Capezzoli - Struttura, Funzioni e Malattie

Ultima modifica 28.01.2020

Generalità

Il capezzolo è una sporgenza di forma conica o cilindrica localizzata all'apice della mammella. Questa struttura rappresenta il punto in cui i dotti ghiandolari (o galattofori) confluiscono, per aprirsi alla superficie esterna del corpo.
CapezzoloIl capezzolo è iperpigmentato e presenta una consistenza morbida ed elastica. Alla sua sommità, questo risulta di aspetto rugoso, per la presenza dei piccoli orifizi di sbocco dei dotti galattofori. Quest'ultimi trasportano all'esterno il latte prodotto dalla ghiandola mammaria.
Rispetto al piano cutaneo, il capezzolo è più o meno rilevato. Occasionalmente, questo può essere retratto sotto la superficie cutanea, ma, se stimolato, si estroflette verso l'alto e l'esterno. Quando rimane permanentemente introflesso, invece, si parla di inversione del capezzolo; tale condizione è anomala e va controllata dal punto di vista medico.

Il capezzolo può essere sede di vari processi patologici, tra cui malformazioni, infezioni, traumatismi e neoplasie.


Seno - Mammella Anatomia Capezzolo

Anatomia

Il seno è un organo costituito da tessuto ghiandolare (organizzato in lobuli), una serie di dotti (che portano il latte fino al capezzolo) e una parte di tessuto adiposo.
All'apice della mammella, si trova il capezzolo, cioè un rilievo di aspetto conico o cilindrico, più o meno sporgente e pigmentato (generalmente di colorito rosa scuro o bruno).  

Di solito, questa struttura è situata a livello del quarto spazio intercostale, sulla linea emiclaveare (cioè leggermente al di sotto della metà del petto), ma la posizione è incostante, in quanto le mammelle sono pendenti.
Le dimensioni del capezzolo sono solitamente proporzionali a quelle del seno: il rilievo presenta un'altezza media di 10-12 mm e un diametro di 9-10 mm.
La cute che lo riveste è corrugata (area cribrosa) da fossette e papille, in cui si aprono 15-20 dotti galattofori; infatti, sulla sua superficie, se ne possono osservare i piccoli orifizi di sbocco.

Il capezzolo contiene, inoltre, tessuto muscolare liscio, disposto circolarmente e radialmente, e responsabile della sua erezione.
Il capezzolo è circondato dall'areola mammaria, cioè da una zona di cute glabra di forma circolare (del diametro di un paio di centimetri). Quest'ultima contiene le ghiandole del Montgomery (importanti per rendere morbido ed elastico il capezzolo durante l'allattamento), e, talvolta, anche del tessuto mammario accessorio, che si rende evidente con la secrezione lattea.

Sviluppo e funzioni

  • Durante i primi anni di vita, il capezzolo presenta dimensioni ridotte. Al raggiungimento della pubertà, questa struttura aumenta di volume particolarmente nella donna, mentre rimane “rudimentale” nel maschio. Nel corso della gravidanza e dell'allattamento, il capezzolo raggiunge il massimo sviluppo, divenendo maggiormente prominente e pigmentato.
  • Sotto l'influsso di stimoli diretti o riflessi, il capezzolo va in erezione allungandosi e aumentando di consistenza; questo fenomeno, denominato telotismo, è dovuto alla presenza di fibrocellule muscolari lisce analoghe a quelle del muscolo areolare.
  • Sia nell'uomo che nella donna, i capezzoli rappresentano anche una zona erogena. Una loro prolungata e intensa stimolazione durante l'attività sessuale può portare, quindi, ad eccitazione.
  • Il principale scopo fisiologico dei capezzoli consiste nell'eiezione del latte materno nel periodo che segue l'evento del parto. Questo fenomeno permette l'inizio dell'allattamento.

Il latte viene prodotto nelle mammelle da un insieme di ghiandole acinose (chiamate alveoli) ed è portato ai capezzoli attraverso i dotti galattofori. Dopo il parto, infatti, la diminuzione degli estrogeni e del progesterone consente l'effetto stimolante della prolattina sulla secrezione del latte da parte delle cellule degli alveoli e permette che avvenga la lattazione.
Per ottenere il latte, il neonato deve semplicemente succhiare i capezzoli (atto noto come suzione), determinando un flusso di latte attraverso i condotti.

