Farmaci per Curare la Fibrillazione atriale

Farmaci per Curare la Fibrillazione atriale
Ultima modifica 14.01.2020

Definizione

La fibrillazione atriale è una delle più comuni forme di aritmia cardiaca, consistente nella contrazione caotica e frammentaria degli atri, che origina perciò un ritmo cardiaco irregolare e spesso accelerato; si tratta di una tachiaritmia sopraventricolare contraddistinta dal progressivo danneggiamento della funzionalità meccanica atriale. La fibrillazione atriale può cronicizzare oppure comparire improvvisamente e risolversi in pochi giorni.

Cause

Le anomalie cardiache, in termini di struttura e funzionalità, sono gli elementi eziopatologici maggiormente coinvolti nella manifestazione della fibrillazione atriale; tra gli altri fattori predisponenti, si ricordano: abuso di droghe, alcolismo, anomalie delle valvole cardiache, apnee notturne,  attacchi di cuore, difetti cardiaci congeniti, esposizione a farmaci stimolanti, enfisema, infezioni virali, interventi chirurgici al cuore, ipertensione, ipertiroidismo, stress eccessivo.

Sintomi

Nella fibrillazione atriale il cuore non pompa il sangue in modo efficiente; in alcuni pazienti il disturbo non crea alcun sintomo apprezzabile, mentre, in altri, la fibrillazione atriale può provocare calo della pressione sanguigna, confusione, debolezza, dolore al petto, mancanza di fiato e palpitazioni

  • Evidenze cliniche: nella fibrillazione atriale la frequenza cardiaca può variare da 100 a 175 battiti/min (il range di normalità è compreso tra i 60 e i 100 bpm)

Le informazioni sui Fibrillazione atriale - Farmaci per la Cura della Fibrillazione atriale non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Fibrillazione atriale - Farmaci per la Cura della Fibrillazione atriale.

Farmaci

Come per la maggior parte della malattie, il trattamento di scelta per la cura della fibrillazione atriale dipende dalla causa scatenante: per fare un esempio, quando l'alterazione del battito cardiaco dipende da una patologia a carico della tiroide o da un'alterazione pressoria, il trattamento delle malattie che ne stanno all'origine implica anche il controllo della frequenza e del ritmo cardiaco. In questo caso, la fibrillazione atriale risulta di semplice risoluzione; purtroppo, nella pratica non risulta sempre così semplice mantenere il battito cardiaco all'interno del range di normalità, per cui si rendono necessari ulteriori trattamenti di tipo farmacologico e non. Tra le strategie terapeutiche più avvalorate, ricordiamo:

  1. Controllo farmacologico della frequenza cardiaca
  2. Prevenzione delle complicazioni (ictus, insufficienza cardiaca)
  3. Cardioversione elettrica o farmacologica con farmaci antiaritmici (al fine di ripristinare il ritmo sinusale)
  4. Prevenzione della formazione di trombi
  5. Cateterizzazione cardiaca (per i casi estremi)
  6. Ablazione del nodo atrioventricolare in associazione ad una terapia anticoagulante

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la fibrillazione atriale, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato e alla sua risposta alla cura:

 

Antiaritmici: dopo la cardioversione elettrica per il ripristino del battito cardiaco fisiologico, si raccomanda la somministrazione di farmaci antiaritmici, per la prevenzione di ulteriori, possibili ripresentazioni di episodi di fibrillazione atriale. Questi principi attivi non sono privi di effetti collaterali (affaticamento, nausea, vertigini. Di rado possono provocare aritmie ventricolari): si raccomanda di rispettare la posologia prescritta dal medico.

