Farmaci per Curare la Tachicardia

Farmaci per Curare la Tachicardia
Ultima modifica 01.04.2020

Definizione

Dal greco “tachys-kardia” (lett. “cuore accelerato”), si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca (FC) in condizioni di riposo supera il range di normalità (per la popolazione di riferimento). Per l'adulto, la  tachicardia si verifica quando la FC a riposo supera i 100 battiti al minuto (bpm); il fenomeno opposto è la bradicardia.

Cause

La tachicardia riflette alterazioni cardiache riferite alla produzione di segnali elettrici: in altre parole, quando per qualsiasi motivo viene alterata la fisiologica attività elettrica-cardiaca, aumentano le probabilità che la tachicardia si manifesti. Di seguito, i fattori predisponenti più comuni: abuso di caffè, sostanze nervine e droghe, alcolismo, anemia, ansia, alterazioni elettrolitiche, assunzione di antiasmatici ed antistaminici, emozioni eccessive, febbre, infarto cardiaco (anche pregresso), ipertensione, ipertiroidismo, malformazioni congenite a carico del cuore.

Sintomi

In presenza di tachicardia, il cuore non è in grado di pompare efficacemente il sangue in tutti i distretti dell'organismo; pertanto, alcuni organi possono necessitare di ossigeno. Condizioni simili possono causare: cardiopalmo, dolore toracico, mancanza di fiato, palpitazioni, svenimenti, vertigini.

Le informazioni sui Tachicardia - Farmaci per la Cura della Tachicardia non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Tachicardia - Farmaci per la Cura della Tachicardia.

Farmaci

Non è detto che tutti i malati di tachicardia lamentino i sintomi caratteristici della malattia: infatti, una tachicardia lieve od occasionale (ad esempio dipendente da ansia o da un'emozione eccessiva) non dovrebbe allarmare eccessivamente, nonostante il consulto del medico sia sempre consigliato.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la tachicardia può provocare anche serie conseguenze, fino ad indurre la morte.
L'obiettivo principale del trattamento della tachicardia è dunque il rallentamento della frequenza cardiaca, ottenibile mediante più opzioni terapiche:

  1. Somministrazione di farmaci specifici (elencati dettagliatamente nel paragrafo successivo)
  2. Messa in atto di manovre mediche (es. manovra di Valsalva)
  3. Applicazione sul viso di sacchetti del ghiaccio
  4. Elettroconversione con il defibrillatore (nei casi estremi)
  5. Ablazione chirurgica: inserimento di micro elettrocateteri inseriti nei vasi sanguigni, che giungono fino al cuore
  6. Impianto di cardioverter-defibrillatori o peacemaker: piccoli congegni elettrici in grado di ripristinare la fisiologica frequenza cardiaca bloccando le tachi-artimie sul nascere

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la tachicardia, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:

 

Farmaci Antiaritmici: quando le manovre mediche non sono sufficienti per ripristinare i valori della frequenza cardiaca, è possibile intervenire con farmaci antiaritmici:

