A cura della Dott.ssa Rita Fabbri
Nome botanico: Angelica archangelica L. (sin. Angelica officinalis Hoffm.) Famiglia: Umbrellifere (o Apiaceae) Parti usate: Radici |
Descrizione botanica
L'Angelica è una pianta erbacea biennale o perenne. Gli steli eretti, robusti, cavi e rossastri, possono raggiungere due metri di altezza. Le foglie, di un verde luminoso e lunghe fino a mezzo metro, sono picciolate, dotate di una guaina chiara che avvolge lo stelo, pennate, a margine seghettato e di colore verde più chiaro nella pagina inferiore. L'Angelica si può paragonare ad un prezzemolo gigante con gambi simili a quelli del sedano. La radice è robusta e carnosa. I piccoli fiori, tra il verde chiaro ed il giallo pallido, sono raccolti in ombrelle grandi, compatte e rotonde; l'Angelica fiorisce in tarda estate, le infiorescenze hanno un profumo dolce e caldo, che ricorda l'anice. Il frutto è formato da due acheni addossati uno all'altro, di colore marroncino con tre costole dorsali ben evidenti e un'ala corta di consistenza tuberosa.
Le piante si trovano nei prati umidi delle località montane, sulle rive dei fiumi e nelle zone costiere. Il clima ideale è temperato, l'esposizione migliore è la mezz'ombra ed il terreno dev'essere ricco di sostanze organiche e ben drenato. L'Angelica tollera bene in genere sia le alte che le basse temperature.
Può essere utilizzata anche come pianta ornamentale: si consiglia di scegliere un vaso adatto alle dimensioni e mantenere il terreno sempre umido.
L'Angelica è una pianta originaria dell'Europa settentrionale e dell'Asia. In Europa (Germania Francia, Ungheria e Belgio) la specie coltivata ed utilizzata a scopo officinale è l'Angelica archangelica. In Italia cresce spontaneamente solo in alcuni prati delle Alpi e degli Appennini, e spesso viene confusa con l'Angelica sylvestris (o Angelica selvatica).
La specie principale, Angelica archangelica (o Angelica officinalis), differisce da quella sylvestris che è molto meno profumata, più piccola sia come altezza che come dimensioni delle foglie, il tono di verde è identico su entrambe le pagine della foglia, i fiori sono di colore bianco-rosato e non viene utilizzata in cucina.
La radice è la parte della pianta comunemente utilizzata e viene raccolta in autunno. Si possono utilizzare anche i semi estratti dalle ombrelle in tarda estate, il fusto raccolto sempre in estate, e le foglie raccolte in primavera inoltrata.
Esistono una trentina di specie di Angelica; tra le più importanti possiamo ricordare (nome latino e nome comune):
- Angelica sinensis o polymorpha (Angelica cinese, dong quai)
- Angelica acutifolia (Angelica giapponese)
- Angelica atropurpurea (Angelica americana)
- Angelica sylvestris (Angelica selvatica)
- Angelica archangelica o officinalis (Angelica europea)
L'Angelica dong quai è stata coltivata da sempre come pianta medicinale per diversi disturbi ginecologici (dismenorrea, amenorrea, metrorragia, disturbi legati alla menopausa soprattutto vampate e come integratore in gravidanza); per questo motivo viene spesso indicata come “ginseng femminile” (4-6). Successivamente venne introdotta l'Angelica giapponese. Le due specie sembrano avere effetti fitoterapici similari anche se Cina e Giappone rivendicano la propria come la più efficace.
Secondo alcuni Autori anche l'Angelica europea e quella americana avrebbero attività terapeutiche diverse da quelle asiatiche, ma questa differenza non è stata dimostrata scientificamente. L'impiego fitoterapico più comune dell'Angelica americana è nei bruciori di stomaco e nelle coliti associate a sintomatologie quali dolore e tensione addominale, diarrea, stitichezza, flatulenza, meteorismo, gonfiore e difficoltà digestive (7).
Composizione chimica
L'Angelica archangelica è molto ricca di cumarine, tra cui ostolo, ostenolo, umbelliferone, angelicina, archangelicina, bergaptene, ostruttolo ed altre cumarine non ancora identificate.
Nella radice sono presenti anche flavonoidi, acidi caffeici, tannini, sostanze resinose, amare e zuccherine. La radice contiene infine un olio essenziale (0,3-1%) ricco di monoterpeni, quali α-pinene, β felladrene, limonene e p-cimene, borneolo e lattoni macrociclici (4,8). La quantità e la qualità dell'olio essenziale di Angelica variano in rapporto al luogo di provenienza della droga: sono più ricche di olio, quindi più aromatiche, le piante che crescono a grandi altezze (9-10). Il principale componente odoroso dell'olio essenziale di Angelica è il lattone dell'acido 15-ossi-pentadecenoico (11-12).
L'Angelica cinese e giapponese hanno una composizione chimica molto simile e contengono cumarine, flavonoidi ed un olio essenziale il cui aroma è caratteristico e diverso dal quello dell'archangelica.