Ultima modifica 13.09.2018

La droga dev'essere raccolta nel corretto tempo balsamico della pianta e con opportuni criteri di igiene, sia dell'operatore sia di tipo sanitario: la pianta dev'essere sana, non deve aver subìto alcun tipo di aggressione microbica o di insetti, dev'essere raccolta in modo tale da presentare i parametri accettati dalla Farmacopea, con minimi residui minerali (terra, terriccio) e vegetali (parte di pianta che non rappresenta la droga o piante diverse dalla stessa fonte, come in caso di coltivazione con utilizzo di allelopatia).

Più la raccolta è efficace, più il raccolto acquista valore; se le piante vengono selezionate, maggiore è la possibilità di determinare un raccolto di qualità.

 

Gli elementi limitanti risiedono nella difficoltà ad ottenere una droga di qualità e sono contrapposti agli elementi favorevoli, legati ai metodi o alle strategie per risolvere tali difficoltà. Una raccolta meccanizzata non efficace e costosa viene ad esempio aiutata con il miglioramento genetico della coltivazione. Ci sono poi determinate aree del globo che risultano particolarmente indicate per la crescita di piante officinali, autoctone o trasferite in quei luoghi, perché comunque quelle regioni, oltre a godere di un'estensione territoriale importante ed adatta, ne favoriscono lo sviluppo. Un esempio è il caffè: molto utilizzato nei preparati erboristici per perdere peso, in quanto dotato di proprietà diuretiche ed eccitanti, fa parte di prodotti farmaceutici antiemicranici; ebbene, nonostante il caffè sia una pianta originaria della penisola arabica, quello che noi conosciamo è raffigurato in associazione con zone sud americane. Il Brasile, ad esempio, è il maggiore produttore al mondo di caffè nonostante, come detto, la pianta sia originaria della penisola arabica. La coltivazione estensiva ed intensiva del caffè in Brasile conferisce alla droga aromi e caratteristiche molto apprezzate dai consumatori.

Altro esempio è dato dall'aloe, che è di origine sud africana, ma si adatta molto bene a tantissime zone che presentano un clima xerofitico, cioè arido e poco adatto alla vita; è infatti una pianta carnosa. L'aloe è coltivata principalmente in sud africa, nord africa e alle Barbados (Aloe barbadensis), ma sempre di aloe che produce succo e gel si tratta.
In Italia le specie maggiormente coltivate sono la lavanda (cresce molto bene in altura, su terreni rocciosi, dilavati e clima mediterraneo), la menta e l'assenzio (crescono bene in Piemonte), l'elicriso, la liquirizia (Calabria, Abruzzo e Sicilia), la manna (Sicilia, droga raccolta solo da piante che crescono in climi mediterranei), l'arancio amaro (di origine asiatica è coltivato in Sicilia) e il bergamotto (soprattutto in Calabria, dove cresce con caratteristiche molto particolari e pregiate).



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