  • Propafenone (es. Rytmonorm, Propafenone DOC, Cardiofenone): iniziare il trattamento per la cura della tachicardia con una dose di farmaco pari a 150 mg, da assumere per os ogni 8 ore. È possibile assumere il farmaco anche formulato come compresse a lento rilascio: in tal caso, assumere 225 mg ogni 12 ore. Per la dose di mantenimento, è possibile aumentare la posologia ogni 3-4 giorni a 225-300 mg ogni 8 ore per le compresse a rilascio immediato, oppure aumentare la posologia a 325-425 mg da assumere ogni 12 ore per le compresse a lento rilascio (dopo almeno 5 giorni dall'inizio della cura). Consultare il medico.
  • Amiodarone (es. Angoron, Cordarone, Amiodarone ZTV): il farmaco è indicato anche per il trattamento della tachicardia sopraventricolare nei bambini. Indicativamente, per i bambini che hanno meno di un mese di vita affetti da tachicardia, si raccomanda di assumere 10-20 mg/kg di principio attivo al giorno per via orale, eventualmente frazionando il carico in due dosi. Ripetere per 7-10 giorni. Dopo questo periodo, è possibile ridurre il dosaggio di 5-10 mg, e ripetere la cura per 2-7 gg, in base alla risposta del paziente. È possibile somministrare il farmaco anche per via endovenosa (5mg/kg in 60 minuti). Per i bambini di età superiore ad un anno affetti da tachicardia, si raccomanda di somministrare 10-15 mg/kg di farmaco per os, per 4-14 gg, in due dosi al giorno. La dose di mantenimento suggerisce di assumere 5-10 mg/kg per os, una volta al giorno.
  • Adenosine (es. Adenoscan, Krenosin): iniziare la terapia con una dose di farmaco pari a 6 mg, per via endovenosa; seguire poi con 20 ml di soluzione fisiologica. Se, dopo un paio di minuti, il paziente non trae beneficio dalla terapia, si raccomanda di procedere con un'ulteriore dose di farmaco (12 mg), da ripetere eventualmente due volte.
  • Mexiletina (es. Mexitil): iniziare la terapia con una dose di farmaco pari a 200 mg, da assumere per via orale ogni 8 ore, quando l'organismo non è in grado di mantenere i valori della frequenza cardiaca nella norma. Prolungare la terapia per almeno 2-3 giorni, anche in caso di scomparsa dei sintomi.
  • Lidocaina (es. Xylocaina, Lidoc C BIN, Xilo MYNOL, Basicaina, Lidoc C/NOR B SAL): iniziare la terapia con una dose di farmaco (analgesico-antiaritmico) alla dose di 1-1,5 mg/kg per iniezione endovenosa. È possibile ripetere ulteriori dosi da 0,5-0,75 mg/kg ogni 5-10 minuti. Non superare i 3 mg/kg. Successivamente, proseguire la terapia con l'infusione endovenosa continua (1-4 mg/min). In caso di impossibilità di infusione e.v., è possibile somministrare una dose di carico di farmaco per via endotracheale, aumentando la dose di 2-2,5 volte rispetto quella che dovrebbe essere assunta per endovena.

Calcio antagonisti e beta bloccanti: sono due classi protagoniste dei farmaci utilizzati in terapia per la cura dell'ipertensione arteriosa; possono essere utilizzati in terapia anche per la prevenzione degli episodi di tachicardia, specie nei pazienti predisposti.


Calcio antagonisti:

  • Diltiazem (es. Altiazem, Tildiem, Diladel): per il trattamento della tachicardia, iniziare con una dose di farmaco variabile da 30 a 60 mg, da assumere 3-4 volte al giorno. La dose di mantenimento prevede di assumere 180-360 mg di farmaco per os al giorno, in dosi equamente frazionate nelle 24 ore.
  • Verapamil (es. Isoptin, Kata): indicativamente, per la cura della tachicardia, assumere 5-10 mg di farmaco in bolo e.v. di almeno 2 minuti. 30 minuti dopo la prima dose, ripetere la somministrazione assumendo 10 mg (quando la risposta iniziale non è adeguata). Le dosi successive devono essere stabilite dal medico sulla base della risposta del paziente alle cure.

Betabloccanti:

  • Metoprololo Tartrato (es. Seloken, Lopresor, Metoprololo AGE): per la cura della tachicardia, iniziare il trattamento con una dose di principio attivo pari a 100 mg, da assumere per via orale, in 1 o 2 dosi. La dose di mantenimento suggerisce una somministrazione di attivo pari a 100-450 mg al giorno. Le formulazioni a lento rilascio devono essere assunte un'unica volta nel corso delle 24 ore.
  • Esmololo (es. Brevibloc): iniziare la terapia contro la tachicardia con una dose di farmaco pari a 500 mcg/kg nell'arco di un minuto. La dose di mantenimento prevede di somministrare il farmaco alla dose di 50 mcg/kg/min per 4 minuti. Consultare il medico per ulteriori informazioni.
  • Nadololo (es. Corgard): si raccomanda di iniziare la terapia per la tachicardia con una dose di farmaco di 40 mg, da assumere per bocca una volta al giorno. Proseguire con una dose di mantenimento di 40-80 mg, sempre da assumere nella stessa modalità appena descritta. Alcuni pazienti possono aver bisogno di dosaggi elevati, fino ad un massimo di 320 mg al giorno:  il dosaggio preciso dipende chiaramente dalle condizioni di salute generale del paziente e dalla gravità della tachicardia.