Controllo di qualità di un olio essenziale

Ultima modifica 11.12.2019

Il metodo della spremitura è un metodo associato esclusivamente alle droghe agrumarie, cioè arancio amaro, bergamotto, mandarino, limone e cedro; l'olio essenziale si ricava dalla spremitura dell'esocarpo dei frutti, caratterizzato dalla presenza di tasche schizolisigene che contengono sostanze terpeniche, le quali, estratte per spremitura, danno l'olio essenziale. Altro metodo più moderno, è la punzonatura, effettuata in cilindri traforati pieni di aghi, all'interno dei quali vengono posti i frutti freschi; per mezzo della forza meccanica, gli esperidi vengono quindi bucati, con conseguente fuoriuscita dell'olio essenziale.

Questi tre metodi permettono di valutare la resa in olio essenziale delle diverse droghe. Dal punto di vista qualitativo, però, non forniscono nessuna informazione particolare; questo aspetto si può valutare determinando la quantità di acqua presente nelle essenze, dal momento che il metodo più impiegato per estrarle è la distillazione in corrente di vapore. Questa tecnica estrattiva consente di ottenere l'olio essenziale in un recipiente dove è per forza di cose contenuta acqua, in quanto elemento sfruttato per ottenere l'olio. L'acqua non è un vero e proprio solvente di estrazione perché non scioglie i terpeni, che, infatti, sono sostanze lipofile, quindi ciò che si ottiene in un'ultima analisi è l'olio separato dall'acqua. Di fatto, anche la distillazione in corrente di vapore non è una vera e propria estrazione perché il solvente non riesce a sciogliere il soluto; si tratta invece di una "estrazione" per trascinamento fisico di elementi che hanno per loro natura un'alta volatilità; l'acqua è utilizzata per allontanare dalla droga queste sostanze e raccoglierle a parte. Le due fasi, cioè l'acqua e l'olio essenziale, saranno separate correttamente solo se altrettanto correttamente è stata svolta la distillazione. Una minima quantità di acqua si disperderà comunque nell'olio essenziale, perché vi sono sostanze lipofile ma anche sostanze meno lipofile; solo se la quantità di acqua diviene eccessiva allora si può parlare di distillazione non corretta. In ogni caso, la quantità di acqua nell'essenza è inversamente proporzionale alla correttezza dell'estrazione; per valutarla, ci si avvale di un metodo chimico-fisico: l'essenza viene pesata prima e dopo averla posta in una stufa a determinata temperatura e sulla base della differenza in peso si determina la quantità di acqua presente nell'olio essenziale.

La determinazione di esteri estranei contenuti nelle essenze rappresenta un'altra tipologia di valutazione chimico-fisica. La presenza di esteri che non rispecchiano la qualità officinale dell'olio essenziale è uno specchio di una distillazione effettuata in modo scorretto, ad esempio ad una temperatura troppo elevata che porta ad una modificazione radicale dei composti terpenici che lo caratterizzano.

Anche la presenza di oli, grassi ed essenze resinificate, che presentano composti terpenici a più alto peso molecolare, rende l'olio meno fluido, più viscoso, molto simile alla resina che fuoriesce dalle conifere. Perciò, di fatto, la presenza di un'elevata quantità di questi terpeni ad alto peso molecolare può essere indice, ancora una volta, di una scorretta estrazione; ad esempio, l'elevata temperatura può favorire la volatilità di molecole ad alto peso molecolare, oppure la condensazione di molecole terpeniche che sono state esterificate e unite insieme a formare molecole con elevato peso molecolare.

La presenza di oli grassi (miscela prevalentemente glicerica) va valutata perché non devono far parte delle essenze; la loro presenza è ancora una volta sintomo di una sbagliata estrazione. Gli acidi grassi sono catene lineari di atomi di carbonio, legate ad un alcol che a sua volta può unirsi ad altre molecole dello stesso tipo. Se consideriamo che la droga sottoposta a distillazione è fresca, le sostanze presenti sulla superficie, come ad esempio le cere, possono essere estratte insieme agli oli essenziali ed andare a caratterizzarli in modo completamente diverso da come dovrebbero essere.



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