Essicazione, essicazione su graticci

Ultima modifica 24.10.2019

I processi tecnici artificiali che determinano l'allontanamento dell'acqua, quindi il rallentamento o il blocco delle reazioni di idrolisi, sono la LIOFILIZZAZIONE e l'ESSICAZIONE.

L'essiccazione è il metodo più usato perché più semplice e tramandato dalla tradizione fitoterapica, e dalla sua storia, come unico mezzo per evitare processi di alterazione della droga.

Entrambi i metodi limitano i processi di degradazione della droga, o li bloccano ma non in modo irreversibile. L'allontanamento dell'acqua priva l'enzima dell'elemento necessario per determinare le reazioni di idrolisi, ma non la scomparsa dell'enzima stesso. Se in un tempo successivo l'essiccamento, la droga non viene opportunamente conservata in un ambiente povero di umidità e viene esposta a possibili fonti d'acqua, la droga va lentamente incontro a processi di degradazione, sempre a carico degli enzimi idrolitici. Se la droga è conservata opportunamente, invece, l'azione degli enzimi idrolitici è estremamente rallentata, quindi la droga ha più probabilità di durare nel tempo. Pertanto, la liofilizzazione e l'essiccazione sono processi che determinano un blocco temporaneo e non irreversibile del degrado o dell'invecchiamento della droga.

 

FATTORI ARTIFICIALI DI ALLONTANAMENTO DI ACQUA DALLE DROGHE.

 

ESSICCAZIONE: esistono diversi metodi di essiccazione.


Essicazione su graticci: è il metodo più semplice. Per graticcio si intende uno od un insieme di telai, delle dimensioni di circa 1m per 2m, in legno con una grata di metallo o di iuta; questi telai sono generalmente disposti su diversi piani, a distanza di 15-20 cm l'uno dall'altro per consentire una corretta e giusta areazione; oppure possono essere semplicemente disposti in un locale areato. Molto importante è la preventiva valutazione delle dimensioni della droga, perché in base ad essa si scelgono le caratteristiche del graticcio; nel caso delle foglie è possibile utilizzare strutture a graticci molto semplici, anche su più piani, mentre per l'essicazione di frammenti di droga piuttosto grossi, che necessitano di un'essicazione su graticci per poter essere conservati, si utilizza un solo piano od un unico pianale. L'essicazione avviene normalmente, salvo eccezioni, all'ombra, sotto tettoie o all'interno di locali aperti ed aerati.

L'essicazione su graticci, dunque, è una modalità estremamente semplice, antica ed economica; tuttavia, non mancano le limitazioni. Il tempo di essiccazione, innanzitutto, è direttamente proporzionale all'umidità presente nell'aria; tanto più l'aria è umida e tanto maggiore è il tempo richiesto per l'essicazione. Di riflesso, se aumenta il tempo di allontanamento dell'acqua, gli enzimi idrolitici hanno la possibilità di incrementare la loro azione, degradando la droga sia in maniera morfologica che fitochimica.

Per quanto detto, l'essicazione su graticci può essere effettuata per droghe che non contengono elevate quantità di acqua, come radici, tronchi, rizomi o comunque parti di pianta legnose; lo sfruttamento dei graticci per essiccare foglie e capolini, inoltre, è subordinato alla località ed al clima in cui vengono essiccati, che dev'essere preferibilmente caldo/secco.

L'essiccazione su graticci ha da un lato notevoli vantaggi economici, ma presenta dall'altro il grosso inconveniente di essere troppo legata agli andamenti climatici e alla tipologia di droga. Se per esempio si verificano condizioni climatiche impreviste (la temperatura si abbassa improvvisamente, aumenta l'umidità), c'è la possibilità che venga rovinata tutta la materia prima.

L'essicazione su graticci viene effettuata sotto tettoie, salvo eccezioni, perché le radiazioni solari possono determinare fenomeni fotoreattivi; la luce solare, infatti, catalizza reazioni di fotoossidazione che iniziano quando la droga viene esposta direttamente al sole. Questi fenomeni determinano due elementi principali di danno: a carico dei princìpi attivi e a carico dei pigmenti della pianta.

Al momento dell'essicazione i pigmenti sono ormai disorganizzati, perché hanno perduto la loro capacità di svolgere funzione recettoriale, di convogliare la clorofilla ecc.; tuttavia, anche dopo la raccolta della fonte, non perdono la loro sensibilità alla luce. Pertanto, i pigmenti possono comunque assorbire le radiazioni luminose e, una volta raggiunte determinate energie, perdere la stabilità dei propri orbitali e, di fatto, modificare le loro caratteristiche.

Alterare le naturali peculiarità dei pigmenti significa modificare gli aspetti morfologici e macroscopici della droga, molto importanti per la sua caratterizzazione e per farla rientrare nei parametri di validità ufficiali.

Vi sono infine alcune droghe per le quali è prevista l'essicazione su graticci alla luce del sole, poiché i fenomeni di foto - ossidazione sono favorevoli ad una migliore qualità officinale.



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