Fosfatidilserina: a cosa serve?
Ultima modifica 02.11.2022
INDICE
  1. A cosa serve la fosfatidilserina?
  2. Com'è fatta la fosfatidilserina?
  3. Alimenti ricchi di fosfatidilserina
  4. Sintesi endogena della fosfatidilserina
  5. Integratori alimentari di fosfatidilserina
  6. La fosfatidilserina fa male?

A cosa serve la fosfatidilserina?

Quella dela fosfatidilserina (Ptd-L-Ser o PS) è la principale classe di fosfolipidi acidi, in quanto rappresenta il 13-15% di tutti quelli contenuti nella corteccia cerebrale umana.

I ruoli principali della fosfatidilserina sono due:

  • costituzione delle membrane biologiche;
  • segnalazione del ciclo cellulare.
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La fosfatidilserina si trova più comunemente nel lato interno (citoplasmatico) delle membrane cellulari - meno del 10% su quello esterno - dove entra a far parte dei siti di aggancio proteico necessari per l'attivazione di diverse vie di segnalazione chiave.

Tra questi riconosciamo la segnalazione Akt, protein chinasi C (PKC) e Raf-1, nota per il suo effetto di stimolazione della sopravvivenza neuronale, della crescita dei neuriti e della sinaptogenesi.

E' quindi deducibile che la modulazione dei livelli di fosfatidilserina sulla membrana plasmatica dei neuroni abbia un impatto significativo su tutti questi processi di segnalazione.

Il meccanismo di apoptosi che sfrutta la fosfatidilserina si basa sull'esposizione della stessa sulla superficie esterna della membrana cellulare, che funge da "contrassegno" per i mediatori di morte programmata.

In base allo stesso principio, la fosfatidilserina rappresenta anche un elemento chiave per l'ingresso dei virus all'interno delle cellule, che sfruttano il sistema di mimetismo apoptotico.

Com'è fatta la fosfatidilserina?

La fosfatidilserina è un fosfolipide, e più specificamente un glicerofosfolipide, costituito da:

  • due acidi grassi, vincolati in un legame estere al primo e al secondo carbonio del glicerolo;
  • serina, attaccata attraverso un legame fosfodiestere al terzo carbonio del glicerolo.

La fosfatidilserina di origine vegetale e animaler differiscono nella tipologia di acidi grassi.

Alimenti ricchi di fosfatidilserina

L'assunzione media di fosfatidilserina nella dieta occidentale è stimata in 130 mg / die.

La fosfatidilserina si trova principalmente nella carne e nel pesce. Piccole quantità si trovano nei latticini e nelle verdure, ad eccezione dei fagioli bianchi e della lecitina di soia - nella quale raggiunge il 3% dei fosfolipidi totali.

Fosfatidilserina negli alimenti

Alimento mg / 100 g
Cervello bovino 713
Maccarello 480
Cuore di pollo 414
Aringa 360
Anguilla 335
Frattaglie (valore medio) 305
Milza di maiale 239
Rene di maiale 218
Tonno 194
Coscia di pollo, con pelle senz'osso 134
Fegato di pollo 123
Fagioli bianchi 107
Vongole softshells 87
Petto di pollo, con pelle 85
Triglie 76
Vitello 72
Manzo 69
Maiale 57
Fegato di maiale 50
Coscia di tacchino, con pelle senz'osso 50
Petto di tacchino, con pelle 45
Gambero crayfish 40
Seppia 31
Merluzzo dell'Atlantico 28
Acciughe 25
Orzo integrale 20
Nasello europeo 17
Sardine 16
Trota 14
Riso (non sbiancato) 3
Carote 2
Latte di pecora 2
Latte di vacca 1
Patate 1

 Souci SW, Fachmann E, Kraut H (2008). Food Composition and Nutrition Tables. Medpharm Scientific Publishers Stuttgart.

Sintesi endogena della fosfatidilserina

Nell'organismo umano (e in tutti i mammiferi), la fosfatidilserina deriva dalla fosfatidiletanolammina o dalla fosfatidilcolina, meccanismo che sfrutta una delle due reazioni di scambio del gruppo Ca2+-dipendenti nel reticolo endoplasmatico.

Entrambe le reazioni richiedono una serina, ma producono rispettivamente un'etanolamina o una colina. Questi sderivano dalla fosfatidilserina sintasi 1 (PSS1) o 2 (PSS2).

In maniera inversa, dalla fosfatidilserina si possono ottenere fosfatidiletanolammina e fosfatidilcolina, sebbene negli animali la via per generare fosfatidilcolina a partire dalla fosfatidilserina avvenga solo nel fegato.

Integratori alimentari di fosfatidilserina

Indicazioni sulla salute

Un panel della European Food Safety Authority ha concluso che non è possibile stabilire una relazione di causa ed effetto tra il consumo di fosfatidilserina e:

Questo perché la corteccia cerebrale animale e la fosfatidilserina a base di soia sono sostanze diverse e potrebbero, quindi, avere attività biologiche differenti. Pertanto, i risultati degli studi che utilizzano la fosfatidilserina di diverse fonti non possono essere generalizzati.

Cognizione

Nel maggio 2003 la Food and Drug Administration ha assegnato alla fosfatidilserina lo status di "qualified health claim" consentendo così sulle etichette di affermare che "il consumo di fosfatidilserina può ridurre il rischio di demenza e disfunzione cognitiva negli anziani" insieme al disclaimer "la ricerca suggerisce che la fosfatidilserina può ridurre il rischio di disfunzione cognitiva negli anziani, ma in maniera preliminare e molto limitata." Secondo la FDA, vi è una mancanza di accordo scientifico sull'esistenza di una relazione tra la fosfatidilserina e funzione cognitiva.

Revisioni più recenti hanno suggerito che la relazione potrebbe essere più solida, sebbene il meccanismo rimanga poco chiaro. Una revisione del 2020 di tre studi clinici ha rilevato che la fosfatidilserina è probabilmente efficace per migliorare la funzione cognitiva nelle persone anziane con lieve declino cognitivo. Alcuni studi hanno suggerito che l'origine della fosfatidilserina può fare la differenza - con chiaro riferimento alla soia.

  • Glade MJ, Smith K (June 2015). "Phosphatidylserine and the human brain". Nutrition. 31 (6): 781–6.
  • Poddar, Jit; Pradhan, Munmun; Ganguly, Gargi; Chakrabarti, Sasanka (2019). "Biochemical deficits and cognitive decline in brain aging: Intervention by dietary supplements". Journal of Chemical Neuroanatomy. 95: 70–80.
  • Kim HY, Huang BX, Spector AA (October 2014). "Phosphatidylserine in the brain: metabolism and function". Progress in Lipid Research. 56: 1–18.

La fosfatidilserina fa male?

Inizialmente, gli integratori di fosfatidilserina erano estratti dalla corteccia cerebrale bovina.

Tuttavia, a causa del rischio di potenziale trasferimento di malattie infettive come l'encefalopatia spongiforme bovina (sindrome della mucca pazza), l'industria si è orientata sui derivati della soia.

Un rapporto sulla sicurezza del 2002 ha stabilito che l'integrazione negli anziani a un dosaggio di 200 mg per 3 volte al giorno fosse sicuro.

Rimangono alcune preoccupazioni sulla sicurezza dei prodotti a base di soia e, pertanto, alcuni produttori di fosfatidilserina utilizzano la lecitina di girasole.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer