Compost: Cos’è, A Cosa Serve e Come Fare il Compostaggio?

Compost: Cos’è, A Cosa Serve e Come Fare il Compostaggio?
Ultima modifica 16.02.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cos’è e a Cosa Serve
  3. Farlo in Casa
  4. Vantaggi e Benefici

Introduzione

Compost (hummus) è il nome di un fertilizzante naturale ottenibile previa decomposizione di rifiuti organici idonei allo scopo.

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L'atto del compostare è detto anche "compostaggio", e costituisce ad oggi una vera e propria tendenza green.

Esistono vari sistemi per ottenere un buon compost a livello domestico, anche se tutti basati sul medesimo concetto. Il metodo più semplice è l'utilizzo di una compostiera, commerciale o autocostruita, nella quale riversare specifici substrati di scarto e addizionarvi organismi e starter biologici che velocizzano e ottimizzano il processo.

In questo articolo spiegheremo più dettagliatamente cos'è e a cosa serve il compost, come produrlo in maniera corretta e tutti i vantaggi e benefici in termini di sostenibilità.

Attenzione! Specifichiamo fin da subito che l'attività di compostaggio potrebbe virtualmente contribuire ad abbattere i livelli di rifiuti da smaltire. Sappiamo infatti che l'organico costituisce ben il 20% dell'immondizia totale, e pertanto gestendone gran parte a livello domestico potremmo ridurre i costi e l'inquinamento da esso provocati.

Per approfondire: Agricoltura Verticale o Skyfarming (Vertical Farming): la Nuova Dimensione della Sostenibilità

Cos’è e a Cosa Serve

Cos’è il compost e a cosa serve il compost?

Il compost è una miscela naturale, anche nota come hummus, utilizzata in agricoltura e giardinaggio come fertilizzante naturale per il terreno.

Deve la sua crescente popolarità alla relativa capacità rinvigorente e protettiva per le piante, alla tipica sostenibilità e al fatto che può essere prodotto a livello casalingo.

Lo Sapevi che…

Il microbiota e gli enzimi presenti negli estratti di compost hanno anche un effetto soppressivo sui patogeni fungini delle piante.

Il compost è una buona fonte di agenti di biocontrollo come B. subtilis, B. licheniformis e P. chrysogenum, che combattono i patogeni delle piante.

Il compost può essere impiegato anche per la bonifica di terreni e dei corsi d'acqua, per la ricostruzione di habitat e per la copertura delle discariche.

Per approfondire: Saving Bees: Proteggere le Api fa Bene all'Ambiente e all'Economia

Farlo in Casa

Come si fa un buon compost?

Il compost è ricavato previa trasformazione di alcuni rifiuti organici "velocemente" biodegradabili, sfruttando l'azione metabolica sia di animali invertebrati - come i lombrichi - sia di alcuni microorganismi - come batteri e funghi (peraltro costituenti una barriera difensiva dai patogeni).

Organismi e microorganismi utili al compostaggio

Gli organismi e i microorganismi utili al compostaggio si dividono in due grandi categorie:

  • decompositori chimici, che eseguono processi chimici sui rifiuti organici. Si tratta di batteri mesofili, termofili, actinobatteri, funghi e protozoi;
  • decompositori fisici, che elaborano i rifiuti in pezzi più piccoli attraverso metodi come macinazione, lacerazione, masticazione e digestione. Si tratta di lombrichi, formiche, coleotteri, mosche, millepiedi, rotiferi, lumache e chiocciole, Oniscidea e collemboli.

Attenzione! Alcuni di questi devono essere rimossi prima di usare il compost.

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Cosa mettere nella compostiera?

Il compostaggio è un metodo aerobico (richiede aria) per decomporre i rifiuti organici.

