Ultima modifica 18.03.2020

Edemi e gonfiori: da cosa dipendono?

Affinché gli scambi capillari avvengano secondo quanto descritto sono necessarie due premesse fondamentali: la corretta pressione idrostatica alle estremità del capillare e la giusta permeabilità delle sue pareti.

A) Un capillare troppo fragile o permeabile, che lascia passare sangue e proteine plasmatiche, diminuisce la pressione ematica ed aumenta quella interstiziale; questo impedisce al suo capo venoso di recuperare abbastanza liquido intracellulare. Un simile difetto può essere compensato dall'attività drenante del sistema linfatico, ma oltre un certo limite si assisterà ad un'inevitabile accumulo di liquidi (edema) negli spazi interstiziali. Tale fenomeno si rende particolarmente evidente in caso di traumi o infezioni; in simili frangenti, infatti, la permeabilità capillare aumenta notevolmente per consentire il passaggio dei globuli bianchi, che si riversano nella zona colpita per arginare e combattere l'invasione di particelle estranee. Anche le proteine plasmatiche approfittano della maggiore permeabilità per lasciare il sangue ed accumularsi nell'interstizio, causando gonfiore.

B) Tra il sistema arterioso da una parte ed il sistema capillare dall'altra, esiste un filtro resistenziale rappresentato dalle arteriole. Questi vasi sono dotati di una muscolatura capace di contrarsi e rilassarsi - aumentando o riducendo di conseguenza il lume vasale - in risposta a vari fattori (ormonali, metabolici, nervosi, riflessi). Grazie a questo efficace sistema regolatorio, la pressione all'estremità arteriosa del capillare è pressoché indipendente dai valori sistolici (a condizione che sia compensata da un'adeguata modificazione della  resistenza arteriorale). La pressione venulare, al contrario, influenza passivamente la pressione capillare, perché le venule non hanno resistenza. Di conseguenza, se aumenta la pressione venosa la pressione capillare deve necessariamente aumentare e viceversa.

Se stiamo in piedi a lungo i piedi si gonfiano perché l'ortostatismo implica un aumento della pressione venosa, che è massima alle caviglie (la gravità sfavorisce il ritorno venoso dagli arti inferiori e l'intera colonna di sangue grava a questo livello). Un simile aumento fa sì che tutto il capillare tenda a filtrare, sia all'estremità venosa che a quella arteriosa, causando l'accumulo di liquidi a livello interstiziale ed il conseguente gonfiore.

Fragilità capillare ed angiogenesi

La parete capillare è una struttura estremamente sottile ed è un bene che sia così, perché caratteristica fondamentale per il corretto passaggio dei metaboliti dal sangue alle cellule. In condizioni normali, nonostante tale sottigliezza, le pareti capillari sopportano bene la pressione sanguigna, senza lesionarsi; esistono tuttavia persone - soprattutto di sesso femminile - che soffrono di fragilità capillare, una condizione resa evidente dalla comparsa di macchie e chiazzette rosse sulla cute, spesso associate ad edemi e gonfiori (soprattutto agli arti inferiori). Escludendo cause di natura patologica, molto spesso la fragilità dei capillari nasconde scorrette abitudini dietetiche (ridotto apporto di vitamina C e bioflavonoidi) e una ridotta attività fisica.

Le cause di questa condizione e le soluzioni per combatterla sono elencate nell'articolo: fragilità capillare. Quel che ci preme sottolineare in questa sede è che la salute dei capillari - e di riflesso quella delle cellule e dei tessuti da essi irrorati - dipende non  solo dalla resistenza delle loro pareti ma anche dal loro numero. I preparatori atletici sanno molto bene che con l'allenamento, soprattutto con quello di resistenza, si realizza un aumento del numero assoluto di capillari, nonché del rapporto capillari / fibre muscolari. Grazie a tale fenomeno, noto come capillarizzazione, le cellule muscolari si trovano nelle migliori condizioni per sfruttare a pieno le aumentate disponibilità di ossigeno e substrati energetici. I risultati di una simile condizione sono vari e numerosi: migliore efficienza fisica, migliore nutrimento delle cellule e più efficace smaltimento dei cataboliti, aumento del metabolismo, minori edemi e gonfiori.

Oltre che in risposta all'allenamento di resistenza, l'angiogenesi (cioè il processo mediante il quale si sviluppano nuovi vasi) è particolarmente attiva anche durante la crescita, nella guarigione da una ferita e nell'utero durante la fase proliferativa del ciclo mestruale. Capire e riprodurre gli esatti meccanismi che regolano tale fenomeno, significa trovare una cura efficace per i pazienti affetti da coronaropatie (aumentando il numero di vasi si bypassa l'ostruzione causata dalle placche aterosclerotiche) e da patologie neoplastiche (bloccando l'angiogenesi delle masse tumorali si impedisce alle cellule anomale di crescere e proliferare).

Ricordiamo, per concludere, che nonostante la maggior parte dei tessuti sia irrorata da una fitta rete capillare, alcuni di essi, come tendini, legamenti e cartilagini, presentano un ridotto microcircolo ed anche per questo si rigenerano con difficoltà dopo una lesione.

 


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