Ipoglicemizzanti Orali - Antidiabetici Orali: cosa sono?

Ipoglicemizzanti Orali - Antidiabetici Orali: cosa sono?
Ultima modifica 12.02.2020
INDICE
  1. Cosa sono gli Ipoglicemizzanti Orali?
  2. Sulfoniluree
  3. Glinidi
  4. Biguanidi
  5. Glitazoni
  6. Inibitori dell'alfa-glucosidasi
  7. Inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2
  8. Inibitori della dipeptidil-peptidasi 4

Cosa sono gli Ipoglicemizzanti Orali?

Gli ipoglicemizzanti orali - più propriamente definiti come antidiabetici orali - sono un insieme di differenti farmaci utilizzati nel trattamento del diabete mellito di tipo 2.

Appartengono a questo gruppo svariati principi attivi che - agendo con differenti meccanismi d'azione in funzione della classe cui appartengono - sono in grado di controllare i livelli glicemici nei pazienti affetti da malattia diabetica.

Nel corso di quest'articolo, si descriveranno le differenti classi di farmaci antidiabetici orali, le loro principali caratteristiche, il meccanismo d'azione e gli effetti indesiderati più comuni.

Ipoglicemizzanti Orali Shutterstock

Sulfoniluree

Le sulfoniluree sono la classe di ipoglicemizzanti orali forse più nota e utilizzata da maggior tempo. Difatti, fino agli inizi degli anni '90, le sulfoniluree sono state gli unici ipoglicemizzanti orali disponibili sul mercato. Naturalmente, come si può evincere dal loro stesso nome, il nucleo di questi farmaci è costituito da una sulfonilurea. Appartengono a questa classe:

Meccanismo d'azione delle Sulfoniluree

Le sulfoniluree espletano la loro attività antidiabetica stimolando la produzione di insulina da parte delle cellule beta delle isole di Langerhans situate nel pancreas. Per fare ciò, questi principi attivi attraversano lo strato lipidico delle cellule beta mediante diffusione libera e - interagendo con il recettore delle sulfoniluree SUR1 - bloccano selettivamente il canale del potassio ATP-dipendente con conseguente depolarizzazione della membrana, ingresso nella cellula di ioni calcio ed esocitosi delle vescicole che contengono insulina. L'ormone così rilasciato entra in circolo e favorisce l'abbassamento della glicemia.

Effetti Indesiderati delle Sulfoniluree

Fra i principali effetti indesiderati che possono manifestarsi durante l'assunzione di sulfoniluree, ricordiamo:

Glinidi

Le glinidi - anche note come meglitinidi - sono una classe di farmaci il cui unico esponente attualmente disponibile nel mercato farmaceutico italiano è la repaglinide.

Può essere somministrata sia da sola che in associazione a metformina.

Meccanismo d'azione delle Glinidi

Il meccanismo d'azione con il quale la repaglinide esercita la sua azione antidiabetica è analogo a quello delle sulfoniluree. Difatti, questo principio attivo stimola la secrezione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas attraverso l'interazione con i recettori SUR1, SUR2 e SUR2B e il conseguente blocco dei canali del potassio ATP-dipendenti.

La durata d'azione, tuttavia, risulta più breve di quella delle sulfoniluree; per tale ragione, il rischio di comparsa di ipoglicemia - soprattutto nella fase post-prandiale - risulta essere inferiore, benché sempre presente.

Effetti Indesiderati delle Glinidi

Fra i principali effetti indesiderati che possono manifestarsi durante l'assunzione della repaglinide, ricordiamo:

  • Mal di stomaco;
  • Diarrea;
  • Ipoglicemia;
  • Reazioni allergiche in individui sensibili.

Biguanidi

L'unica biguanide attualmente disponibile in Italia è la metformina.

A differenza delle sulfoniluree - quando assunta in monoterapia - la metformina non causa ipoglicemia, poiché non stimola il rilascio di insulina ma agisce con un diverso meccanismo d'azione. In commercio esistono diversi medicinali nei quali la metformina si trova in associazione ad altri antidiabetici orali, quali:

Meccanismo d'azione delle Biguanidi

La metformina espleta la sua azione principalmente a livello epatico, dove riduce la produzione di glucosio mediante l'inibizione della gluconeogenesi e della glicogenolisi. Allo stesso tempo, questo principio attivo stimola i tessuti ad utilizzare il glucosio, incrementando la sensibilità di questi all'insulina. L'esatto meccanismo d'azione non è del tutto chiaro, ma si ritiene che la metformina agisca a livello dei mitocondri epatici dove attiva la protein-chinasi attivata dall'adenosina 5'-monofosfato (AMPK).

La metformina è anche in grado di ridurre l'assorbimento di glucosio a livello intestinale, esercita una certa azione sull'appetito, riducendolo, e comporta un miglioramento del profilo lipidico del paziente.

