Preparazione di una droga all'estrazione

Ultima modifica 22.01.2020

Quando la droga da valutare non è conosciuta si procede per tentativi sperimentali. Per eseguire un'estrazione è necessario superare prima di tutto barriere chimiche e fisiche; pertanto, oltre alla caratterizzazione chimica, è necessario conoscere la consistenza della droga, la sua caratterizzazione fisica e la capacità di solvatazione; le barriere fisiche saranno più facilmente superabili quanto più grande sarà la forza solvatante del solvente.

A volte, le barriere fisiche - rappresentate dalle membrane cellulari - possono essere un vero e proprio ostacolo; non si può infatti escludere la presenza di un qualcosa che vanifichi l'affinità ed il contatto tra solvente e principio attivo, qualcosa di ugualmente affine al principio attivo e che ne impedisce l'uscita. Questo tipo di interazione viene elusa con opportuni metodi di preparazione della droga; tali metodi consentono alle droghe di essere estratte in modo corretto, limitando le barriere fisiche che ostacolano tale estrazione. Questi metodi riducono la pezzatura della droga per aumentare proporzionalmente la superficie d'interazione tra solvente e droga, diminuendo, invece, l'ostacolo delle barriere fisiche; quanto più le dimensioni della pezzatura della droga sono ridotte e tanto maggiore è l'interazione tra solvente e droga; in questo modo aumentano anche le probabilità che il solvente entri in contatto diretto con il principio attivo da estrarre.
Esistono 3 metodi meccanici di preparazione delle droghe per valutarne le qualità; questi stessi metodi sono impiegati nei processi di lavorazione della droga per ottenere prodotti da immettere nel mercato (infusi, tisane, macinati):

- la frantumazione: impiegata per trattare droghe dure, consistenti e di pesatura elevata (radici, cortecce, fusti); i macchinari sono costituiti da materiali non porosi, come l'acciaio o il rame.
- la triturazione: impiegata per trattare droghe di consistenza ridotta (frutti, tuberi, radici, foglie, fiori...).
- la polverizzazione: impiegata per ridurre una droga ad una consistenza spesso predefinita (FUI o OMS). In caso di droghe oleaginose vengono impiegati elementi di supporto come l'amido, il mannitolo, il talco, lo zucchero, il cloruro di sodio, le ciclodestrine... anche in questo caso i materiali delle macchine non devono essere porosi.

In un processo estrattivo, sia esso per il controllo di qualità o per l'uso diretto ed officinale della droga, ci sono delle variabili che devono essere rispettate per ottenere una massima resa ed una corretta tipologia qualitativa dell'estratto; la prima è la scelta del solvente, a seguire vi sono la preparazione della droga ed il metodo estrattivo (infusione, percolazione).

Droghe diverse richiedono processi di estrazione diversi, a seconda della loro natura, per avere una massima resa in princìpi attivi, con la migliore caratterizzazione fisico-chimica possibile.

Il principio attivo di interesse farmacognostico va estratto con i metodi estrattivi più idonei al superamento delle barriere fisiche che la droga di partenza impone. Ad esempio, per estrarre l'olio dai semi di lino, questi vanno preventivamente frantumati in granaglie, che non si attaccano le une alle altre e conservano l'olio senza perderlo durante la frantumazione.

Da una droga, preparata nel modo più adeguato e sottoposta al metodo estrattivo più opportuno, si ottiene un estratto che sarà oggetto di indagine fitochimica per il controllo di qualità od oggetto di preparazione di fitofarmaci od altri prodotti salutistici.


Metodi meccanici di estrazione.


Spremitura e punzonatura: metodi meccanici che consistono nella compressione meccanica della droga; sono impiegati per ricavare l'olio essenziale dagli agrumi e dall'olio d'oliva, di arachidi, di girasole. È un processo di estrazione che si adotta prevalentemente su droga fresca.
Centrifugazione: anche per questo metodo meccanico si adoperano droghe fresche; viene utilizzata per ottenere succhi d'uso estemporaneo o addizionati di conservanti; in quest'ultimo caso possono essere utilizzati per diverso tempo, viceversa entro 24 ore.



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