L'Icariina è un flavonoide con formula di struttura C33H40O15, contenuto in quantità singificative nelle piante del genere Epimedium. Tali piante, appartenenti alla famiglia delle Berberidacee, sono diffuse nel territorio Asiatico, dove da millenni vengono sfruttate nella medicina tradizionale cinese come tonico e rinvigorente delle funzioni sessuali.
L'icarina, estraibile dalle parti aeree opportunamente essiccate, è presente in differenti concentrazioni a seconda della specie e dell'origine della pianta, non superando tuttavia la quota di 14,24 mg per grammo di prodotto, come documentato da recenti evidenze chimico-analtiche. Le stesse hanno descritto anche la presenza di altri principi attivi come flavonoidi, polisaccaridi e vitamina C, che nell'insieme coadiuvano la funzione biologica dell'Icariina, principio attivo caratterizzante dell'Epimedium.
Evidenze sperimentali
Un'attenta ricerca sulle proprietà biologiche dell'Icariina evidenzia in letteratura oltre 200 articoli, nei quali si è cercato di individuare e caratterizzare il meccanismo d'azione di questa sostanza, descrivendo le sue differenti funzioni biologiche di notevole impatto clinico.
Focalizzando l'attenzione soltanto sugli studi degni di nota, sarebbe possibile riassumere le principali attività biologiche dell'Icariina nella:
- funzione protettiva nei confronti del genoma, importante nel salvaguardare la funzionalità cellulare (come dimostrato valutando le concentrazioni di composti carbonilici derivati dall'ossidazione del DNA), evitando fenomeni aberranti come trasformazioni e mutazioni;
- funzione citoprotettiva, come osservato nei confronti dei fosfolipidi di membrana e delle proteine sottoposte a stress ossidativo, protette dall'azione dell'Icariina che ha garantito una sensibile riduzione dei marcatori di danno ossidativo;
- funzione vasoprotettiva, osservata nei confronti dell'endotelio sottoposto a danno da perossido di idrogeno. In questi casi l'Icariina si è dimostrata utile nel favorire l'eliminazione delle cellule endoteliali danneggiate, preservando il vaso dalla classica degenerazione ateromasica associata a danni endoteliali di significativa entità;
- funzione neuroprotettiva, osservata in modelli sperimentali animali di Alzheimer, pertanto sottoposti all'azione lesiva della Beta amiloide. Questi studi dimostrano come l'Icariina protegga il sistema nervoso centrale dalla classica degenerazione, attraverso una serie di meccanismi multipli, garantendo un'azione protettiva nei confronti del graduale declino cognitivo che caratterizza queste evenienze;
- funzione osteoprotettiva, documentata da diversi studi ed associata molto probabilmente ad un'azione di tipo intracellulare. L'Icariina, infatti, sembra promuovere l'espressione di geni coinvolti nella differenziazione e attivazione osteoblastica, inibendo invece l'attivazione di geni come NfKB o RANK L, coinvolti nei processi di riassorbimento osseo osteoclasto-mediato;
- funzione immunoprotettiva, importante nell'elicitare il sistema immune, esercitando una funzione immunoadiuvante paragonabile a quella di citochine, come l'IL 2.
Evidenze cliniche
Alla luce delle tantissime ed incoraggianti evidenze sperimentali, ci si aspetterebbe una forbita letteratura scientifica in merito all'utilizzo clinico dell'Epimedium.
Purtroppo le evidenze in tal senso risultano decisamente deludenti, con studi clinicamente significativi limitati, a dispetto delle enormi potenzialità del principio attivo.
Tuttavia da questi pochi dati emerge il ruolo osteoprotettivo dell'Icariina, come dimostrato in donne in età post-menopausale nelle quali l'integrazione con 60 mg id Icarina più altri flavonoidi e calcio, si è rivelata utile nel prevenire la demineralizzazione ossea senza alcun effetto collaterale al livello endometriale, in termini di iperplasia.
Deludente è anche la bibliografia in merito all'uso dell'Icariina come afrodisiaco naturale, nonostante vi siano alcuni studi sperimentali che dimostrano come l'azione vasoprotettiva e neuroprotettiva di questo composto possa risultare efficace nel migliorare le capacità sessuali di ratti affetti da disfunzione erettile.
Considerazioni
Nonostante gli studi sperimentali risultino alquanto promettenti, l'assenza di trial clinici non consente una valutazione accurata delle reali potenzialità di questo principio attivo, e soprattutto non consente di individuare dosaggi standardizzati e riproponibili nella pratica clinica.
La stessa situazione rende complessa la possibilità di individuare le controindicazioni ed i relativi rischi correlati all'uso di questa sostanza, lasciando pertanto l'ultima parola sempre al medico responsabile della situazione clinica del proprio paziente.
A fronte delle notevoli potenzialità dell'Icariina, sarebbe quindi auspicabile promuovere un avanzamento degli studi clinici, affinché un principio attivo così potenzialmente utile possa trovare il suo degno spazio nel panorama degli integratori naturali e dei fitoterapici.
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