Effetti Indesiderati delle Biguanidi

Fra i principali effetti indesiderati che possono manifestarsi durante la terapia con biguanidi come la metformina, ricordiamo:

Glitazoni

I glitazoni - o tiazolidinedioni - sono stati immessi in commercio per la prima volta nella seconda metà degli anni '90. Attualmente (2019), l'unico principio attivo appartenente a questa classe di farmaci disponibile sul mercato italiano è il pioglitazone. Può essere utilizzato sia in monoterapia che in terapia di associazione con altri farmaci antidiabetici.

Meccanismo d'azione dei Glitazoni

Il pioglitazone esercita la sua attività antidiabetica mediante la riduzione dell'insulino-resistenza. Nel dettaglio, il principio attivo sembra in grado di attivare specifici recettori nucleari (recettore gamma attivato di proliferazione dei perossisomi) cui consegue l'incremento della sensibilità all'insulina dei tessuti adiposo e muscolare scheletrico e del fegato.

Il pioglitazone è anche in grado di ridurre la produzione epatica di glucosio.

Dagli studi condotti sul principio attivo, inoltre, è emerso che esso è capace di ridurre i livelli plasmatici di trigliceridi e acidi grassi liberi e di aumentare i livelli di HDL (cosiddetto colesterolo buono).

Effetti Indesiderati dei Glitazoni

Effetti indesiderati che possono verificarsi durante il trattamento con glitazoni come il pioglitazone consistono in:

Inibitori dell'alfa-glucosidasi

Anche per questa classe di farmaci, esiste un unico principio attivo attualmente disponibile in Italia: l'acarbosio, altresì noto con il nome inglese di "acarbose". Si tratta di un tetrasaccaride di origine microbica. Può essere utilizzato sia da solo che in associazione ad altri ipoglicemizzanti orali.

Meccanismo d'azione degli Inibitori dell'alfa-glucosidasi

L'acarbosio agisce inibendo gli enzimi alfa-glucosidasi localizzati a livello intestinale. Tali enzimi, sono responsabili della degradazione dei disaccaridi (come maltosio, isomaltosio e saccarosio) in monosaccaridi; una loro inibizione, pertanto, è in grado di ridurre la liberazione di glucosio, quindi il suo assorbimento.

Effetti Indesiderati degli Inibitori dell'alfa-glucosidasi

Fra gli effetti indesiderati che si possono manifestare con l'assunzione di acarbosio, ricordiamo:

Inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2

Gli inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (o SGLT2) sono una classe di farmaci cui appartengono diversi principi attivi che possono essere utilizzati sia da soli che in associazione ad altri farmaci antidiabetici orali.

Appartengono a questa classe di farmaci:

Meccanismo d'azione degli Inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2

Il trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 è presente nei tubuli prossimali del rene ed è responsabile della maggior parte del riassorbimento di glucosio filtrato dal lume tubulare. I pazienti affetti da diabete di tipo 2 presentano un alto riassorbimento di glucosio nei reni e ciò può contribuire al mantenimento di elevati livelli glicemici. I farmaci inibitori di SGLT2, pertanto, ostacolano l'azione di questo trasportatore, riducendo di conseguenza il riassorbimento di glucosio e favorendone, invece, l'escrezione urinaria.

Effetti Indesiderati degli Inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2

Fra i possibili effetti indesiderati causati dalla somministrazione di inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2, ricordiamo:

Inibitori della dipeptidil-peptidasi 4

Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4 sono una classe di farmaci cui appartengono i seguenti principi attivi:

Vengono somministrati generalmente in associazione a:

  • Sulfoniluree;
  • Metformina e/o glitazoni;
  • Metformina e/o insulina.

Meccanismo d'azione degli Inibitori della dipeptidil-peptidasi 4

Questi farmaci esercitano la loro azione antidiabetica inibendo l'enzima dipeptidil-peptidasi 4 in maniera altamente selettiva. Tale enzima è responsabile della degradazione delle incretine  GLP-1 (peptideglucagone simile) e GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente). Le incretine sono ormoni prodotti a livello intestinale le cui concentrazioni aumentano in seguito all'assunzione di cibo. Esse inducono l'incremento della biosintesi di insulina - quindi della sua secrezione dalle cellule beta del pancreas - inibiscono la secrezione di glucagone e riducono la produzione epatica di glucosio, determinando un controllo sui livelli di glucosio nel sangue. Attraverso l'inibizione dell'enzima atto alla loro degradazione, pertanto, gli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4 sono in grado di aumentare la biodisponibilità delle incretine e di favorire il controllo della glicemia mediante un meccanismo glucosio-dipendente.

Effetti Indesiderati degli Inibitori della dipeptidil-peptidasi 4

Fra gli effetti indesiderati che possono manifestarsi durante la terapia a base d'inibitori della dipeptidil-peptidasi 4, ritroviamo:

Nota Bene

Per maggiori informazioni in merito ad effetti collaterali e controindicazioni dei farmaci ipoglicemizzanti orali, è bene rivolgersi al medico o al farmacista e leggere con attenzione il foglietto illustrativo del medicinale che si deve assumere.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista