Ultima modifica 30.05.2019

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La maggior parte dei fitoestrogeni è assunta con la dieta sotto forma di composti inattivi glicosidici (complessati a molecole zuccherine), che vengono poi idrolizzati dalla flora intestinale. Per azione di questi microrganismi i fitoestrogeni alimentari sono convertiti in sostanze attive, che vengono in parte assorbite ed in parte ulteriormente metabolizzate.

L'assorbimento dei fitoestrogeni varia, quindi, da soggetto a soggetto e numerose condizioni possono limitare, in senso negativo, il loro metabolismo. Tra queste, ricordiamo l'assunzione di antibiotici, squilibri alimentari (alimentazione povera di scorie od eccessivamente ricca di proteine, zuccheri e fibre), interventi chirurgici e patologie del tratto digerente (colelitiasi, colite, stitichezza ecc.).

L'equolo, per esempio, è il metabolita isoflavonico dotato della maggiore attività antiossidante. Deriva dall'azione della microflora intestinale sulla daidzeina e nel corso di vari studi si è visto che tale conversione si realizza solo nel 35-70% della popolazione (importante, quindi, l'eventuale integrazione con probiotici e prebiotici). Questa considerazione, inoltre, potrebbe stare alla base delle differenti risposte individuali osservate nel corso degli studi clinici condotti per indagare l'efficacia terapeutica dei fitoestrogeni. Per lo stesso motivo, la valutazione della loro attività biologica e fitoterapica dovrebbe avvenire sulla base della concentrazione ematica od urinaria dei rispettivi metaboliti, piuttosto che sul semplice apporto dietetico.

Modo d'uso

nel corso dei vari studi clinici sono stati utilizzati dosaggi di fitoestrogeni variabili tra i 34 ed i 160 mg/die. L'apporto giornaliero ideale è stato stimato in 40-60 mg. Il raggiungimento di tale soglia è assicurato dal semplice consumo di alimenti ricchi in fitoestrogeni, come la soia, i legumi in genere e gli alimenti integrali. Il consumo di questi alimenti, inserito nel contesto di una dieta sobria, che prevenga la resistenza insulinica (consumo di cibi a basso indice e carico glicemico), rappresenta, con tutta probabilità, l'arma migliore per prevenire le forme tumorali estrogeno-dipendenti.

 

Alimento

Isoflavoni (tot.)

(mg/100 g)*

mg per porzione media

equivalente a (g)

Soia semi 58-380 34,8-228,0 (60)
Tofu 8-67 10,4-87,1 (130)
Farina di soia 83-178 16,6-35,6 (20)
Soia proteine testurizzate 71-118 28,4-47,2 (40)
Soia latte 3-17 3,0-17,0 (100)
Miso 26-89 4,7-16,0 (18)
Soia formaggio 3-5 1,2-20,0 (40)
Tofu yogurt 15 18,0 (120)
Soia salsa 1-7 0,1-0,3 (5)
Reinli K. And Block G. Nutr Cancer 26:123-148 (1996)

 

(*) Il contenuto di fitoestrogeni e la loro qualità varia molto in rapporto al luogo di coltivazione, al clima, alle caratteristiche del terreno e alle modalità di raccolta, estrazione e conservazione.

Effetti Collaterali

Non sono noti gravi effetti collaterali dei fitoestrogeni nell'uomo. A scopo cautelativo se ne sconsiglia l'utilizzo in gravidanza (potrebbero indurre alterazioni nello sviluppo dell'apparato riproduttivo maschile) ed in associazione a terapie ormonali.