Storia dei medicamenti naturali e farmacopee

Ultima modifica 24.12.2015

EVOLUZIONE DELL'ODIERNO CONCETTO DI "MEDICAMENTO"


I greci furono i primi studiosi delle scienze naturali, insieme alla contemporanea civiltà araba. I primi farmacognosti e studiosi dei medicamenti naturali furono i "rizotomi" o raccoglitori di radici; furono grandi studiosi greci che si affiancavano a grandi personaggi come Omero, Ippocrate e Galeno. Essi conoscevano le fonti naturali e le loro proprietà, erano figure nomadi e non ancora strutturate all'interno di una cultura scientifica come quella di Ippocrate. Proprio allora prende origine la Farmacognosia come disciplina che tende a strutturare tutte le fonti in cultura del farmaco naturale.

Le figure come Ippocrate cercarono di affiancare alle proprietà di una fonte una particolare patologia, così da sistematizzare e concretizzare in modo pragmatico l'uso di un prodotto vegetale contro una malattia. Questa catalogazione delle fonti naturali venne seguita nel corso dei decenni ed è giunta fino ai giorni nostri. Il periodo storico che svolge un ruolo chiave nella moderna interpretazione di medicamento è il Medioevo, secondo tanti un periodo di oscurantismo, ma non per le civiltà arabe, le quali hanno raccolto l'eredità greco-romana trasferendo tutte le loro conoscenze alle prime biblioteche e università. Le prime strutture mediche e quelle deputate all'apprendimento della cultura medica nascono proprio nel mondo arabo; queste strutture verranno riprese nel mondo occidentale soltanto nel Rinascimento, quando, con la scoperta delle Americhe, ci fu la necessità di comprendere queste culture e riadattarle a quella occidentale.
All'inizio del Rinascimento nascono le prime FARMACOPEE: i manuali che elencano tutti i medicamenti, indicandone: il modo di impiego, la fonte secondo la nomenclatura binomia Linneana, la parte di fonte con proprietà salutistica ed il trattamento della fonte affinché essa preservi le proprietà e la qualità originaria. Le farmacopee racchiudevano il sapere medico di quel periodo; ancora oggi esiste una ufficiale farmacopea nazionale, che rispecchia le tradizioni e le scoperte di una società. La FUI (Farmacopea Ufficiale Italiana) è quella che tra le farmacopee europee annovera più fonti vegetali, poco più di un centinaio; la FUE (Farmacopea Ufficiale Europea) ha sposato in toto quella italiana. La farmacopea è uno strumento per lo specialista del medicamento, che racchiude aspetti informativi sufficienti a soddisfare le esigenze di diversi specialisti, siano essi farmacisti e/o erboristi.
Il Rinascimento segna una svolta essenziale per la scoperta di nuovi medicamenti; il nuovo mondo contiene diverse foreste pluviali come quella amazzonica, tutt'oggi un'importante sorgente di fonti naturali. In questo periodo nasce la figura dello "speziale", colui che conosceva tutte le fonti vegetali, che prende sempre più le distanze dalla figura medica; distanze che si instaurarono necessariamente quando il numero di fonti naturali da conoscere si accrebbe in maniera importante. Lo speziale si è evoluto alle odierne figure di farmacista, erborista e promotore del benessere.
L'esplosione di conoscenze sulle fonti vegetali con proprietà salutistiche indusse gli studiosi a conservarle, così che le fonti, locali o importate dall'America e non solo, mantenessero intatte le proprietà salutistiche. Le farmacopee assunsero l'aspetto di archivi botanici per mantenere e tramandare la conoscenza delle fonti, che venivano disegnate in modo molto particolareggiato e ricoltivate in Europa negli orti botanici. Gli orti botanici erano dei cataloghi viventi per le piante medicamentose, che così potevano essere studiate ed impiegate.



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