Carnitina, Carne e Aterosclerosi

Carnitina, Carne e Aterosclerosi
Ultima modifica 31.03.2021

Oltre ai grassi saturi e al colesterolo, anche la carnitina contenuta nella carne (e in molti integratori ed energy drinks) potrebbe aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, come infartoictus e trombosi. Ad una lettura superficiale, sembra proprio questa la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic, in Ohio*; tuttavia, è opportuno chiarire alcuni aspetti di questo studio per evitare inutili allarmismi e mistificazioni.

Carnitina, Carne e Aterosclerosi Shutterstock

Anzitutto, l'aumento del rischio cardiovascolare NON sarebbe causato direttamente dalla carnitina, bensì da un suo metabolita, il TMAO (trimetilammina-N-ossido), che interferisce negativamente sul metabolismo del colesterolo favorendo la formazione di placche aterosclerotiche nel topo. Il TMAO, di cui sono piuttosto ricche le carni del pesce fresco, deriva dal metabolismo della carnitina da parte di alcuni batteri intestinali. In pratica, come accade per la maggior parte delle sostanze nutritive assunte con gli alimenti, la quota di carnitina che non viene assorbita nel tenue viene digerita da alcuni batteri presenti nel colon.

La flora intestinale è una sorta di impronta digitale, nel senso che cambia (anche in maniera considerevole) da un soggetto all'altro. La sua composizione dipende infatti da numerosi fattori, a cominciare dalla nascita (parto cesareo o vaginale, ambiente ospedaliero o casalingo, allattamento al seno o artificiale ecc.) fino al tipo di alimentazione. Infatti, proprio perché questi microrganismi si nutrono dei residui di cibo non digerito e non assorbito, il tipo di alimentazione concorre fortemente a selezionare la flora intestinale di un individuo. Alla luce di questa premessa, non sorprende come i livelli di batteri produttori di TMAO siano nettamente superiori nell'intestino di chi consuma una dieta ricca di carne; per contro, i ricercatori hanno scoperto come questi batteri siano molto meno rappresentati nell'intestino di soggetti latto-ovo-vegetariani, e ancor meno in chi evita del tutto le proteine animali (dieta vegana).

Oltre alla carnitina, occorre sottolineare che anche altre sostanze possono essere convertite in TMAO a livello intestinale; è il caso della colina e delle lecitine, che abbondano nelle uova (concentrandosi nel tuorlo) e in molti prodotti industriali (soprattutto di pasticceria) per la loro funzione emulsionante.

A questo punto, abbiamo tutti gli elementi per giungere ad alcune importanti considerazioni:

  • Una dieta troppo ricca di carne e uova può favorire l'insorgenza di malattie cardiovascolari anche attraverso meccanismi indipendenti dall'apporto di colesterolo e grassi saturi;
  • Anche un eccesso di carnitina o lecitine attraverso gli integratori potrebbe aumentare il rischio cardiovascolare; per lo stesso motivo, anche i prodotti della pesca (pesce, molluschi, crostacei), essendo naturalmente molto ricchi di TMAO, potrebbero aumentare il rischio cardiovascolare

...pertanto, senza dimenticare che:

  • La carnitina (che può essere sintetizzata in autonomia dall'organismo) è un nutriente molto importante per l'attività del cuore (e non solo), tanto che viene somministrata ad esempio dopo un infarto per favorire l'efficienza contrattile del muscolo cardiaco. Per questo è considerata un nutriente generalmente protettivo per il cuore.
  • L'integrazione di lecitina favorisce la riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue, poiché ne riduce l'assorbimento intestinale e favorisce il trasporto inverso del colesterolo "ripulendo le arterie" dai depositi lipidici.
  • Il pesce è ricco di omega-3, nutrienti utili nella prevenzione del rischio cardiovascolare soprattutto per la loro azione antinfiammatoria ed antipertensiva. Un'alimentazione ricca di pesce, a dispetto delle sue alte concentrazioni di TMAO, è quindi generalmente considerata protettiva nei confronti delle malattie cardiache.

... i risultati dello studio non sono altro che l'ennesimo invito a:

  • Consumare una dieta varia ed equilibrata, evitando le diete monotematiche e gli eccessi alimentari in genere.
  • Non superare, specie per lunghi periodi di tempo, le dosi di assunzione consigliate per gli integratori (questo vale in generale, non solo per quelli di carnitina e lecitina di soia).
  • Considerare i risultati degli studi scientifici come un piccolo tassello nel complicatissimo puzzle della salute, dove il buon senso e le conoscenze scientifiche precedentemente acquisite ci aiutano a ricomporre l'immagine di fondo.

ATTENZIONE, quindi: gli effetti biologici di un alimento non possono essere ridotti o confusi con uno degli effetti biologici di una delle sue innumerevoli componenti; occorre invece una visione d'insieme.

Bibliografia:

* Intestinal microbiota metabolism of l-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis"

Koeth, Robert A; Zeneng Wang, Bruce S Levison, Jennifer A Buffa, Elin Org, Brendan T Sheehy, Earl B Britt, Xiaoming Fu, Yuping Wu, Lin Li, Jonathan D Smith, Joseph A DiDonato, Jun Chen, Hongzhe Li, Gary D Wu, James D Lewis, Manya Warrier, J Mark Brown, Ronald M Krauss, W H Wilson Tang, Frederic D Bushman, Aldons J Lusis & Stanley L Hazen. Departmente of Cellular and Molecular Medicine, and Center for Cardiovascular Diagnostic and Prevention, Cleveland Clinic, Cleveland, OH, USA.

 Nature Medicine 2013; 19: 576–85. 

Per approfondire: Integratori di Acetil-L-Carnitina: a cosa servono? Fanno dimagrire?