La suzione stimola la contrazione delle cellule mioepiteliali che circondano gli alveoli e spinge il latte a scorrere attraverso i dotti galattofori (eiezione).

Alterazioni e sintomi

Inversione del capezzolo

Normalmente, i capezzoli, sono sporgenti. In alcuni casi, però, appaiono introflessi, quindi rientranti nel seno, anche se stimolati manualmente o con il freddo.
L'inversione del capezzolo è una condizione spesso benigna, ma può indicare anche la presenza di un problema più severo. Quest'anomalia può interessare una sola mammella o entrambe.
L'inversione del capezzolo può essere presente sin dalla nascita (per una brevità dei dotti galattofori congenita) o acquisita. In quest'ultimo caso, la retrazione è sostenuta, il più delle volte, da una fibrosi periduttale conseguente a processi infiammatori o interventi chirurgici. Se il capezzolo non sporge, può interferire con la normale possibilità di allattare al seno.
Talvolta, l'inversione del capezzolo può rappresentare il primo segno di una neoplasia della mammella, soprattutto quando è asimmetrica o si associa a secrezione ematica o alla presenza di un nodulo.


Inversione del capezzolo
Benigna Maligna
  • Simmetrica
  • Simile ad una fessura
  • Asimmetrica
  • Distorcente il capezzolo, che appare deviato su un lato

Secrezione dal capezzolo

In alcuni casi, in risposta alla manipolazione della mammella o spontaneamente, dai dotti può essere spremuta una piccola quantità di liquido trasparente o di colore giallo, bianco o verde. Questa manifestazione può presentarsi in individui di sesso maschile o nelle donne, al di fuori del periodo della gravidanza e dell'allattamento al seno
La secrezione di siero può essere un sintomo anomalo o innocuo; una perdita ematica dal capezzolo (a livello microscopico e macroscopico) non è mai, invece, da considerarsi normale.
Per questo motivo, occorre indagare le cause di tali secrezioni. La più grave condizione riferita a questo segno è, invece, il cancro al seno (solitamente carcinoma di tipo intraduttale o duttale invasivo). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la causa è benigna e attribuibile a patologie dei dotti mammari benigne (es. ectasia duttale e papilloma intraduttale) o infezioni del seno (mastite).

Galattorrea

La galattorrea è la secrezione di un siero lattescente, non puerperale, da diversi dotti di entrambe le mammelle.

Spesso, questo fenomeno è dovuto a un adenoma ipofisario secernente prolattina (prolattinoma), ormone che ad elevati livelli stimola il tessuto ghiandolare della mammella.
La galattorrea può dipendere anche da tumori ipotalamici ea altri disturbi endocrini, come l'acromegalia, la tireotossicosi, l'ipotiroidismo primario e il morbo di Cushing.

Capezzoli soprannumerari (politelia)

Oltre che nella sede tipica, i capezzoli si possono sviluppare in sovrannumero, solitamente lungo due linee mammarie, che decorrono dalle ascelle fino all'inguine. La politelia è una condizione generalmente sporadica, ma può riconoscere anche una predisposizione genetica.
I capezzoli soprannumerari si possono presentare come semplici chiazze pigmentate, simili ai nei.

Malformazioni

Le malformazioni a carico del capezzolo sono riferibili a variazioni della sua forma. Queste condizioni possono sfavorire l'allattamento al seno: la struttura può essere troppo voluminosa, corta o addirittura assente, rendendo più difficile la suzione.
Talvolta, poi, anziché sporgere, il capezzolo appare ombelicato, cioè piatto o rientrato al centro dell'areola mammaria, per arresto del suo sviluppo embrionale.

Desquamazione del capezzolo

La desquamazione del capezzolo è una manifestazione associata per lo più a secrezioni essiccate sul capezzolo. In qualche occasione, tuttavia, tale segno può dipendere da una lesione di tipo eczematoso. Altre volte, la desquamazione del capezzolo indica la presenza della malattia di Paget o dell'adenoma erosivo.

