Disco Intervertebrale: anatomia, funzioni e degenerazione

Disco Intervertebrale: anatomia, funzioni e degenerazione
Ultima modifica 28.06.2023
INDICE
  1. Cos'è
  2. Funzioni
  3. Struttura
  4. Nutrizione
  5. Variazioni giornaliere
  6. Degenerazione
  7. Protrusione Discale ed Ernia del Disco
  8. Sostituzione
  9. Altri articoli sul 'Disco Intervertebrale'

Cos'è

Cosa sono i Dischi Intervertebrali?

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Il disco intervertebrale è la particolare struttura della colonna vertebrale che si interpone tra i corpi di due vertebre adiacenti.

Questo articolo discuterà struttura, funzioni ed effetti dell'invecchiamento a carico dei dischi intervertebrali.

Funzioni

A cosa serve il Disco Intervertebrale?

Il disco intervertebrale è un vero e proprio ammortizzatore naturale, interposto tra una vertebra e l'altra, con lo scopo di attenuare le pressioni sviluppate durante i movimenti, ad esempio mentre si salta, si corre o si subiscono scossoni sul sedile dell'auto.

Il disco intervertebrale, tuttavia, ricopre altre funzioni in aggiunta all'importantissima azione antishock: questo "cuscinetto", infatti, conferisce alle vertebre sovrapposte una certa motilità per cui la colonna può, entro certi limiti, curvarsi in tutti i sensi ed eseguire modici movimenti di rotazione.

Se non esistessero i dischi intervertebrali, le vertebre avrebbero, per la loro conformazione anatomica, un'escursione articolare ancora più limitata.

Struttura

Com’è fatto il Disco Intervertebrale?

Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea flessibile.

Ha la forma di una lente biconvessa che ben si adatta a quella dei corpi vertebrali a cui è interposto.

In ciascun disco si possono riconoscere due parti:

  • Il nucleo polposo: una masserella centrale, gelatinosa, giallognola e costituita da mucopolisaccaridi fortemente igroscopici (trattengono acqua); ha lo scopo di rispondere alle sollecitazioni delle forze agenti sulla colonna e di distribuirle in modo uniforme all'anulus.
  • L'anulus fibroso: solida e concentrica impalcatura periferica, le cui fibre sono disposte in regolari strati concentri che si incrociano tra loro. Ha lo scopo di contenere e proteggere il nucleo centrale e conferisce al disco grande resistenzaalla compressione.

La funzione dei dischi è particolarmente importante nel tratto lombare, dove le vertebre sono maggiormente sollecitate dal carico sovrastante; ecco perché, tra L1 ed L5, i dischi intervertebrali raggiungono uno spessore superiore e proporzionalmente maggiore rispetto ai corpi vertebrali.
Tale rapporto, pari ad 1/3, scende ad 1/4 nelle vertebre cervicali e a 1/7 in quelle dorsali, anche per questo dotate di minore mobilità.

Oltre a variare leggermente nella forma in base alla sede della colonna, i dischi intervertebrali sono normalmente più spessi nella parte anteriore (diretta verso l'addome); sono assenti, inoltre, tra le vertebre sacrali e coccigee, nonché tra le prime due cervicali.

I dischi intervertebrali sono collegati, anteriormente e posteriormente lungo l'intera colonna, da legamenti fibrosi che ne costituiscono una potente struttura di rinforzo.

Quanti sono i Dischi Intervertebrali?

La colonna vertebrale dell'essere umano possiede 23 dischi intervertebrali: 6 nel tratto cervicale, 12 in quello toracico e 5 in quello lombare.

Il singolo disco intervertebrale prende il nome dalle due vertebre che lo comprendono; per esempio, il disco tra la quinta e la sesta vertebra cervicale è detto disco C5-6.

Nutrizione

Come si nutre il Disco Intervertebrale?

I dischi intervertebrali adulti non possiedono un'irrorazione ematica; sottili vasi sanguigni entrano ed escono dal disco nei primi anni di vita, ma tendono poi a scomparire verso i 20-30 anni.

Di conseguenza, il disco intervertebrale trae il proprio nutrimento essenzialmente per osmosi dai letti capillari che lo circondano; allo stesso modo, elimina le sostanze di rifiuto.

Questo meccanismo viene attivato dai cambi di pressione all'interno del disco, generatisi durante i movimenti della colonna.

Variazioni giornaliere

Come cambia il Disco Intervertebrale durante il giorno?

Quando si applica una pressione sul disco intervertebrale, si ottiene una fuoriuscita dei liquidi di nutrimento e una riduzione del suo spessore.

Viceversa, quando si toglie pressione (ad esempio durante il sonno od utilizzando una panca a inversione), avviene un richiamo di liquidi verso l'interno e un ripristino della sua struttura.

È noto, infatti, che la statura al risveglio è circa 2 centimetri superiore rispetto a quella misurata al termine di una giornata lavorativa, dal momento che ogni disco intervertebrale subisce variazioni quotidiane pari al 10% del suo spessore.

Degenerazione

Come cambia il Disco Intervertebrale con l’Invecchiamento?

