Integratori per la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): quali i più efficaci?

Integratori per la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): quali i più efficaci?
Ultima modifica 04.11.2022
INDICE
  1. Dieta e sindrome dell’ovaio policistico
  2. Integratori utili per la PCOS
  3. Prodotti migliori
  4. Bibbliografia

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) – da polycystic ovary syndrome – è il disturbo endocrino più comune nelle donne in età riproduttiva.

Colpisce dal 2% al 20% della fascia di età compresa tra 18 e 44 anni (la sua prevalenza potrebbe raggiungere il 26% in alcune popolazioni, sebbene siano riportati intervalli tra il 4% e il 18% per la popolazione generale).

Il quadro clinico della PCOS prende il nome dalla presenza di caratteristiche cisti che si formano sulle ovaie. D'altro canto, rimane fondamentale sottolineare notare che questo rappresenta un segno clinico e non la causa del problema.

Le donne con sindrome dell'ovaio policistico soffrono spesso di mestruazioni irregolari, abbondanti, peli in eccesso (irsutismo), acne, dolore pelvico, difficoltà al concepimento – da qui talvolta una scarsa fertilità di coppia – e acantosi nigricans (zone iperpigmentate, mal delimitate, che compaiono tipicamente a livello delle pieghe cutanee (collo, ombelico, inguine, ascelle; la pelle si presenta ispessita e vellutata, di colore più scuro rispetto alle zone circostanti).

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In questo breve articolo cercheremo di capire in che modo approcciarsi alla sindrome dell'ovaio policistico con l'uso di supplementi nutrizionali, nel tentativo di migliorare l'assetto metabolico-ormonale, e di conseguenza migliorare i sintomi e la composizione corporea.

Le caratteristiche primarie di questa problematica sono: iperandrogenismo, anovulazione, insulino-resistenza e interruzione neuroendocrina.

La sindrome dell'ovaio policistico può essere associata all'infiammazione cronica e a un aumento del livello di stress ossidativo.

Le ovaie vengono stimolate a produrre quantità eccessive di ormoni androgeni, in particolare il testosterone, probabilmente a causa di un rilascio di eccessivo ormone luteinizzante (LH) da parte della ghiandola pituitaria anteriore e/o elevati livelli di insulina nel sangue (iperinsulinemia) nelle donne le cui ovaie sono sensibili a questo stimolo.

La maggior parte delle donne con PCOS ha insulino-resistenza e/o è obesa – che è un forte fattore di rischio per l'insulino-resistenza – sebbene l'insulino-resistenza sia un riscontro comune anche nelle donne con PCOS ma di peso normale.

Per ragioni biochimiche non stiamo ad illustrare nel dettaglio, l'eccesso di tessuto adiposo nelle donne obese con PCOS crea il paradosso della coesistenza sia di un eccesso di androgeni (che sono responsabili dell'irsutismo e della virilizzazione) sia un eccesso di estrogeni.

Nonostante la sua diffusione, le cause esatte della PCOS rimangono incerte e non esiste una cura definitiva nota.

Dieta e sindrome dell’ovaio policistico

Laddove la PCOS si associ a sovrappeso od obesità, il dimagrimento è il metodo più efficace per ripristinare la normale ovulazione/mestruazioneindipendentemente dalla composizione in macronutrienti.

Si raccomanda quindi una dieta ipocalorica equilibrata, con un taglio di 500-1000 kcal circa; la quota di grassi dev'essere mantenuta al di sotto del 30% e i saturi sotto il 10%. Parallelamente, l'esercizio fisico – almeno 30' al giorno – si rivela benefico sotto molti punti di vista.

Le linee guida della "American Association of Clinical Endocrinologists" raccomandano di ottenere una perdita di peso compresa tra il 5 e il 15% o più, per migliorare la resistenza all'insulina e tutti i disturbi ormonali ad essa associati.

Tuttavia, molte donne trovano difficile ottenere e sostenere una significativa perdita di peso. La stessa resistenza all'insulina può infatti causare un aumento del desiderio di cibo e debolezza.

Tuttavia, una dieta a basso indice glicemico, in cui una parte significativa dei carboidrati totali è ottenuta da frutta, verdura e fonti integrali, ha portato a una maggiore regolarità mestruale rispetto a una dieta sana abbinata ai macronutrienti.

Integratori utili per la PCOS

L'inositolo è senza dubbio il supplemento nutrizionale più utile e diffuso per il trattamento del PCOS, in particolare nel tentativo di migliorare l'insulino-resistenza.

Una revisione del 2017 ha concluso che mentre sia il mio-inositolo che il D-chiro-inositolo possono regolare i cicli mestruali e l'ovulazione, mancano prove sugli effetti di migliorare le probabilità di gravidanza.

Una revisione del 2012 e del 2017 ha rilevato che la supplementazione di mio-inositolo sembra essere efficace nel migliorare molti dei disturbi ormonali della PCOS.

Il mio-inositolo riduce la quantità di gonadotropine e la durata dell'iperstimolazione ovarica controllata nelle donne sottoposte a fecondazione in vitro.

L'assunzione di 2-4 g / die di inositolo – una volta al giorno e prima di colazione - sono sufficienti per gli effetti insulino-sensibilizzanti; è spesso associato anche l'acido folico, in quantità di circa 400 mg / die. I primi risultati possono essere apprezzati a 12 settimane, ma il trattamento dovrebbe essere protratto almeno per 6 mesi.

La N-acetil-cisteina (NAC), in quanto potente antiossidante, ha un'attività anti-apoptotica e diminuisce gli effetti degli elevati livelli di omocisteina. Questa sostanza può avere effetti sull'attività del recettore dell'insulina e sulla secrezione di questo ormone migliorando quindi il metabolismo glucidico attraverso il miglioramento della sensibilità dell'insulina.

Un mese e mezzo di supplemento con NAC (1500-1800 mg / die) può migliorare il profilo ormonale e metabolico nelle donne con PCOS, soprattutto in associazione a terapia nutrizionale e ad altri trattamenti.

La genisteina, un fitosterolo della soia, integrato in 18 mg due volte al giorno per almeno 3 mesi, nelle donne con PCOS migliora il controllo della colesterolemia e degli androgeni.

L'acido alfa lipoico, in quantità di 500-600 mg due o tre volte al giorno (quindi 1000-1200 o 1500-1800 mg / die nel complesso), con i pasti principali, può partecipare a migliorare alcuni parametri metabolici.

La L-carnitina è un supplemento interessante per la gestione della PCOS in quanto ha dimostrato di poter avere effetti benefici sia metabolici (riduzione insulino-resistenza e miglioramento del profilo lipidico), sia sui tassi di ovulazione e gravidanza (trattamento per l'infertilità) sia sulla salute mentale.

Selenio, magnesio e in particolare zinco, soprattutto nei soggetti che ne assumono livelli sub-ottimali, possono coadiuvare il trattamento della PCOS e migliorare i tipici parametri dell'alterazione.

Anche se la resistenza insulinica sembra correlata all'infiammazione sistemica, l'integrazione con omega 3 (benefici sull'attività della glutatione perossidasi) non ha per il momento dato risultati incoraggianti.

Nonostante la vitamina D sia coinvolta nella regolazione del testosterone, nessun effetto si è osservato durante la supplementazione con la stessa nelle donne affette da PCOS. La compensazione di una carenza avrebbe indubbiamente esiti positivi; pertanto si rende necessario il dosaggio ematico.

In sintesi, dovendo selezionare un protocollo di integrazione per la sindrome dell'ovaio policistico, la scelta dovrebbe orientarsi in particolare su:

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Bibbliografia

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer