Farmaci per la cura della vaginosi batterica: cosa prendere?

Farmaci per la cura della vaginosi batterica: cosa prendere?
Ultima modifica 18.09.2024
INDICE
  1. Vaginosi batterica: cos'è?
  2. Vaginosi batterica: cause
  3. Vaginosi batterica: sintomi
  4. Farmaci per la vaginosi batterica

Vaginosi batterica: cos'è?

La vaginosi batterica è un'infezione a carico della vagina e della mucosa che la riveste, in cui si assiste ad un'importante alterazione della fisiologica flora batterica.

Vaginosi batterica: cause

La vaginosi batterica è causata principalmente dall'azione sinergica di più ceppi microbici, i quali, trovando le condizioni favorevoli, colonizzano la vagina a svantaggio dei Lactobacilli o Bacilli di Döderlein. Tra i microorganismi maggiormente coinvolti, la Gardnerella vaginalis riveste un ruolo da protagonista, ma possono essere implicati anche Mycoplasma hominisMobiluncus spp. e Prevotella spp.

Vaginosi batterica: sintomi

La vaginosi batterica non è sempre accompagnata da sintomi (circa la metà delle donne affette non manifesta alcun sintomo), ma generalmente la sua presenza è segnalata da abbondanti perdite vaginali bianco-grigiastre e maleodoranti, prurito e bruciore intimo e dolore nei rapporti sessuali.

Per approfondire: Sintomi Vaginosi Batterica

Le informazioni su Vaginosi Batterica - Farmaci per la Cura della Vaginosi Batterica non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Vaginosi Batterica - Farmaci per la Cura della Vaginosi Batterica.

Farmaci per la vaginosi batterica

Come curare la vaginosi batterica?

La vaginosi batterica è una delle infezioni vaginali più diffuse tra le donne. Questa condizione è caratterizzata profonda alterazione del normale ecosistema della vagina.

In particolare, nella vaginosi batterica si viene a determinare uno squilibrio dei microrganismi che costituiscono la cosiddetta flora saprofita o microbiota vaginale che, in condizioni fisiologiche, popolano e difendono l'ambiente vaginale stesso. Il risultato è un'infezione polimicrobica in grado di stabilire, in modo sinergico, condizioni idonee alla proliferazione di altri patogeni dannosi.

Si assiste così ad un'alterazione nella flora vaginale, con diminuzione dei Lactobacilli o Bacilli di Döderlein, microrganismi normalmente protettivi e deputati a mantenere l'ambiente vaginale leggermente acido (pH 3.8-4.5).

La vaginosi batterica può essere asintomatica fino al 50% dei casi. Quando presenti, i sintomi indicativi dell'infezione sono: prurito, bruciore intimo ed aumento delle perdite vaginali (secrezioni bianco-grigiastre omogenee, caratterizzate da cattivo odore paragonabile a quello del pesce).

Se non viene trattata adeguatamente, la vaginosi batterica può determinare complicanze ginecologiche, oltre a favorire la trasmissione delle malattie veneree attraverso i rapporti sessuali.

Per approfondire: Vaginosi batterica: cos'è? Sintomi, cause e cure

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nel trattamento della vaginosi batterica ed alcuni esempi di terapia; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicata per la paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute generale ed alla sua responsività al protocollo terapeutico.

Cosa prendere per la vaginosi batterica?

I regimi di trattamento raccomandati dai Centers of Disease and Control and Prevention (CDC) sono per la vaginosi batterica prevedono:

  • METRONIDAZOLO: la terapia antibiotica di elezione contro le vaginosi batteriche prevede l'impiego del metronidazolo quale principio attivo. Per via orale, è raccomandata l'assunzione di una compressa da 500 mgdue volte al giorno, per 7 giorni In alternativa, è possibile assumere un'unica dose di metronidazolo orale (2 g di principio attivo in singola dose). Al momento, quest'ultimo è il trattamento farmacologico con il miglior rapporto costo-efficacia. Inoltre, è possibile l'applicazione direttamente in vagina del medicinale sotto forma di crema (metronidazolo 0.75%): generalmente, la durata della terapia ad uso topico è pari a 5 giorni (1 volta al dì) salvo ulteriori indicazioni dal medico curante. Durante le prime 24 ore dopo il trattamento con metronidazolo per la vaginosi batterica non utilizzare bevande alcoliche, poiché l'associazione con tale farmaco può dare origine ad effetti collaterali a carico dei sistemi gastrointestinale ed urogenitale (sindrome disulfiram-simile).
  • CLINDAMICINA: applicato localmente, questo farmaco è particolarmente utile per contrastare le vaginosi batteriche. Generalmente, la durata della terapia ad uso topico, cioè con clindamicina crema 2%, una applicazione (pari a 5 grammi) in vagina è di 7 giorni. In alternativa, è possibile assumere una compressa da 300 mg del principio attivo per via orale, due volte al giorno per una settimana oppure utilizzare gli ovuli vaginali da 100 mg per tre giorni. In gravidanza, l'uso di clindamicina in crema è stato associato ad eventi avversi nella seconda metà della gestazione, pertanto il suo impiego deve limitarsi al primo periodo. Le formulazioni topiche a base di clindamicina utilizzati per il trattamento della vaginosi batterica riducono l'efficacia di preservativi e diaframmi in lattice. Pertanto, le donne che ne fanno uso non possono fare affidamento su questi metodi contraccettivi durante la terapia.

La prevenzione delle recidive si mette in atto con: ripristino del pH vaginale e della normale flora lattobacillare ed eradicazione dei batteri anaerobi.

In generale, può essere considerato un follow-up ad un mese dal trattamento, per verificare l'efficacia del protocollo terapeutico prescelto insieme al medico di base o al ginecologo di riferimento. Il trattamento contemporaneo del partner sessuale deve essere valutato a seconda del caso, in quanto non sempre necessario.

Vaginosi batterica: prevenzione e stile di vita

Oltre a seguire scrupolosamente la terapia indicata dal medico, è fondamentale la correzione dei fattori predisponenti la vaginosi batterica:

  • Utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali per prevenire le infezioni che si trasmettono sessualmente.
  • Rispettare le norme alimentari per un corretto ed equilibrato regime dietetico.
  • Scegliere indumenti intimi che garantiscano la giusta traspirazione e che non irritino la zona genitale. Pertanto, si dovrebbe preferire l'uso di biancheria di puro cotone, meglio se bianca; questo tessuto naturale permette una corretta ossigenazione tissutale e limita il ristagno di secrezioni.
  • Evitare le lavande vaginali se non necessarie: sottoporre la vagina a pratiche igieniche troppo intense può sconvolgere l'equilibrio dei batteri in essa normalmente presenti ed aumentare il rischio d'infezioni. Anche il ricorso a detergenti intimi non dev'essere effettuato in maniera eccessiva: quest'abitudine potrebbe alterare le naturali difese immunitarie vaginali e la flora microbica saprofita.
  • Nel lavarsi, preferire la doccia al bagno: sciacquare bene il detergente utilizzato e asciugare bene per evitare il ristagno di umidità. Non usare saponi troppo aggressivi ed evitare il continuo ricorso a salviette intime deodoranti, proteggi-slip, assorbenti interni e saponi a pH acido.
  • Dopo aver fatto uso della toilette, è buona regola pulirsi dall'avanti all'indietro: in questo modo si evita la diffusione di batteri fecali alla vagina. Inoltre, occorre porre l'attenzione sull'adozione di corrette misure igieniche, come ricordare di lavarsi le mani ed dopo ogni evacuazione e minzione.
Prosegui con la lettura: Vaginosi batterica o candida?

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici