Epatite C
Ultima modifica 23.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è l’Epatite C?
  3. Cause e Contagio
  4. Sintomi
  5. Altri articoli su 'Epatite C'

Generalità

L'epatite C è una malattia infettiva causata da un virus ad RNA, che colpisce in primo luogo il fegato, provocandone l'infiammazione.

Il virus dell'epatite C (detto anche HCV, dall'inglese Human Hepatitis C virus) viene trasmesso principalmente mediante contatto diretto con sangue infetto (ad esempio, tramite lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti o, come succedeva in passato, con le trasfusioni); raro, ma comunque possibile, il contagio sessuale.

L'epatite C può manifestarsi sotto forma di epatite acuta, ma nella maggior parte dei pazienti è asintomatica o si manifesta con sintomi lievi e poco specifici, simulando un'influenza passeggera. Nonostante questo aspetto apparentemente rassicurante, in una grande percentuale dei casi, stimata fino all'85%, l'epatite C continua comunque a minare, a poco a poco, la salute del fegato. Ciò significa che l'infezione può passare inosservata ed il virus può così persistere nel fegato, continuando a danneggiarlo gravemente fino a rendere necessario il trapianto d'organo nei casi più estremi. Oltre ad evolvere in una patologia di lunga durata, l'epatite C cronica, dopo molti anni può condurre alla cirrosi epatica e al tumore del fegato.

La diagnosi dell'epatite C si basa sulla ricerca dell'RNA virale (HCV-RNA) e degli anticorpi diretti contro gli antigeni del virus (anticorpi anti-HCV). La reazione a catena della polimerasi (PCR), in particolare, consente la quantificazione dell'RNA virale circolante, che è un indice di infezione attiva. Inoltre, permette l'identificazione del genotipo virale responsabile, utile per impostare il protocollo terapeutico.

In alcune occasioni, dalle analisi del sangue effettuate per ricercare un possibile problema al fegato, emergono delle alterazioni persistenti di alcuni enzimi epatici, come le transaminasi alte. In questo caso, è buona norma proseguire gli accertamenti per escludere o confermare l'infezione da virus dell'epatite C. Inoltre, nel caso il medico sospetti una grave compromissione della funzionalità del fegato, potrebbe suggerire l'esecuzione di una biopsia epatica per accertare con maggior precisione l'entità del danno provocato dal virus.

Ad oggi, sebbene siano in corso diverse sperimentazioni, non è ancora disponibile un vaccino che protegga contro il virus dell'epatite C. La mancanza di un vaccino è dovuta soprattutto alla variabilità delle proteine superficiali del virus, contro le quali non si riesce ad ottenere una protezione anticorpale efficace.

Cos'è l’Epatite C?

L'epatite C è una malattia infettiva causata da un virus a RNA, che aggredisce le cellule del fegato danneggiandole. Quest'infezione epatica si contrae prevalentemente attraverso il contatto diretto con sangue infetto.

Da ricordare

In tutto il tutto il Mondo, l'epatite C è considerata una fra le più gravi patologie epatiche, rappresenta una delle principali cause di trapianto e dello sviluppo di malattie croniche come, ad esempio, l'epatite cronica, la cirrosi epatica e il cancro del fegato (o epatocarcinoma).

Cause e Contagio

Tra i sei tipi di virus implicati nell'insorgenza dell'epatite (oltre alla C, ricordiamo la A, la B, la D, la E e la G), l'HCV è probabilmente il più pericoloso, sia per la gravità delle sue ripercussioni a lungo termine, sia perché non esiste un vaccino capace di prevenire il contagio (invece disponibile per l'epatite A e la B).

Di per sé, il virus dell'epatite C non è particolarmente infettante ed aggressivo, motivo per cui alcune modalità di contagio, seppur possibili, sono piuttosto rare.

Epatite C: come si trasmette?

Il virus dell'epatite C viene trasmesso principalmente attraverso il sangue di una persona infetta.

Il contagio per via ematica, quindi, può essere agevolato dalla condivisione di aghi e siringhe per l'inoculazione di droghe per via endovenosa; per questo motivo, l'epatite C è piuttosto diffusa tra i tossicodipendenti. Sporadici, ma pur sempre possibili, i casi di infezione da strumentazioni mediche o estetiche non adeguatamente sterilizzate (per tatuaggi, body piercing, agopuntura ecc.), uso condiviso di rasoi, spazzolini da denti e forbicine, oppure, soprattutto in ambito domestico e lavorativo, da ferite accidentali con aghi infettati da pazienti viremici.