Gli organismi e i microorganismi di compostaggio richiedono quattro ingredienti ugualmente importanti per funzionare efficacemente:

  • Carbonio: per l'energia; l'ossidazione microbica del carbonio produce il calore necessario per altre parti del processo di compostaggio. I materiali ad alto tenore di carbonio tendono ad essere marroni e asciutti.
  • Azoto: per far crescere e riprodurre più organismi, i quali ossidano il carbonio. I materiali ad alto contenuto di azoto tendono ad essere verdi e umidi. Possono anche includere frutta e verdura colorata.
  • Ossigeno: fondamentale ad ossidare il carbonio, il processo di decomposizione. I batteri aerobici hanno bisogno di livelli di ossigeno > 5% per eseguire i processi necessari al compostaggio.
  • Acqua: necessaria a giuste quantità per mantenere l'attività, senza però determinare una condizione anaerobica.

Il compostaggio è più efficiente con un rapporto carbonio / azoto di circa 25:1.

30:1 invece, permette il massimo della velocità di compostaggio; oltre, il compost difetta in azoto, mentre con 15:1 è probabile che si liberi una quantità eccessiva di ammoniaca.

Tanto per avere un'idea del rapporto tra i due, l'erba tagliata fresca ha un rapporto medio di circa 15:1 e le foglie autunnali secche di circa 50:1 (a seconda della specie).

L'aumento della velocità di compostaggio permette di riscaldare il cumulo di compost, così come il giusto equilibrio aria/acqua; anche l'aumento della stessa temperatura tende a promuovere il metabolismo di batteri e funghi, ma fino ad un certo punto.

A livello industriale, il compost può raggiungere e superare i 70° C - che, in realtà, costituisce un livello eccessivo al mantenimento della vita microbica. A livello domestico, ci si potrebbe accontentare di raggiungere i 50-55 °C (opinabile).

È sempre necessaria una gestione attiva del materiale per mantenere una quantità sufficiente di ossigeno e il giusto livello di umidità. Per di più, il compostaggio è un processo continuo e dinamico; sono importanti l'aggiunta di nuove fonti di carbonio e azoto in modo coerente e la gestione attiva.

Gli ingredienti primari del compost sono:

  • rifiuti da giardinaggio: ad esempio sfalci, erba e foglie secche ecc.
  • residui alimentari vegetali: ad esempio buccia e torsolo della frutta, picciolo, foglie esterne di certi ortaggi, buccia di alcuni legumi (come le fave) ecc.
  • altri materiali organici come i packaging specificamente concepiti, la carta e i piatti compostabili ecc.

Per semplicità, possiamo differenziare i fattori compostabili in verdi e marroni.

Quelli verdi sono generalmente considerati una fonte di azoto e includono rifiuti alimentari pre e post-consumo, erba tagliata, potature del giardino e foglie fresche. Anche le carcasse degli animali sono fonti di azoto ma, come vedremo, nel compostaggio domestico sono sconsigliate.

I rifiuti marroni sono una fonte di carbonio; sono esempi tipici: la vegetazione secca, il materiale legnoso come foglie cadute, paglia, trucioli di legno, rami, tronchi, aghi di pino, segatura e cenere di legno. Anche i prodotti derivati dal legno, come carta e cartone, sono considerati fonti di carbonio.

Lo Sapevi che…

È stato scoperto che il ha un effetto inibitorio su Fusarium oxysporum, Rhizoctonia sp. e Pythium debaryanum, agenti patogeni delle piante che possono causare malattie delle colture.

Il letame degli erbivori (bovini ed equini) è considerato una discreta fonte di azoto, mentre la lettiera organica - dei conigli, ad esempio - è considerata una buona fonte di carbonio.

Gli escrementi umani e dei suini sono buone fonti di azoto ma, ovviamente, nell'ambito domestico non sono esattamente "il massimo" dell'igiene - perché, sottolineiamo, il compost domestico non raggiunge quasi mai le temperature autolimitanti.

L'urina invece, sembra un discreto concentrato di azoto e con minori problematiche. Aumenta molto la temperatura del compost, che permette di eliminare i patogeni anziché aumentarli, non attira mosche o mosconi, ed è essa stessa sterile.

Le carcasse animali potrebbero essere buone fonti di azoto ma, come vedremo, non si prestano al compostaggio domestico.

Sono concessi anche: polvere, alghe, scarti della produzione di birra domestica, erbe e spezie scadute, tovaglioli, asciugamani, piatti di carta compostabili ma senza sostanze potenzialmente indesiderate, popcorn non scoppiati o bruciati, bacchette e stuzzicadenti di legno.

