La lipoprotein lipasi (LPL) è un enzima presente nelle cellule endoteliali che rivestono la superficie interna dei capillari sanguigni. Si concentra in modo particolare a livello dell'endotelio capillare del tessuto muscolare scheletrico, del tessuto cardiaco e di quello adiposo. Non a caso, la funzione della lipoprotein lipasi è idrolizzare i trigliceridi contenuti nelle lipoproteine (chilomicroni e VLDL), liberando due acidi grassi liberi ed un monoacilglicerolo. I prodotti derivanti da questa idrolisi dei trigliceridi diffondono nelle cellule, dove possono andare incontro essenzialmente a due destini: il primo è di essere metabolizzati nel muscolo scheletrico e nel cuore, il secondo, tipico dei periodi di sovra-alimentazione (surplus energetico), è di essere utilizzati come substrati per la risintesi di trigliceridi, poi accumulati come riserva energetica.
L'insulina aumenta l'espressione della lipoprotein lipasi a livello del tessuto adiposo bianco, favorendo l'idrolisi dei trigliceridi ematici in glicerolo ed acidi grassi; così, questi ultimi possono entrare negli adipociti per poi essere riesterificati con glicerolo formando trigliceridi di riserva.
Deficit familiare di lipoprotein lipasi (malattia di Burger - Grutz o Iperlipoproteinemia familiare di tipo I)
Malattia autosomica recessiva, con incidenza pari ad un caso su 100.000 persone. Si manifesta in soggetti omozigoti per una mutazione sul gene che codifica per la lipoprotein lipasi. Il conseguente deficit di questo enzima fa sì che i soggetti affetti da tale malattia mostrino livelli di trigliceridi particolarmente elevati (di solito superano 800-1000 mg/dL), a causa del blocco del metabolismo dei chilomicroni. La severa ipertrigliceridemia si accompagna, sin dall'infanzia, ad una maggior incidenza di pancreatiti, dolori addominali, xantomi eruttivi (papule giallastre con contorni arrossati distribuite nelle regioni corporee sottoposte a pressione) ed epatosplenomegalia (ingrossamento abnorme di fegato e milza). Sensibile è anche l'aumento del rischio cardiovascolare, mentre talvolta è presente retinopatia.
Deficit familiare di APO-C2
Una proteina molto importante, perché in grado di attivare la lipoprotein lipasi, è la Apo-lipo-protein-C2 o APO-C2. Un deficit di questa proteina, espressa sulla superficie di VLDL e chilomicroni, può causare un'iperlipoproteinemia caratterizzata da ipertrigliceridemia (elevato tasso di trigliceridi nel sangue). Di conseguenza, il deficit di APO-C2 si associa ad un maggior rischio di aterosclerosi precoce e di pancreatiti, più comuni nell'età avanzata. Anche in questo caso la malattia è legata ad una mutazione autosomica recessiva, specificatamente nel gene che codifica per la APO-C2.
Lipoproteinlipasi, dieta, farmaci ed integratori
Il deficit di lipoprotein lipasi o di APO-C2 può essere trattato con una dieta povera di grassi, consumati in quantità non superiori ai 10-20 grammi al giorno. Andranno nettamente preferiti i grassi a catena intermedia, che si legano direttamente all'albumina e non sfruttano i chilomicroni per essere trasportati nel torrente circolatorio. Allo stesso tempo, è necessario abolire l'alcool e garantire un adeguato apporto di vitamine liposolubili e di acidi grassi essenziali. Gli omega-3 di origine ittica (EPA e DHA), in particolare, hanno dimostrato notevoli proprietà ipotrigliceridemizzanti e come tali sono utilizzati ad alte dosi per abbassare i livelli di trigliceridi. Altri farmaci dotati di simile attività sono i fibrati e l'acido nicotinico, che esplicano la propria azione ipotrigliceridemizzante anche attraverso l'aumento di espressione dell'enzima lipoprotein lipasi.