale è controllare il livello di salinità e di ossigeno, una volta a settimana con l'ausilio di kit specifici. Solo dopo due mesi dalla creazione dell'ecosistema, che ha bisogno di tempo per stabilizzarsi, è possibile inserire in vasca i primi organismi. I valori fisico-chimici infatti devono rispettare determinati parametri:
- pH fra 8 e 8.3;
- Temperatura fra 24 e 27 gradi (tropicale) o a 22 gradi (mediterraneo);
- Densità fra 1022 e 1024;
- Salinità fra 32 e 37 gr/l;
- Durezza carbonica fra gli 8 e i 10 gradi dKH;
- Ossigeno 5 mg/l;
- Anidride carbonica fra 0,20 e 0,40 mg/l;
- Calcio tra 400 e 480 mg/l;
- Magnesio fra 1200 e 1340 mg/l;
- Nitrati inferiori a 5 mg/l;
- Nitriti inferiori a 0.1 mg/l;
- Fosfati inferiori a 0.1 mg/l;
- Ammoniaca assente.
In caso di necessità è possibile cambiare l'acqua in parte: ¼ del volume della vasca ogni 30 giorni.
Come costruire il fondale
L'obiettivo per avere un acquario marino a regola d'arte è ricreare un ambiente quanto più simile a quello reale. Ecco allora che per il fondale tropicale serve sabbia corallina, alghe, invertebrati tipici e rocce vive, che sono veri e propri filtri biologici. Ogni cinque litri di acqua sarà necessario un chilo di rocce, che va disposto in maniera uniforme e lasciando lo spazio sufficiente per il passaggio delle correnti, la pulizia e l'areazione. L'ideale per arricchire il fondale marino sono le seguenti alghe:
- Azzurre o Cianoficee;
- Marroni o Bacillarioficee;
- Verdi o Cloroficee.
Per ricreare un ambiente equilibrato, è fondamentale affidarsi agli esperti. Solo così si potrà favorire l'estetica senza mortificare la salute dei pesci, che deve essere ovviamente prioritaria. E, in questo senso è fondamentale la luce.
L’illuminazione in un acquario marino
Anche questo aspetto deve essere il più fedele possibile alla realtà presente in natura. Solo così la vegetazione può produrre l'ossigeno necessario alla fotosintesi e alla vita in acquario. Non deve essere né eccessivamente fioca, né troppo forte:
- Spenta nei sette giorni successivi all'inserimento delle rocce vive;
- Accesa per quattro ore al giorno la seconda settimana, cinque ore la terza e sei ore la quarta;
- Accesa sette ore al giorno durante la quinta, la sesta e la settima settimana
- Accesa otto ore al giorno dall'ottava settimana in poi.
Si può optare per luci al LED, lampade HQI ideali per i coralli duri, fluorescenti per pesci e coralli molli, luci T5 e T8 (più economiche e meno durature).
Acquario marino, quali pesci scegliere
- Coralli molli e/o duri;
- Crostacei e molluschi;
- Invertebrati e anemoni;
- Pesci;
- Alghe.
Prima di inserire i pesci all'interno dell'acquario marino, passati 60 giorni dall'allestimento, è fondamentale verificare che i valori dell'acqua siano nella norma. Inoltre le varie specie vanno inserite a poco a poco e a distanza di settimane le une dalle altre.
In base alla propria esperienza è bene valutare fra pesci 'facili' e 'difficili'. Quelli tropicali, per l'acquario marino di barriera, infatti vengono prelevati quasi sempre direttamente dal loro habitat e hanno un grado basso di adattabilità.
Fondamentale è considerare la dimensione. Alcune specie di pesci tropicali possono crescere parecchio ed è fondamentale capire come vanno nutriti e quanto. La maggior parte dei pesci di mare preferiscono il cibo fresco, ma ce ne sono alcuni che si abituano facilmente a quello secco.
Ogni esemplare può aver bisogno di una vegetazione specifica. Il pesce pagliaccio, per esempio, necessita di un anemone. Si tratta di una specie che vive in simbiosi con gli invertebrati velenosi (ai quali sono immuni), che però vanno posizionati lontano dai coralli. Insomma, creare il proprio acquario marino non è impossibile, ma va considerata una serie di fattori. Se poi si hanno dei dubbi, si può sempre optare per un acquario di acqua dolce: tutto quello che c'è da sapere.
Quanto costa un acquario marino
L'acquario marino può avere un costo variabile. A incidere sono sicuramente le dimensioni. Se si parte da un acquario contenuto, e si considera un allestimento base, si spendono circa 100 euro. La stessa cifra va considerata anche per le luci che sono fra i fattori più importanti per la buona riuscita dell'habitat.
Un altro centinaio di euro, forse qualcosina in più, invece, va considerato per i test, la salinità e i vari accessori. Il costo dei pesci dipende dalle specie che si scelgono, ma soprattutto se si vogliono dei coralli la cifra sale. Per una fauna 'base' si spendono dagli 80 ai 120 euro. Il costo totale può arrivare anche a mille euro.