Lo Sapevi che…

In alcune zone del Mondo meno influenzate dalle tradizioni, il compostaggio sta diventando un approccio emergente allo smaltimento ecologico dei corpi umani. Quando viene mescolato con trucioli di legno e lasciato compostare, un cadavere umano si trasforma in compost in un solo mese!

Cosa NON mettere nella compostiera domestica?

Lo abbiamo già detto, non tutto l'organico deve finire nella compostiera - altrimenti, diventerebbe una piccola discarica.

Alcuni possono essere aggiunti al futuro compost solo in piccole quantità, come gli scarti della cipolla le bucce degli agrumi (fortemente aromatici), i gusci d'uovo (che non si scompongono) e il pane raffermo (che può fungere da booster per lo sviluppo, ma se in eccesso diventa controproducente per la liberazione di acido acetico, alcol etilico ecc.).

Per varie ragioni, non dovrebbero essere compostati:

  • Scarti della carne e del pesce, inclusi ossa, pelle, lische, visceri e grasso. Anzitutto per il fetore che si creerebbe. Ma anche perché attirerebbero animali come ratti, gatti, uccelli, orsi, cinghiali - opossum e procioni, in altri continenti - mosche, vespe ecc. E inoltre perché il tipo di microflora selezionata da quantità eccessive di grassi e proteine non sarebbe quella giusta, e per l'eccessiva liberazione di gas metano. Le ossa e le squame, poi, non si degradano efficacemente e non è carino intravedere costole o femori spuntare dai vasi o dall'orto;
  • Latticini e oli: per lo stesso suddetto motivo, dovrebbero essere evitati formaggio, burro, latte, panna acida e yogurt, nonché gli oli (ad esempio quello della frittura); attirano visitatori indesiderati;
  • Piante o legno trattati chimicamente o che contengono pesticidi: parliamo soprattutto di impregnanti isolanti, vernici, insetticidi, fungicidi o erbicidi al cumulo di compost. Possono ridurre la velocità del compostaggio e uccidere involontariamente gli organismi benefici. I residui degli erbicidi possono influenzare le piante dopo l'aggiunta del compost;
  • Residui del noce nero: perché contiene una sostanza naturale chiamata juglone che ostacola la crescita di molte piante e può persino ucciderle. Alcune tra le piante più sensibili sono il pomodoro, il peperone, le patate e le piante ornamentali come azalea, viburno e ortensia;
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  • Piante malate o infestate da insetti: per uccidere insetti e agenti patogeni come funghi e batteri, il compost deve raggiungere almeno i 60-62°C per diversi giorni. Tuttavia, la maggior parte dei prodotti domestici non raggiunge mai temperature così elevate. Meglio evitare;
  • Erbacce che hanno sviluppato i semi: anche i semi hanno la capacità di resistere fino oltre i 60°C, pertanto meglio non addizionarle al compost, se non si vuole correre il rischio di veder crescere molte più erbacce dopo aver usato il prodotto;
  • Cenere di carbone: se da un lato è contemplata l'aggiunta in piccole quantità di cenere da legna, meglio evitare la cenere di carbone, che renderebbe il compost troppo acido;
  • Feci di cani o gatti: anche se non dovrebbe essere necessario specificarlo, le feci degli animali carnivori non sono adatte alla fertilizzazione. Questo soprattutto perché possono contenere parassiti anche molto pericolosi, come il Toxoplasma, che sappiamo essere potenzialmente letale per il feto nella donna gravida.

Dove va posizionata la compostiera?

Tradizionalmente, le compostiere vengono nascoste in un angolo libero del giardino. Questo per due ragioni:

  • Perché, soprattutto nei primi tempi, veniva considerato un gadget "naturista", quasi naif, e, a molti soggetti poco acculturati in tal senso, poteva addirittura "dare fastidio";
  • Perché, in particolare quando non attentamente formulato, il compost dà origine a sgradevoli odori - se possibile, meglio collocarla sotto-vento rispetto al flusso dominante dell'area.

