Ultima modifica 20.12.2019

« lo stomaco: richiami di anatomia e fisiologia

Regioni dello Stomaco

Lo stomaco è un organo a forma di sacco allungato, situato tra l'esofago ed il duodeno. Lungo circa 25 cm, ha una capacità di 1,5-2 litri.

Lo stomaco viene suddiviso anatomicamente nelle seguenti regioni:

  • il fondo, disposto superiormente ed a sinistra della giunzione tra esofago e stomaco (esofago-gastrica);
  • il cardias, corrispondente alla giunzione gastroesofagea;
  • il corpo, che rappresenta la porzione maggiore dello stomaco e che si trova tra il fondo e l'antro;
  • l'antro, porzione finale dello stomaco, che si estende dalla piccola curvatura sino al piloro;
  • il piloro, che rappresenta il confine tra lo stomaco ed il duodeno.
Stomaco

Funzioni dello stomaco

Lo stomaco svolge numerose ed importanti funzioni. Innanzitutto funge da vero e proprio serbatoio per il bolo che arriva dall'esofago, immagazzinandolo fino a quando non viene completamente aggredito dai succhi gastrici. La capacità contenitiva è affidata alle regioni del fondo e del corpo, dove il materiale nutritivo soggiorna per circa 1-3 ore, in relazione alla quantità ed alla qualità del cibo ingerito.

In questa zona dello stomaco il bolo, in attesa di essere spinto nell'intestino, viene aggredito dal succo gastrico.

Succo gastrico

Liquido vischioso prodotto dalle ghiandole gastriche situate lungo la parete di fondo e corpo.

Come tutte le secrezioni gastrointestinali, il succo gastrico è formato soprattutto da acqua (circa il 97%). L'abbondante presenza di liquidi si rende necessaria per diluire il bolo, che da massa semisolida diventa un brodo denso, chiamato chimo.

Oltre all'acqua, nel succo gastrico sono presenti anche enzimi digestivi che, ricoprendo tutti la medesima funzione, assumono un nome singolare (pepsinogeno). Nella composizione del secreto gastrico rientrano anche altri peptidi, come mucoproteine, fattore intrinseco ed un enzima chiamato lipasi.

La quantità di succo gastrico secreta nelle 24 ore ammonta a circa tre litri.

Acido cloridrico, Pepsina e Digestione delle proteine

L'acido cloridrico attiva il pepsinogeno a pepsina.

Il pepsinogeno è costituito dall'insieme degli enzimi secreti nel lume dello stomaco. Questi vengono prodotti sotto forma di precursori inattivi che, per svolgere a pieno la loro funzione digestiva, devono essere attivati a pepsina.

 

pepsinogeno = forma inattiva     pepsina = enzima attivo.

 

Tale attivazione è mediata dall'acido cloridrico che, staccando dal pepsinogeno una catena di 40 aminoacidi, lo converte in pepsina:

 

pepsina

 

Gli enzimi proteolitici devono essere necessariamente secreti in una forma inattiva poiché, se così non fosse, digerirebbero le stesse cellule che li hanno prodotti ed immagazzinati. La funzione della pepsina è infatti quella di iniziare la digestione delle proteine alimentari.

L'acido cloridrico, oltre ad attivare la pepsina, crea le condizioni ambientali favorevoli alla sua azione. Ricordiamo che ogni enzima lavora ad un pH ottimale, che nel caso della pepsina è particolarmente basso (2-3).

  • L'acido cloridrico rappresenta un'ottima difesa contro i germi introdotti con gli alimenti, che vengono in gran parte inattivati dalla forte acidità. Le sue proprietà antisettiche erano già state testate da Spallanzani nel XVII secolo che, dopo aver immerso frammenti di carne nel succo gastrico, notò un ritardo nei processi di putrefazione.
  • Grazie alla presenza dell'acido cloridrico, il succo gastrico è in grado di digerire cellule e tessuti particolarmente resistenti, come il tessuto connettivo. Questa sostanza, presente soprattutto nei muscoli degli animali, è particolarmente difficile da digerire, poiché è costituita da proteine molto resistenti come il collagene.
  • L'acido cloridrico denatura le proteine, facilitandone la digestione. La gran parte delle proteine, comprese quelle assunte con gli alimenti, si trova in struttura terziaria. In questa forma le catene aminoacidiche sono avvolte su se stesse a formare una sorta di gomitolo. Denaturare significa rompere i legami interni che mantengono la proteina in questa configurazione globulare. In termini pratici le proteine introdotte con il cibo vengono "srotolate" grazie alla presenza di acido cloridrico. L'attività degli enzimi deputati alla digestione delle proteine, quindi al distacco dei singoli aminoacidi (pepsina), viene così notevolmente facilitata.

Fattore intrinseco

Glicoproteina secreta dalle mucosa gastrica che, legando la vitamina B12 introdotta con la dieta, ne consente l'assorbimento.

Nel duodeno si viene a formare un legame tra fattore intrinseco e vitamina B12. Il complesso, resistendo all'azione digestiva dei numerosi enzimi proteolitici, prosegue inalterato lungo il tubo digerente, fino a raggiungere l'ileo (ultimo tratto dell'intestino tenue) dove la vitamina B12 viene assorbita.

In assenza di fattore intrinseco, la vitamina B12 viene quasi completamente eliminata con le feci. La conseguente avitaminosi è responsabile di una tipica anemia, detta perniciosa (o megaloblastica).


Pepsina, lipasi, muco, regolazione della secrezione gastrica »
Fasi del processo digestivo gastrointestinale »