In persone giovani, i vari dischi costituiscono il 25% dell'altezza del rachide, ma questa percentuale è destinata a scendere con l'invecchiamento: l'avanzare dell'età, infatti, porta con sé una progressiva e irreversibile perdita di acqua e funzionalità del disco intervertebrale, che si trasforma in un "ammortizzatore scarico" (si parla anche di disco intervertebrale disidratato).

Mentre il contenuto idrico nei dischi delle persone giovani si attesta intorno all'80-85%, nei soggetti anziani tale percentuale scende al di sotto del 70%.

Questa degenerazione dovuta all'età è una condizione meglio nota come discopatia degenerativa.

Solitamente, il processo degenerativo dei dischi comincia a partire dai 40 anni.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/06/28/disco-intervertebrale-nachemson-orig.jpeg Redazione
Secondo Nachesom la pressione sul terzo disco lombare varia notevolmente in base alla posizione assunta. Fatto 100% il carico esercitato nella naturale postura eretta, la pressione si riduce al 25% in decubito orizzontale e aumenta al 150% in posizione assisa e al 180% in flessione anteriore del tronco. (Nachemson A - The Lumber Spine - An Orthopedic Challenge: Spine 1:59 - 71, March 1976)
Per approfondire: Discopatia Degenerativa

Protrusione Discale ed Ernia del Disco

Cosa provoca l’Ernia del Disco Intervertebrale?

Se le sollecitazioni a carico del disco intervertebrale sono particolarmente intense, l'azione contenitiva dell'anulus può venir meno, condizione che sfocia nello spostamento del nucleo polposo dalla sua posizione centrale.

Lo stesso risultato (spostamento dell'anulus fibroso) può essere la conseguenza di una cronica esposizione a vibrazioni e sollecitazioni usuranti, che abbassano notevolmente la soglia di sopportazione dell'anulus.

A seconda del grado di spostamento del nucleo e del danno dell'anulus, si può parlare di protrusione (le fibre più esterne dell'anulus sono ancora intatte) o ernia del disco (anche le fibre più esterne dell'anulus sono lesionate).

Nelle ernie più severe, il nucleo polposo si separa completamente dal disco intervertebrale, come un "dentifricio schiacciato".

A seconda della sua posizione, la fuoriuscita del nucleo può provocare dolori o sintomi di paralisi nella schiena, che talvolta si estendono anche a gambe e piedi e/o a braccia e mani.
Tali sintomi sono il risultato di una compressione diretta del disco sulle radici nervose spinali adiacenti e dalla loro irritazione per rilascio di agenti infiammatori derivanti dalla degradazione delle proteine discali.

Il punto più debole del disco si trova nella parte posteriore, vicino al forame intervertebrale: ecco perché la maggior parte delle ernie discali si verifica in questa sede.

Nella maggior parte dei casi, la gestione di protrusioni ed ernie è conservativa.
Più dell'80% degli episodi di ernia discale guarisce senza ricorrere alla chirurgia; quest'ultima è riservata a pochi e selezionati casi e comprende varie tipologie di intervento, tutte delicate e alquanto invasive.

Tipi di intervento chirurgico per le ernie discali

Per approfondire: Ernia del Disco

Sostituzione

Sostituzione Disco Intervertebrale: cos’è?

La sostituzione del disco intervertebrale è una tecnica chirurgica relativamente recente, che prevede la rimozione di un disco intervertebrale compromesso in modo irrimediabile e l'innesto, al suo posto, di un disco artificiale, una sorte di protesi.

L'obiettivo di questo tipo di intervento è alleviare un mal di schiena di natura discale, senza perdere la mobilità fisiologica del rachide.

Infatti, il più comune inconveniente delle procedure di fusione spinale (l'approccio alternativo alla sostituzione del disco intervertebrale e anche quello più "antico") consiste proprio in una perdita di mobilità della colonna, deficit che può condizionare la vita post-operatoria.

Esistono varie tipologie di protesi discale; ognuna è unica nel suo genere.
È compito del chirurgo che effettuerà l'intervento scegliere la miglior soluzione, in base alle caratteristiche del paziente.

I dischi intervertebrali artificiali possono essere realizzati in leghe metalliche o in leghe metalliche e materiale plastico; leghe metalliche generalmente usate sono il cromo cobalto e il titanio, mentre il materiale plastico impiegato tipicamente è il polietilene.

La sostituzione del disco intervertebrale è un intervento molto delicato che dura generalmente 2-3 ore.
L'accesso al disco da sostituire avviene tramite un'incisione praticata a livello addominale (quindi non sulla schiena, ma sulla parte davanti del corpo) e lo spostamento di lato degli organi posti anteriormente; questa strategia esenta il chirurgo operante dal dover spostare i nervi spinali, strutture molto delicate che potrebbero lesionarsi se urtati accidentalmente con gli strumenti chirurgici.

Non tutti i pazienti con un mal di schiena discale persistente e adatti alla chirurgia sono candidati ideali alla sostituzione del disco intervertebrale.
Servono, infatti, alcuni requisiti fondamentali; ecco quali:

  • Il dolore alla schiena deve dipendere da una problematica a uno o due dischi intervertebrali;
  • Le faccette articolari delle vertebre devono essere relativamente sane;
  • Il soggetto non deve essere in sovrappeso;
  • Il soggetto non deve soffrire di osteoporosi o di scoliosi;
  • Il paziente non deve subìto in precedenza interventi di chirurgia spinale.

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