Ricino in Erboristeria: Proprietà del Ricino

Ultima modifica 12.02.2020
Ricino

Nome Scientifico

Ricinus communis

Famiglia

Euphorbiaceae

Origine

Africa e regioni tropicali

Parti Utilizzate

Della pianta si utilizza l'olio estratto dai semi, poiché nella loro interezza i semi sono tossici e mortali.

Costituenti chimici

  • Olio: ricinoleina, che per idrolisi libera glicerolo ed acido ricinoleico;
  • Semi (buccia): ricina e ricinina, due glicoproteine altamente tossiche.

Ricino in Erboristeria: Proprietà del Ricino

L'olio di ricino, che viene estratto a freddo dai semi, veniva usato come potente lassativo (effetto purgativo energico, tossico ad alte dosi).
L'ingestione dei semi di ricino è tossica e può portare a morte dell'individuo (nausea, vomito, diarrea, insufficienza renale fino allo shock).

Attività biologica

Come accennato, l'olio di ricino è in grado di esercitare una spiccata attività lassativa. Tale azione è imputabile all'acido ricinoleico in esso contenuto. Questo composto, infatti, è in grado di stimolare la secrezione idrica dell'intestino tenue, accelerando la peristalsi e favorendo l'espulsione del contenuto intestinale sotto forma di feci semiliquide.
Inoltre, da uno studio condotto su animali, è emerso che l'olio di ricino è anche in grado di stimolare la sintesi di prostaglandine E2 a livello dell'intestino tenue.
Tuttavia, il sopra citato olio è anche dotato di una certa tossicità conferitagli dalla ricinina e dalla ricina in esso contenute.
Un tempo, l'olio di ricino era ampiamente sfruttato come rimedio lassativo, ma attualmente il suo utilizzo è stato abbandonato a causa della sua tossicità e a causa dell'azione purgante eccessivamente drastica che esso esercita. Infatti, l'utilizzo del ricino non ha ottenuto l'approvazione ufficiale per alcun tipo d'indicazione terapeutica.

Ricino nella medicina popolare e in omeopatia

Le proprietà lassative dell'olio di ricino sono note già da molto tempo alla medicina popolare, che lo utilizza proprio per il trattamento della costipazione, ma non solo. Infatti, la medicina tradizionale utilizza l'olio di ricino anche come rimedio interno in caso d'infiammazioni e parassitosi intestinali.
Esternamente, invece, l'olio di ricino viene impiegato dalla medicina popolare come rimedio contro le infiammazioni cutanee, gli ascessi, i foruncoli, le infiammazioni dell'orecchio medio, il mal di testa e addirittura per il trattamento del carbonchio.
Nella medicina cinese, l'olio di ricino viene utilizzato per trattare disturbi come il mal di gola, i foruncoli, le ulcere, le infiammazioni cutanee e la paralisi facciale.
Nella medicina indiana, invece, l'olio di ricino trova impiego come rimedio per contrastare disturbi dispeptici e dolori articolari.
Il ricino viene sfruttato anche dalla medicina omeopatica, dove lo si può trovare sotto forma di granuli e gocce orali.
In quest'ambito la pianta viene utilizzata in caso di diarrea, gastroenteriti, coliche, tensione mammaria e agalattia.
La quantità di rimedio omeopatico da assumersi può essere diversa da individuo a individuo, anche in funzione del tipo di disturbo che è necessario trattare e a seconda della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che s'intende impiegare.


N.B.: le applicazioni del ricino per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Effetti collaterali

In rari casi, in seguito all'utilizzo di olio di ricino, si è verificata la comparsa di reazioni allergiche cutanee.
È bene ricordare che l'uso interno di olio di ricino è generalmente sconsigliato a causa dell'eccessivo effetto lassativo che è in grado di esercitare. Infatti, in caso di assunzione di dosi troppo elevate di olio di ricino, possono manifestarsi gravi effetti collaterali quali nausea, vomito, diarrea di grave entità, coliche e perdita di elettroliti (soprattutto di ioni potassio). In particolare, quest'ultimo effetto collaterale può portare a conseguenza anche molto gravi.

Controindicazioni

Evitare l'ingestione di ricino in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti e in pazienti affetti da enterocoliti, occlusioni intestinali, patologie infiammatorie intestinali, appendicite e/o dolore addominale di origine sconosciuta.
Inoltre, l'utilizzo del ricino è controindicato anche in gravidanza, durante l'allattamento e nei bambini con meno di 12 anni di età.

Interazioni Farmacologiche

  • potenziamento dell'effetto farmacologico dei glucosidi cardioattivi;
  • non dovrebbe essere assunto con oli solubili antielmintici potenzialmente tossici, come la felce maschio, perché ne aumenta l'assorbimento.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista