Possibili alterazioni della droga: aggressioni fungine

Ultima modifica 20.09.2016

Nonostante gli elementi tecnici ed artificiali precedentemente elencati si siano svolti in modo corretto, le droghe possono essere comunque oggetto di alterazione e contaminazione. In questi casi, ci troviamo di fronte ad una droga correttamente essiccata, liofilizzata, stabilizzata o addizionata con preservanti - nonché conservata in recipienti ed ambienti adeguati - che, nonostante questo, viene contaminata da un fungo, da un batterio, da un insetto o addirittura dalla presenza di un roditore.

I contenitori di conservazione sono molto spesso sacchi di juta, particolarmente utilizzati quando le droghe vengono raccolte e lavorate in India, Africa o Sud America e poi trasportate in Europa, passando per il porto di Amsterdam, dove vengono smistate in tutto il territorio europeo. Vi sono allora dei momenti di passaggio nella lavorazione della droga, dalla raccolta alla vendita, dalla droga al prodotto, che vanno considerati.

Gli elementi che intercorrono tra la raccolta ed il confezionamento sono molto importanti. Le droghe devono essere innanzitutto conservate in condizioni ottimali ed il sacco di juta lo consente, perché favorisce il passaggio dell'aria e promuove il mantenimento di un corretto grado di umidità, a meno che non venga messo in un ambiente particolarmente umido. Generalmente questa eventualità non si verifica, perché i container sono adeguati a questi tipi di trasporto. Tale accortezza, però, non esclude che le droghe possano essere aggredite, a causa di condizioni non ottimali o perché contaminate in altro modo.

Se una droga viene contaminata da un fungo, normalmente ce ne accorgiamo, perché macroscopicamente presenta un odore diverso da quello caratteristico; spesso assume anche una consistenza differente.

L'aggressione fungina, avviene in genere su droghe oleaginose, dalle quali si ottengono oli fissi: mandorle, olive, arachidi, jojoba ecc. Queste droghe oleaginose vengono aggredite quando le condizioni di trasporto o quelle post-essiccazione non sono adeguate od ottimali dal punto di vista igienico (a partire dall'umidità che favorisce la crescita di muffe).

Come comportarsi in questi casi? Se la droga è completamente aggredita dalle ife del fungo, dev'essere gettata; non può proprio essere utilizzata. La parte di droga aggredita dal fungo deve infatti essere allontanata, non c'è possibilità di recupero, se non per la parte rimasta integra.

Esistono tuttavia delle situazioni subdole; un fungo, infatti, ha un ciclo vitale che comprende una crescita, una riproduzione ed una morte; può allora succedere che una droga venga aggredita ma che il fungo, dopo un certo tempo, esaurisca il proprio ciclo biologico e scompaia. Ci ritroviamo, allora, di fronte ad una droga che apparentemente non presenta alterazioni apprezzabili (es. Eurotium, funghi dal ciclo vitale molto breve, che presto abbandonano la droga). Anche se non rilevabile con i sensi, l'aggressione fungina lascia comunque una traccia di tipo chimico, caratterizzata da molecole talvolta tossiche, perché estranee alla droga e capaci di interagire con le sue qualità. Un esempio classico è dato dalla presenza di AFLATOSSINE, molecole con un elevato grado di tossicità epatica e la cui presenza rivela un'aggressione fungina, in particolare di funghi appartenenti al genere Aspergillus. Tale alterazione può essere rilevata solamente con un saggio di tipo chimico; la qualità di quella droga potrà quindi essere valutata in laboratorio sulla base del tipo e della quantità di aflatossine in essa contenute.

Per quanto detto, i saggi di tipo chimico devono essere assolutamente eseguiti sulle droghe di tipo oleaginoso.



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