In passato, le trasfusioni di sangue hanno rappresentato il fattore di rischio prevalente per la diffusione dell'agente patogeno. Tuttavia, dopo l'introduzione dello screening obbligatorio del sangue, nel 1992, il tasso d'incidenza dell'epatite C associata alle trasfusioni si è quasi azzerato.

Poco frequente, ma comunque possibile, è la trasmissione dell'infezione attraverso i rapporti sessuali non protetti, che rappresenta, invece, una comune modalità di contagio del virus HBV e di altre malattie sessualmente trasmissibili (AIDS, sifilide, gonorrea, clamidia).  Più a rischio sono, invece, i rapporti tra uomini omosessuali, specie se sieropositivi. Come per molte altre malattie a trasmissione sessuale, infatti, il rischio di contagio aumenta se c'è esposizione al sangue, come nei rapporti sessuali energici, nei rapporti anali, nel fisting o nel sesso durante il ciclo mestruale.

Infine, l'epatite C può essere trasmessa per via verticale, cioè da madre infetta al figlio durante la gravidanza o il parto. Il rischio di trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza o il parto è basso, stimabile nell'ordine del 5%; aumenta se la partoriente è infetta anche dal virus HIV ed ha una viremia elevata.

Come NON si contrae l’Epatite C

L'epatite C non può essere contratta attraverso cibi e bevande contaminate, spesso coinvolti nella trasmissione dell'epatite A.

Epatite C: chi sono i soggetti più a rischio

Tutti possono contrarre l'epatite C, ma a maggior rischio sono:

  • Tossicodipendenti
  • Soggetti che hanno subìto una trasfusione di sangue o un trapianto d'organo prima del 1992

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Epatite C

Epatite C: periodo d’incubazione

I sintomi dell'epatite C non si presentano immediatamente, ma fanno il loro esordio dopo un tempo abbastanza lungo dal momento del contagio; mediamente, il periodo d'incubazione è di 5-10 settimane, con un intervallo variabile da 2 settimane a 6 mesi.

Come si manifesta l’Epatite C acuta?

L'epatite C è spesso asintomatica, soprattutto negli stadi iniziali. Quando presente, la sintomatologia è piuttosto vaga e perlopiù limitata alla comparsa di manifestazioni vaghe e aspecifiche, quindi facilmente confondibili con quelle di altre patologie. In effetti, molte persone non si accorgono di aver contratto l'epatite C, almeno fino a quando, dopo anni o addirittura decenni dall'infezione, emergono importanti danni al fegato. Ricordiamo, infatti, che il rischio maggiore connesso all'epatite C è proprio la cronicizzazione della malattia.

Quando l'epatite C è sintomatica, durante le prime fasi dell'infezione acuta si manifestano:

In alcuni casi compare ittero, che ricordiamo essere la colorazione giallastra della cute e delle sclere oculari, e piccoli dolori accentuati dalla palpazione nell'area del fegato.

Epatite C: si può guarire dall’infezione acuta?

Secondo le statistiche mediche, il 20-30% circa delle persone con epatite C in forma acuta guarisce completamente.

Epatite C: decorso fulminante

Nella fase acuta, un decorso fulminante e fatale si osserva molto raramente.

Sintomi Epatite C cronica e possibili complicanze

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Progressione del danno epatico nell'Epatite C

La complicanza più frequente e temibile dell'epatite C è rappresentata dalla cronicizzazione dell'infezione. Anche in questo caso, il paziente può sentirsi bene e non avvertire disturbi particolari, addirittura per molti anni. Nelle fasi iniziali, l'epatite C cronica è spesso associata a sintomi aspecifici, tra cui spiccano uno stato di fatica e malessere persistente.

Indicativamente dopo 15-30 anni dall'infezione, l'epatite cronica può progredire verso la cirrosi epatica.

In questo caso, le alterazioni epatiche si accompagnano a sintomi importanti, come:

La cirrosi è il risultato della continua riparazione dei danni al tessuto epatico provocati dal virus; tale processo sfocia in una fibrosi, cioè nella formazione di tessuto cicatriziale, non funzionale, al posto di quello sano. L'estensione progressiva della fibrosi conduce ad un'insufficienza epatica, in pratica il fegato non è più in grado di svolgere le funzioni richieste dall'organismo.

Oltre a provocare moltissime conseguenze, la cirrosi epatica può agevolare lo sviluppo della complicanza più grave dell'epatite C: il carcinoma epatico.



Epatite C - Video: Cause Sintomi Diagnosi Cure

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici