Ultima modifica 29.05.2019

Regolazione della pressione arteriosa

Quando il ventricolo del cuore si contrae, il sangue viene spinto nelle grandi arterie; qui, la presenza di tessuto elastico e muscolare ne facilita la progressione e contribuisce a regolarne il flusso. La pressione impressa alla massa ematica distende le pareti arteriose, che accumulano energia elastica da liberare nella successiva fase di diastole (rilassamento ventricolare). L'energia accumulata durante la sistole viene quindi ceduta lentamente alla colonna ematica diretta in periferia; in questo modo le arterie contribuiscono a trasformare i flotti ematici intermittenti, provenienti dal cuore, in un flusso continuo (laminare), essenziale per consentire i normali scambi a livello capillare.

Se le pareti delle arterie fossero rigide la pressione sistolica salirebbe rapidamente, per poi lasciar spazio ad un'altrettanto brusco calo nella fase diastolica. Questo è il motivo per cui l'invecchiamento e diversi stadi patologici (come l'aterosclerosi) portano con sé una perdita di elasticità vasale ed un conseguente aumento della pressione arteriosa (ipertensione).

La regolazione distrettuale del flusso sanguigno è affidata soprattutto alle arteriole che, grazie alla ricca tonaca muscolare, possono contrarsi e diminuire il proprio lume fino alla chiusura, oppure rilasciarsi ed aumentarlo. Durante l'esercizio fisico, per esempio, si occludono le arteriole di alcuni distretti, mentre si dilatano quelle presenti nelle aree muscolari coinvolte nello sforzo fisico.

Principali arterie del corpo umano

Con un diametro di circa 2 centimetri e mezzo, la massima arteria del corpo umano è l'aorta, che emerge dal ventricolo sinistro del cuore presentandosi come un tronco ininterrotto che tende a diminuire solo verso la fine del suo tragitto. Lungo il proprio decorso, l'aorta assume differenti denominazioni (aorta ascendente, arco dell'aorta, aorta discendente addominale - toracica) e origina numerosi vasi di calibro inferiore diretti a diversi distretti corporei. Dall'arco dell'aorta si dipartono le arterie carotidi e succlavie, indirizzate, rispettivamente, al capo e agli arti superiori; nel tratto discendente nascono il tronco celiaco - che rifornisce stomaco, milza, fegato e pancreas - le due arterie mesenteriche (superiore ed inferiore che irrorano l'intestino), e le arterie renali dirette agli omonimi organi emuntori. All'altezza del bacino il ramo discendente dell'aorta subisce una ramificazione, originando le due arterie iliache comuni, le quali, dopo aver originato le arterie iliache interne dirette alla pelvi, si continuano negli arti inferiori come arterie femorali.

Le arterie scorrono generalmente in profondità nel corpo (eccetto in alcune regioni: tempie, polsi, collo), tanto che molti segmenti scheletrici ne ricevono impronte. I rami formati dalle arterie sono di due tipi: terminali, dovuti alla biforcazione di un tronco arterioso che cessa di esistere (per esempio, l'arteria brachiale o omerale, che si sdoppia nella radiale e nella ulnare) e collaterali, che si distaccano da un'arteria che poi prosegue il proprio corso. I vasi arteriosi sono collegati tra loro attraverso frequenti tronchi anastomotici, una sorta di bypass naturali. La loro presenza garantisce - entro certi limiti - la vascolarizzazione di un organo o di una sua parte anche quando un'arteria è ostruita. Le anastomosi arteriose  sono abbondanti negli organi addominali, intorno alle articolazioni (laddove un movimento può inibire il flusso in alcuni canali) e nella zona coronaria.

Le arteriole

La resistenza offerta dalle arteriole al passaggio del sangue è inversamente proporzionale al loro raggio; in altre parole tanto più sono dilatate e tanto minore è la resistenza offerta. Ma cosa controlla la contrazione ed il rilassamento della muscolatura arteriorale? Come anticipato esistono meccanismi mediati da nervi simpatici (grazie al rilascio di noradrenalina), che regolano la distribuzione del sangue per soddisfare alcune necessità omeostatiche, come ad esempio la temperatura. Esiste poi un controllo locale, dipendente dalle esigenze metaboliche del tessuto stesso, ed un controllo di natura ormonale che coinvolge soprattutto gli ormoni implicati nella regolazione dell'escrezione di acqua e sali da parte del rene (vedi aldosterone, peptide natiuretico atriale e vasopressina). Un altro interessante meccanismo di regolazione del flusso sanguigno è l'autoregolazione miogena, fenomeno per cui le arteriole sottoposte ad un aumento di tensione, sintomo di un rialzo pressorio, si costringono diminuendo il flusso che le attraversa.

L'aspetto forse più interessante che regola la contrazione della muscolatura liscia vasale è il già accennato controllo locale. Questo meccanismo coinvolge l'endotelio della tonaca intima, che ha la capacità di liberare mediatori della vasocostrizione e della vasodilatazione, ma anche di attivare le piastrine, innescare una risposta immune e partecipare ai meccanismi dell'angiogenesi (sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da quelli già esistenti) e al rimodellamento vasale. Tra questi mediatori, attualmente oggetto di un intenso studio da parte dei ricercatori, ricordiamo l'ossido nitrico ed i radicali nitrosile (vasodilatatori), l'endotelina e l'angiotensina II (vasocostrittori); l'ossido nitrico svolge un ruolo fisiologico importante anche nel riflesso dell'erezione del pene (vedi articolo dedicato).

L'attività delle arteriole è altresì regolata da sostanze rilasciate dalle cellule locali, nonché dai livelli plasmatici di ossigeno ed anidride carbonica. Riguardo a quest'ultimi è chiaro che una ridotta ossigenazione riflette il bisogno di un maggiore afflusso ematico, da soddisfare tramite il rilascio della muscolatura liscia arteriolare. Allo stesso modo, quando l'apporto tissutale di ossigeno cala significativamente, il sangue si arricchisce di anidride carbonica e di ioni H+; anche l'acidosi metabolica distrettuale rappresenta un forte stimolo alla vasodilatazione arteriolare.

Immediatamente a valle delle arteriole iniziano le 'metarteriole'; questi vasi, provvisti di muscolatura liscia discontinua, continuano sia con un certo numero di capillari che con delle vie vascolari "collaterali" a scopo regolatorio.

 

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