La compostiera dovrebbe comunque essere facilmente accessibile, su terreno ben drenante e pianeggiante (mai su cemento, asfalto, pavimenti da esterno ecc.), meglio se parzialmente esposto alla luce solare - il compost non deve mai essere "freddo".

Si consiglia di evitare la collocazione in prossimità degli alberi; le radici tendono ad avanzare verso il nutrimento e l'umidità, entrando addirittura nella compostiera.

Altri fattori da considerare nel compostaggio

La maturazione del compost richiede tempo e accorgimenti importanti, come:

  • calore: abbiamo già parlato della posizione della compostiera, ma ribadiamo che il calore è essenziale alla "spinta" dell'attività metabolica di questi microorganismi. Se ne deduce che il compost sarà più veloce in estate e più lento in inverno;
  • giusto tasso di umidità: si consiglia di bagnare regolarmente il compost in estate, soprattutto se la compostiera è esposta costantemente alla luce solare;
  • buon rapporto tra azoto e carbonio: rileggi sopra cosa va nella compostiera e cosa evitare;
  • rimescolamento: per ottimizzare la trasformazione è bene rimescolare di tanto in tanto il compost, in modo da offrire sempre il nuovo substrato ai microorganismi, e da eliminare parte dei gas che potrebbero compromettere l'attività dei microbi stessi;
  • areazione: potrà sembrare strano ma, talvolta, il compost ha bisogno di "aria fresca"; questa mansione, parzialmente svolta dal rimescolamento, serve a "sgasare" il substrato. Non tutti sanno infatti, che il metabolismo di batteri e funghi è "autolimitante". Nel senso che la produzione di scarti gassosi e l'esaurimento dell'ossigeno determinano il rallentamento del processo fin quasi all'interruzione per morte di molti ceppi;
  • eventuale aggiunta di starter microbiologici: si usa soprattutto all'inizio, ma talvolta è utile per "recuperare" un compost "morente" o troppo lento. Sono facilmente reperibili in forma disidratata quasi ovunque ed on-line.

Quanto tempo ci vuole per fare il compost?

In condizioni ottimali, il compost può essere prodotto in appena sei-otto settimane.

In genere tuttavia, ce ne vogliono di più; la media dei produttori casalinghi di compost è di pressappoco un anno - anche se ciò dipende parecchio dal clima e dai vari accorgimenti di cui sopra.

Di solito comunque, il compost è un prodotto che risponde bene "alle cure" di chi lo produce.

Come capire se il compost è pronto?

Il compost può definirsi "pronto" quando gli ingredienti si sono trasformati in un substrato dall'odore terroso e color marrone scuro.

È ovvio che, rinfrescandolo continuamente, il rischio è di non vederlo mai totalmente finito. Per questo, molti consigliano di munirsi di più compostiere e di modeste dimensioni, piuttosto che di un solo grosso contenitore.

Per approfondire: Sostenibilità Alimentare: Cosa Significa e Come si Applica

Vantaggi e Benefici

Il compost fa bene all’ambiente, all’economia e alla società

Compostare - verbo che indica la produzione di compost - permette di diminuire le risorse necessarie allo smaltimento dell'immondizia e di promuovere l'ampliamento delle aree verdi domestiche (piccole o grandi che siano).

Il compostaggio è una parte importante della gestione dei rifiuti poiché gli alimenti vegetali e altri materiali compostabili costituiscono circa il 20% dei rifiuti nelle discariche.

Rispetto a queste ultime, che determinano un'elevata liberazione di metano, il compostaggio domestico offre non pochi vantaggi ambientali.

Altri benefici indiretti del compostaggio sono:

  • Miglioramento dell'autoproduzione orto-frutticola e del giardinaggio, che a loro volta:
    • riducono l'impiego di fertilizzanti di sintesi;
    • consapevolizzano ed educano l'utente medio sul valore dei cibi e sulle difficoltà riscontrabili in agricoltura;
  • Supporto delle coltivazioni pensili, che a loro volta:

È per tutte queste ragioni che il compostaggio costituisce un perfetto esempio di "adeguamento civico" allo sviluppo sostenibile.

Per approfondire: Cibo Sostenibile: Cosa Acquistare nel Rispetto dell’Ambiente

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer