Epifisi cerebrale o ghiandola pineale: cos'è, dove si trova e funzione
Forse cercavi: epifisi, tratto distale delle ossa lunghe oppure ipofisi, un'altra ghiandola endocrina
L'epifisi è una piccola ghiandola endocrina situata al centro della scatola cranica, dove costituisce gran parte dell'epitalamo. Nota anche come ghiandola pineale (per via della forma che ricalca a grandi linee quella di una pigna), l'epifisi è preposta alla sintesi ed alla secrezione di un ormone, chiamato melatonina.

Dal punto di vita anatomico, l'epifisi è ricoperta da una capsula connettivale di rivestimento, costituito dallo stesso connettivo della pia madre. Internamente alla ghiandola si riconosce un parenchima costituito da due principali tipi cellulari: una fitta trama di cellule interstiziali che fanno da supporto a cellule endocrine dette pinealociti (o cellule principali), che sintetizzano melatonina.
Nonostante le piccole dimensioni (diametro di circa 8mm) ed il peso irrisorio (0,1 g), l'epifisi è ben lontana dall'essere una struttura superflua, come la si descriveva fino a pochi decenni orsono; la melatonina, infatti, è un ormone chiave nella regolazione del ciclo sonno-veglia.
La ghiandola pineale od epifisi ha anche un effetto inibitorio sull'asse ipofisi-gonadi; non a caso, se la sua asportazione o ablazione chirurgica viene effettuata in epoca pre-puberale si assiste ad una comparsa precoce della pubertà, mentre quando viene eseguita in età adulta si accompagna, specialmente nel maschio, ad ipergonadismo. Questo effetto è più marcato negli animali che presentano una stagione riproduttiva nel periodo in cui il giorno è più lungo (quindi, come vedremo la secrezione di melatonina è minima).
La melatonina sembra anche in grado di influenzare i livelli di leptina, GH e probabilmente quelli di molti altri ormoni, dato che oltre a regolare i ritmi circadiani (giornalieri), contribuisce a modulare anche i ritmi stagionali. Come se non bastasse, la ghiandola pineale è riccamente vascolarizzata, con un afflusso sanguigno relativo secondo soltanto a quello renale.
La melatonina esercita anche un importante effetto stimolatorio sul sistema immunitario.
Quest'ormone non va confuso con la melanina, pigmento cutaneo che conferisce tonalità scure a pelle, capelli ed occhi; in realtà, anche se solamente negli anfibi, a livello cutaneo la melatonina ha effetti opposti rispetto alla melanina.
Nei mammiferi, uomo compreso, la melatonina viene prodotta dai pinealociti (cellule dell'epifisi deputate a questa sintesi) a partire dall'amminoacido triptofano, che viene convertito in serotonina, poi in acetilserotonina ed infine in melatonina. L'attività di questo enzima aumenta nelle ore notturne e diminuisce durante quelle diurne; di conseguenza, la secrezione di melatonina è stimolata dal buio ed inibita dalla luce. Studi recenti indicano che la produzione della melatonina da parte dell'epifisi cambia anche in relazione ai mutamenti del campo magnetico terrestre.
Ampio ed ancora in evoluzione è l'utilizzo terapeutico della melatonina, date le sue proprietà ipnotiche (induce il sonno), antidepressive (migliora i disturbi dell'umore), neuroprotettive ed antiossidanti (sia la melatonina che i suoi metaboliti sono in grado di neutralizzare le specie reattive dell'ossigeno e dell'azoto).
L'epifisi era un tempo considerata inutile, a causa dei numerosi punti di calcificazione riscontrati al suo interno. Oggi sappiamo che il processo di calcificazione della ghiandola inizia durante l'età puberale e prosegue nell'età adulta ed anziana, minandone a poco a poco l'efficacia.