Principali patologie del capezzolo

Ragadi

Le ragadi sono piccole fissurazioni particolarmente dolorose, che si riscontrano soprattutto durante il periodo dell'allattamento. Queste lesioni si approfondano oltre il derma e possono avere andamento circolare (ossia attorno all'impianto del capezzolo sull'areola) o decorrere dall'apice alla base del capezzolo. Quest'affezione può favorire la colonizzazione dei dotti galattofori da parte di agenti infettivi.
Spesso, le ragadi del capezzolo regrediscono spontaneamente con la sospensione dell'allattamento.

Malattia di Paget del capezzolo

La malattia di Paget del capezzolo è un tumore maligno che deriva dalla proliferazione in senso neoplastico delle cellule dei dotti galattofori. Di solito, la patologia colpisce una sola mammella ed è spesso associata al carcinoma mammario duttale in situ o di tipo invasivo. I fattori di rischio che ne predispongono l'insorgenza sono gli stessi che rendono suscettibili allo sviluppo di altri tipi di tumore al seno.
La malattia di Paget produce cambiamenti visibili nella pelle del complesso areola-capezzolo: la cute appare arrossata, secca, irritata o squamosa (l'aspetto è simile a quello di una placca psoriasica o di un eczema).  In circa la metà di tutti i casi, alla palpazione si può riscontrare un nodulo al seno sottostante. Altri sintomi frequenti della malattia di Paget sono le secrezioni di colore paglierino (sierose o purulente), il prurito e la sensazione di bruciore attorno al capezzolo e all'areola mammaria. Inoltre, possono manifestarsi edema, introflessione del capezzolo e lesioni ulcerative-erosive con formazione di croste.
La malattia di Paget del capezzolo può essere diagnosticata con una biopsia, ma considerata la possibile associazione con un tumore al seno possono essere eseguite altri indagini mediche, quali mammografia e risonanza magnetica.
Il trattamento prevede la rimozione chirurgica dei tumori diagnosticati (conservativa o radicale). A seconda dei casi, può essere raccomandato anche un intervento adiuvante con farmaci chemioterapici, radioterapia o terapia ormonale, allo scopo di prevenire le recidive di cancro al seno e distruggere eventuali cellule tumorali residue.

Eczema del capezzolo e dell'areola

L'eczema puà coinvolgere areola e/o capezzolo in misura variabile e può fare parte di un disturbo cutaneo generalizzato. Tuttavia, può essere dovuto anche alla malattia di Paget del capezzolo o all'invasione dell'epidermide da parte di un tumore al seno intraduttale.

Infezioni virali

L'area del capezzolo può essere coinvolta, talvolta, da mollusco contagioso (tumefazione con ulcera associata), lesioni erpetiche e condilomi.

Cisti sebacee

Le cisti sebacee del capezzolo sono di raro riscontro. Questa condizione si manifesta come una tumefazione indolore in stretto rapporto con il capezzolo, e comunicante o meno con un dotto galattoforo. Le cisti sebacee possono andare incontro ad infezione.

Lesioni traumatiche

Uno o entrambi i capezzoli possono essere interessati dall'attrito protratto provocato da una maglietta o da altri indumenti, soprattutto durante l'esecuzione di un'attività sportiva. Le persone più esposte a tale affezione sono quelle che praticano la corsa (da cui deriva la denominazione “capezzolo del podista”) o l'allattamento. Nella maggior parte dei casi, questo trauma è associato alla presenza di sudore e calore e può provocare irritazione, arrossamento della pelle, indolenzimento, secchezza o sanguinamento.
La frizione associata al freddo può tradursi, invece, in lesioni dolorose, spesso con aspetti simili a quelli dell'eczema e, talvolta, con micro-emorragie simulanti le secrezioni ematiche dal capezzolo. Quest'ultima condizione si riscontra soprattutto tra i ciclisti.

Adenoma erosivo del capezzolo

L'adenoma erosivo è un'affezione rara nella quale il capezzolo appare aumentato di volume, talvolta ulcerato e sanguinante. Inoltre, è riferito un dolore urente o pruriginoso. La diagnosi dell'adenoma erosivo viene confermata con una biopsia. Il trattamento non necessita la rimozione di tutto il capezzolo, ma solamente della parte affetta.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici