Ultima modifica 13.09.2018

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La quantità di acqua corporea è regolata a due livelli: nel sistema nervoso centrale si trova il centro della sete (stimolato tutte le volte che rischiamo disidratazione), mentre il secondo centro regolatorio si trova a livello renale. La quantità di urina eliminata dal rene è infatti proporzionale alla percentuale di acqua presente nel plasma e nell'organismo.

Nella capsula di Bowman scorrono 180 litri di filtrato al giorno, mentre nel tratto finale del segmento contiguo (tubulo prossimale) tale volume scende a 54 litri/die. In questo primo tratto vengono infatti riassorbite importanti quantità d'acqua, così come avviene nelle porzioni successive. Grazie all'efficace processo di riassorbimento, al termine del dotto collettore esce soltanto un litro e mezzo di liquido al giorno (sotto forma di urina).

 

Variazione di volume e osmolarità del filtrato lungo il nefrone

REGIONE DEL NEFRONE

VOLUME DEL LIQUIDO

OSMOLARITA' DEL LIQUIDO

Capsula del Bowman

180 L/die

300 mOsM

Fine del tubulo prossimale

54 L/die

300 mOsM

Fine dell'ansa di Henle

18 L/die

100 mOsM

Fine del dotto collettore (urina finale)

1,5 L/die (media)

50-1200 mOsM

 

Per capire come il rene interviene nella regolazione del bilancio idrico, occorre considerare un ulteriore fattore, rappresentato dall'osmolarità del liquido presente nei tubuli.

L'osmolarità esprime la concentrazione dei soluti in una soluzione, nel nostro caso nel liquido presente in sede tubulare. L'osmolarità dipende pertanto dalla somma totale dei soluti (sodio, cloro, calcio, glucosio, amminoacidi ecc.) contenuti nella preurina.

I liquidi fisiologici, presenti dentro e fuori dalle cellule, hanno un'osmolarità pari a 300 milliosmoli, che ritroviamo anche nel filtrato presente nella capsula di Bowman. Alla fine del tubulo contorto prossimale il volume di liquido si riduce ma l'osmolarità rimane invariata poiché l'acqua segue i soluti riassorbiti ed il lo rapporto rimane inalterato.

Nel tubulo prossimale vengono riassorbiti il glucosio, le vitamine, gli amminoacidi, molti sali e quel po' di proteine che sono riuscite a passare. Lungo l'ansa di Henle, al contrario, non solo si riduce il volume del filtrato, ma diminuisce sensibilmente anche l'osmolarità (-66%); di conseguenza i soluti diventano meno concentrati, o più diluiti che dir si voglia.

Alla fine del dotto collettore, dov'è presente l'urina che sarà eliminata, l'osmolarità varia da 50 a 1200 milliosmoli; l'urina, quindi, può essere molto diluita o particolarmente concentrata. Il primo caso si riscontra, per esempio, quando una persona beve acqua in eccesso; l'urina sarà invece piuttosto concentrata quando il soggetto è disidratato.

Nel liquido interstiziale intorno all'ansa di Henle e al tubulo collettore sono presenti delle soluzioni molto concentrate, con un'osmolarità molto elevata per l'accumulo di soluti. Inoltre, le pareti dei vari tratti del nefrone hanno diversa permeabilità all'acqua e ai sali. La branca discendente dell'ansa di Henle è permeabile all'acqua, che viene quindi riassorbita, ma non ai soluti; per questo motivo il volume diminuisce e la concentrazione dei soluti aumenta. Nella branca ascendente dell'ansa di Henle la parete è impermeabile all'acqua, la cui uscita è quindi impedita, e possiede delle pompe in grado di espellere sali. Questo sistema è particolarmente efficiente, tanto che alla fine dell'ansa ritroviamo un liquido particolarmente diluito (18 litri/die), pronto per entrare nel tubulo distale. Da questo tratto in poi la permeabilità della parete tubulare è regolata attivamente, in base alle richieste fisiologiche, da un ormone chiamato antidiuretico o vasopressina, il cui nome ci fa già intuire la sua azione: questo peptide, liberato dall'ipofisi posteriore, è infatti in grado di ridurre la diuresi (eliminazione di urina).

La vasopressina viene secreta ogni qualvolta l'acqua scarseggia, per informare i reni dello stato di disidratazione dell'organismo. In risposta all'ormone il rene interviene attivamente e, rendendo permeabili all'acqua le pareti degli ultimi tratti del nefrone, riduce i volumi escreti aumentando quelli riassorbiti. In assenza di vasopressina, malattia nota come diabete insipido, il soggetto è costretto ad eliminare 18 litri di urina al giorno e, di conseguenza, ad assumere almeno venti litri di liquidi con la dieta.

 

rene

 

Nelle cellule della parete del dotto collettore sono presenti dei recettori per la vasopressina che, una volta legati all'ormone, favoriscono l'esposizione di canali per l'acqua (acquaporine) sulla membrana tubulare rivolta verso il lume interstiziale. In questo modo l'acqua può essere recuperata dal filtrato, passare nel sangue ed essere trattenuta dall'organismo.

L'ormone aldosterone, invece, regola la concentrazione di sodio, potassio e H+, recuperando il primo dalla preurina ed aumentando l'escrezione degli altri due.

 


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