Ultima modifica 20.09.2016

Altra tipologia di preparazione ottenuta da piante, o da loro parti, non essiccate e non trattate, è la TINTURA MADRE; la tintura altro non è che una preparazione di utilizzo erboristico, fitoterapico, omeopatico o cosmetico, per ottenere formulazioni salutistiche. Tintura madreLa tintura, quindi, può rappresentare essa stessa una preparazione, oppure una base di partenza per ottenere diverse formulazioni salutistiche.

L'omeopatia si caratterizza di preparazioni dove il principio attivo, che dovrebbe generare sintomatologie simili alla malattia da curare, è diluito decine e decine di volte.

La tintura si definisce "madre" quando nasce prevalentemente come base per altre preparazioni; in questo caso presenta procedure di ottenimento molto precise.

Sia la tintura che la tintura madre sono composti ottenuti per macerazione.

La macerazione è un processo estrattivo in cui la droga fresca viene posta per un determinato periodo di tempo in un solvente, tenuto in continuo movimento con lo scopo di velocizzare l'estrazione. Il solvente può essere alcool, una miscela di acqua e alcool (solvente idroalcolico), etere, vino medicato (si ottiene una preparazione detta enolito) oppure olio (per ottenere un oleolito).

In sostanza, la tintura madre si ottiene ponendo la droga fresca in un solvente di un certo tipo, il quale non è quasi mai acqua, se non miscelata ad un solvente alcolico; questo per garantirne una migliore conservabilità. L'acqua, infatti, favorisce la proliferazione di eventuali batteri, muffe e funghi. L'estrazione si basa inoltre sul principio "il simile scioglie il simile"; per questo motivo, per estrarre determinate categorie di princìpi attivi devono essere utilizzati solventi opportuni.

Perché, allora, la tintura non si chiama macerato? Innanzitutto, non tutti i macerati idroalcolici sono tinture, non tutti gli oleoliti si possono definire tinture, così come gli enoliti ecc. La tintura madre è detta tale solo quando la quantità di droga fresca e la quantità di solvente utilizzato sono in rapporto 1:10; 1kg di droga fresca per 10kg di solvente. Si definisce "madre" perché, oltre ad essere stessa una preparazione, è la base per ottenere formulazioni "figlie".

Si parla semplicemente di tintura quando la droga, pur essendo fresca, non è in rapporto 1:10 col solvente, ma generalmente in rapporto 1:3.

Cosa differenzia una tintura da un macerato? La differenza sta nell'utilizzo della droga a monte del processo; il macerato propriamente detto si ottiene utilizzando droga secca, mentre se si utilizza una droga fresca, il macerato prende il nome di tintura (se si rispettano i rapporti sopra elencati di droga/solvente, in particolare 1:10 per la tintura madre).

In passato, prima dell'avvento della chimica analitica, la tintura madre era una formulazione adeguata alla preparazione di tanti altri preparati salutistici. Si definiva madre perché se il rapporto droga/solvente era mantenuto costante garantiva empiricamente una certa stabilità di standardizzazione nella quantità di principio attivo. Un rapporto di questo genere, sempre fisso, assicurava che tutte le preparazioni avessero più o meno la stessa quantità di principio attivo, quindi di fatto le stesse proprietà salutistiche.

La lavorazione delle droghe nel preparare determinate formule officinali non è esente da eccezioni. Per esempio, quando si vogliono ottenere tinture madri od oli essenziali, le droghe sono utilizzate fresche anziché essiccate.

La quantità di princìpi attivi in un preparato è espressione funzionale e salutistica della droga, che in ultima analisi diviene qualità della droga stessa. Questi aspetti sono elementi di garanzia dell'efficacia di una droga, ma anche della sicurezza d'uso della droga stessa; se la droga perde di qualità può diventare anche tossica, fino a trasformarsi in un veleno. Tutti i parametri considerati sono in funzione dell'obiettivo ultimo della farmacognosia, ovvero garantire la qualità, l'efficacia e la sicurezza della droga, attraverso strumentazioni di vario tipo, sia chimiche che biologiche.



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