Etnomedicina, omeopatia, medicina Ippocratica

Ultima modifica 24.12.2015

La farmacognosia si occupa di studiare una droga, sia essa medicamento o veleno. La droga è un mezzo tratto dal mondo che ci circonda, mediante il quale l'uomo può preservare e conservare la salute. L'esperienza riguardo l'utilizzo di droghe medicamentose si è accresciuta indipendentemente dalle popolazioni, dalle culture e dalle società: anche se con connotazioni scientifico-religiose diverse, potremmo definire la fonte vegetale o la droga come il veicolo della salute mediato dalla natura. Culture diverse, con diverse evoluzioni e anche geograficamente lontane, istintivamente hanno fatto ricorso alle stesse fonti per curare uno stesso tipo di disturbo o patologia, quindi c'è stata una sorta di coevoluzione del concetto di medicamento. Ogni società ha sviluppato una propria fitoterapia ed  etnomedicina, ovvero la medicina acquisita istintivamente da una determinata etnia. Sono sorte diverse etnomedicine, che sono state più o meno mantenute nel tempo; ancor oggi alcune di esse riscuotono molto successo, come la medicina ayurvedica. Allo stato attuale, le etnomedicine vengono considerate medicine complementari a quella ippocatrica: Ippocatre è considerato il padre della moderna medicina, cioè la medicina dalle aree occidentali. Anche la fitorerapia (terapia con le droghe), nata dal sapere terapico di diverse culture, riunendone tutti gli aspetti, viene considerata una medicina complementare alla medicina tradizionale. Ci sono molte altre strategie terapiche, sviluppatesi in diversi contesti socio-culturali, che ricorrono alla fonte vegetale come medicamento per ricercare la salute, come la medicina Kampo giapponese e quella omeopatica; tutte hanno comunque un origine istintiva.
Ippocatre fu studioso delle scienze naturali, botanico e anche medico; egli ha strutturato le fondamenta dell'odierna medicina, che possono essere riassunte nella famosa frase latina "CONTRARIA CONTRARIIS CURANTUR", i contrari si curano con i contrari; la malattia, quindi, va curata con un agente terapico che la contrasta, sia esso un farmaco o una droga. A questo concetto si rifanno anche molte etnomedicine, nonché la stessa fitoterapia. Il nostro concetto di "cura" abbraccia quello di salute, avvalendosi di diverse strategie terapiche.
La strategia omeopatica è completamente opposta a quella ippocatrica; questa filosofia terapica, nata in Francia nell'800 grazie ad Hahnemann, afferma che: "SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR", il simile cura il simile; nonostante l'apparente contraddizione, esistono prove cliniche che dimostrano la validità di tale strategia. La medicina omeopatica si prefigge di utilizzare una fonte naturale per suscitare nel soggetto una sintomatologia analoga a quella che percepirebbe se fosse malato. Il prodotto omeopatico è, infatti, un estratto vegetale diluito molte volte; per questo, l'efficacia della terapia omeopatica è ancora molto discussa. Il concetto è in netto contrasto con la strategia terapica di Ippocrate che presuppone, invece, l'assunzione di un principio attivo, concentrato e non diluito, responsabile di una sintomatologia opposta a quella che il paziente avrebbe se fosse malato.
Tutte le diverse medicine fanno ricorso a fonti naturali; per ciò all'interno di farmacie, parafarmacie ed erboristerie troviamo numerosissime fonti vegetali. Ogni anno entrano ed escono dagli esercizi commerciali all'incirca 500 fonti vegetali, che, prima di poter essere messe in commercio, devono subire un controllo di qualità e sicurezza. Il mercato delle fonti naturali è così vasto perché la cultura salutistica dell'opinione pubblica lo richiede; ed oggi questa tendenza è in continua crescita.



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