Ultima modifica 25.02.2020

Il coledoco è un tubicino lungo circa sei centimetri, per un calibro medio di 5-7 mm, deputato al trasporto della bile e dei succhi pancreatici verso l'intestino. Il coledoco, infatti, si apre nel lume della seconda metà del duodeno, riversando il proprio contenuto in questo tratto iniziale di intestino tenue.

Superiormente, il coledoco rappresenta la continuazione del dotto epatico comune; stiamo quindi parlando di due segmenti contigui di un canale unitario, che prende il nome di coledoco nel momento in cui il dotto cistico, proveniente dalla cistifellea, si fonde con quello epatico proveniente dal fegato (vedi figura). Per questo motivo il coledoco è noto anche come dotto biliare comune.

Cistifellea

Inferiormente, prima di aprirsi nel duodeno, il coledoco si fonde con il dotto pancreatico maggiore, che trasporta i succhi digestivi ricchi di enzimi prodotti dal pancreas.

Nel punto di fusione tra coledoco e dotto pancreatico si forma un breve canale unitario, di forma leggermente slargata, che prende il nome di ampolla di Vater. Tale condotto non si apre direttamente nel duodeno, ma subisce il controllo di una struttura sfinterica composta da fibre muscolari lisce, chiamata sfintere di Oddi. Grazie alla presenza di questa valvola, bile e succo pancreatico non si riversano continuamente nell'intestino, ma lo fanno soprattutto in corrispondenza dei pasti. E' infatti la presenza di cibo nel piloro e nel lume intestinale a stimolare l'apertura del suddetto sfintere.

Bile e sali biliariNota bene: nella maggioranza dei soggetti coledoco e dotto pancreatico si uniscono prima di gettarsi nel duodeno, ma a tal proposito le varianti anatomiche sono numerose.

Coledoco e digestione

Succhi biliari e pancreatici risultano fondamentali per i processi digestivi che avvengono nel duodeno; questi, a loro volta, rappresentano un presupposto essenziale per il corretto assorbimento dei nutrienti introdotti con la dieta.

La bile viene secreta continuamente nei canalicoli biliari e convogliata nei dotti epatici. La chiusura dello sfintere di Oddi tra un pasto e l'altro ne favorisce lo stoccaggio all'interno della cistifellea; dopo i pasti, la presenza di cibo nei primissimi tratti del duodeno fa sì che la colecisti si contragga e che la bile così espulsa, insieme a quella neoformata, venga immessa tramite il coledoco nell'Ampolla di Vater; in ultima analisi, la bile entra nel duodeno (insieme al succo pancreatico) per rilassamento dello sfintere di Oddi.

Malattie del coledoco

Per quanto riguarda le condizioni patologiche a carico del coledoco, particolarmente comuni sono i disturbi ostruttivi legati alla presenza di un calcolo formatosi in sede o proveniente dalla colecisti. Tale condizione, nota come coledocolitiasi, si accompagna tipicamente ad ittero (colorazione giallastra della cute e delle sclere oculari), urine scure e feci pallide; in questi casi, la concomitante presenza di febbre e brividi suggerisce complicazioni di natura infettiva (colangite ascendente). Di incidenza assai più limitata sono invece le alterazioni anatomiche congenite del coledoco, come dilatazioni od atresie, e le neoplasie in situ.