Vedi anche: olio di ricino per ciglia e capelli
L'olio di ricino si ottiene dalla spremitura a freddo dei semi di Ricinus communis, una pianta arborescente appartenente alla famiglia delle Euforbiacee. Il contenuto lipidico dei semi è pesantemente influenzato dalle condizioni ambientali e si aggira normalmente tra il 30 ed il 50%. Discreto anche il contenuto proteico (15-20%).
L'olio di ricino ha una composizione molto particolare, essendo costituito in massima parte da trigliceridi contenti un acido grasso a 18 atomi di carbonio, insaturo ed idrolizzato, chiamato acido ricinoleico. Il gruppo ossidrile, legato al 12° atomo di carbonio, aumenta la polarità dell'acido grasso e più in generale dell'olio, conferendogli caratteristiche assai rare in natura.
Nei semi di ricino è contenuta anche una sostanza tossica - una lecitina glicoproteica chiamata ricina - che può causare vomito, ematemesi, emorragie gastrointestinali, convulsioni ed aritmie, fino al coma e alla morte. L'ingestione di pochi semi di ricino (5-10) può risultare letale.
La presenza di ricina e di un'altra tossina, l'alcaloide ricinina, limita fortemente l'impiego del pannello in campo zootecnico. Per questo motivo gli sforzi di agronomi e bioingegneri si stanno concentrando sulla selezione di specie a basso contenuto di tossine.
Il ricino ha un fusto eretto, rosso-porporino, che arricchisce i paesaggi delle zone temperate e tropicali, Italia inclusa. L'albero viene coltivato - soprattutto in India, Cina e Brasile - per il vasto impiego industriale dell'olio di ricino, le cui applicazioni vanno dal campo farmaceutico (un costituente, chiamato acido undecilenico, è conosciuto ed impiegato per le sue proprietà antimicotiche) a quello dei cosmetici, delle vernici, dei polimeri plastici e dei lubrificanti. Una delle proprietà più conosciute dell'olio di ricino rimane comunque quella lassativa. La sua azione irritante, che a stomaco vuoto si espleta entro 30-120 minuti dall'ingestione (intervallo necessario affinché le lipasi pancreatiche digeriscano i trigliceridi in monogliceridi ed acido ricinoleico) produce un effetto purgante entro 6-12 ore, con l'emissione di scariche profuse di feci semiliquide. L'acido ricinoleico agisce stimolando la secrezione idrica dell'intestino tenue, accelerando di conseguenza la peristalsi. Poiché l'aumentato transito intestinale provoca l'eliminazione dei trigliceridi non ancora idrolizzati (digeriti), l'effetto lassativo dell'olio di ricino è autolimitante. A tal scopo, le dosi terapeutiche vanno dai 15 ai 50 ml nell'adulto e dai 5 ai 10 ml nel bambino sopra i due anni; in entrambi i casi dev'essere assunto a digiuno. Assolutamente vietato l'utilizzo in gravidanza, dal momento che l'olio di ricino può provocare violente contrazioni uterine.