  • Amiodarone (es. Cordarone, Amiodarone SAN, Amiodar, Angoron): per la cura della fibrillazione atriale, assumere 200 mg di farmaco, tre volte al giorno per 7 gg. Dopo una settimana, ridurre la dose a 200 mg, da assumere 2 volte al giorno per 7 giorni. La dose di mantenimento prevede di somministrare 200 mg di principio attivo al giorno. Il farmaco può essere anche somministrato per infusione endovenosa. Consultare il medico.
  • Dronedarone (es. Multiaq): indicato per i pazienti con storia pregressa di fibrillazione atriale o che soffrono di questo disturbo in modo non permanente. Somministrare per via orale una compressa da 400 mg, due volte al giorno (preferibilmente durante la colazione e la cena). Non assumere insieme a succo di pompelmo.
  • Propafenone (es. Rytmonorm, Cardiofenone, Normarit): indicato per la cardioversione di fibrillazione atriale, nonché per il controllo del battito cardiaco. Si raccomanda di assumere 600 mg di farmaco per os o 1,5-2mg/kg, per infusione e.v. della durata di 20 minuti. Per la prevenzione delle ricadute di fibrillazione atriale, assumere 450-900 mg al giorno di farmaco, per via orale. Il farmaco può creare alterazione della vista, astenia, diarrea, nausea, secchezza delle fauci e vomito.
  • Sotalolo (es. Rytmobeta, Sotalex, Sotalolo TEV): per il trattamento della fibrillazione atriale nell'adulto, si raccomanda di assumere il farmaco per via orale alla posologia indicativa di 80 mg, due volte al giorno. Nel caso la dose appena descritta non riportasse alcun beneficio apprezzabile al malato, è possibile aumentare la posologia fino a 120-160 mg. Consultare il medico. Il dosaggio di mantenimento prevede di somministrare il farmaco alla dose di 120-160 mg, per os, in duplice dose giornaliera. In alternativa, è possibile intraprendere anche una terapia parenterale: iniziare la terapia con 112,5 mg, per via endovenosa, una o due volte al giorno. La dose di mantenimento suggerisce di assumere 112,5-150 mg, per via endovenosa, una o due volte al giorno. Il farmaco può essere assunto anche dai bambini affetti da fibrillazione atriale, ad una posologia diversa, stabilita dal medico in base all'età, al peso del bambino e alla gravità della patologia.
  • Dofetilide (es. Tikosyn): potente farmaco antiaritmico di terza classe, utilizzato sia nella cura della tachicardia, sia per il trattamento della fibrillazione atriale. La dose indicativa prevede di assumere 125-500 mcg di principio attivo una o due volte al giorno. La dose precisa va stabilita dal medico.
  • Flecainide (es. Almarytm, Flecainide SAN): iniziare la terapia con una dose di farmaco pari a 100 mg, da assumere per bocca ogni 12 ore. La dose di mantenimento può aumentare di 50 mg ogni 4 giorni rispetto la dose iniziale. Non superare i 400 mg al giorno.
  • Vernakalant cloridrato (es. Brinavess): indicato per ripristinare la normalità del battito cardiaco nei pazienti affetti da fibrillazione atriale recente. Indicativamente, somministrare il farmaco alla posologia di 3 mg/kg per infusione endovenosa di 10 minuti. Eventualmente, procedere con una seconda somministrazione di principio attivo (2mg/kg) se dopo 15 minuti il battito cardiaco non è tornato regolare. Non superare i 5mg/kg totali al giorno.

Fluidificantied anticoagulanti:

  • Warfarin (es. Coumadin): da assumere per alcune settimane, al fine di ridurre il rischio di formazione di trombi ed ictus. In genere, la somministrazione di questo farmaco segue la cardioversione. La posologia dev'essere attentamente stabilita dal medico; in linea generale, si consiglia comunque di somministrare il farmaco mantenendo un intervallo terapeutico compreso tra 2 e 3 di INR (tempo di protrombina). Per ottenere un effetto terapico più elevato, si consiglia di somministrare il farmaco in associazione all'eparina.
  • Dabigatran (es. Pradaxa): utile per la prevenzione della formazione di coaguli (quindi di tromboembolie) nel contesto della fibrillazione atriale; l'efficacia di questo farmaco è paragonabile a quella del warfarin. Come sappiamo, i coaguli di sangue nelle arterie possono causare ictus, di conseguenza nel contesto della fibrillazione atriale, si raccomanda una terapia simile. Iniziare la terapia con una dose di attivo pari a 110-150 mg, due volte al giorno, per via orale.

Inibitore del fattore Xa


Il farmaco è utilizzato in terapia per le proprietà anticoagulanti, in grado di inibire uno dei fattori coinvolti nel meccanismo della coagulazione del sangue (fattore Xa). Bloccando il fattore Xa, viene negata la sintesi di trombina, che di riflesso impedisce la formazione di trombi.

  • Rivaroxaban (es. Xarelto): indicato per la prevenzione delle complicanze da fibrillazione atriale, come il tromboembolismo venoso, specie nei pazienti sottoposti precedentemente ad operazioni chirurgiche a carico di ginocchia ed anche. La dose consigliata è di 20 mg, da assumere per via orale, una volta al giorno, con il pasto serale.

Farmaci digitalici: indicati per il controllo della frequenza cardiaca (nel range fisiologico 60-100 bpm)

  • Digossina (es. Lanoxin, Eudigox, Digoss FN): il farmaco è un antiaritmico in grado di controllare la frequenza cardiaca di un paziente a riposo ma NON durante l'attività fisica. Molto spesso i pazienti con fibrillazione atriale spiccata necessitano anche di calcio-antagonisti (es. verapamil, controindicato, tuttavia, nel trattamento della fibrillazione atriale con pre-eccitazione e nei bambini), ACE-inibitori o beta bloccanti, per la cura dell'ipertensione. Per il controllo della frequenza cardiaca nei pazienti affetti da fibrillazione atriale, la dose indicativa del farmaco è di 8-12 mcg/kg. Le dosi di digossina assunte per la cura della fibrillazione atriale cronica devono essere titolate alla dose minima, utile a consentire l'effetto terapeutico desiderato (controllo del battito cardiaco), senza causare effetti collaterali pesanti. La somministrazione di digitalici e di farmaci antipertensivi abbatte il rischio di complicanze della fibrillazione atriale.