Peperoncino in Erboristeria: Proprietà del Peperoncino

Ultima modifica 30.03.2020
Peperoncino

Nome Scientifico

Capsicum frutescens

Famiglia

Solanaceae

Origine

India e regioni tropicali

Sinonimi

Capsico, peperoncino, pepe di Cayenna

Parti Utilizzate

La droga è costituita dai frutti maturi essiccati (Farmacopea Ufficiale)

Costituenti chimici

Peperoncino in Erboristeria: Proprietà del Peperoncino

Il capsico è usato in fitoterapia per la sua attività vasodilatatrice locale (per irritazione della cute e delle mucose) ed antidolorifica.
Il componente attivo della pianta è la capsaicina e l'effetto antalgico è dovuto alla capacità di interferire con i nervi sensoriali cutanei nella trasmissione dello stimolo doloroso.

Attività biologica

Al peperoncino e, più precisamente, alla capsaicina vengono attribuite proprietà analgesiche. Tali proprietà sono state confermate da diversi studi clinici, tanto che l'utilizzo di preparazioni contenenti capsaicina è stato approvato in erboristeria per il trattamento del dolore, in particolare quello di tipo neuropatico.
L'efficacia della capsaicina risiede nel suo meccanismo d'azione piuttosto singolare. Questa molecola, infatti, è in grado di legarsi a un particolare recettore presente nei nervi sensori: il recettore vanilloide 1 (o TRPV1). Tale recettore è un canale ionico che, una volta attivato, si apre favorendo l'entrata di ioni calcio nella cellula nervosa. Tale flusso, a sua volta, favorisce il rilascio di sostanza P (una sostanza implicata nell'insorgenza del dolore e nella termoregolazione) dai neuroni sensitivi coinvolti nella trasmissione degli stimoli nocicettivi. Tuttavia, il legame della capsaicina a questi recettori - dopo un'iniziale e intensa eccitazione (che provoca la classica sensazione di bruciore percepita quando si utilizza il peperoncino) - tende poi a desensibilizzarli, determinando così una deplezione della sostanza P dai suddetti neuroni sensitivi, quindi, determinando un effetto analgesico.
Della capsaicina, inoltre, sono state indagate le potenziali proprietà antibatteriche. Da alcuni studi, infatti, è emerso che la capsaicina è in grado di esercitare un'azione antimicrobica nei confronti dell'Helicobacter pylori e ciò potrebbe renderla un potenziale alleato nel difficile percorso di eradicazione di questo battere dai pazienti che soffrono di ulcera peptica o gastrite cronica. Tuttavia, quest'impiego terapeutico della capsaicina non è ancora stato approvato (per informazioni più approfondite a riguardo, si rimanda all'articolo dedicato "Combattere l'Helicobacter pylori con il peperoncino").

Peperoncino contro il dolore neuropatico e i reumatismi

Come sopra affermato, il peperoncino può costituire un valido aiuto nel trattamento del dolore neuropatico e, in alcuni casi, anche dei reumatismi, grazie alla capsaicina in esso contenuto e all'azione che essa esercita sui nervi sensori.
Per il trattamento di questi disturbi, il peperoncino deve essere utilizzato solo esternamente. Quando lo si utilizza sotto forma di crema (standardizzata allo 0,25% o allo 0,75% in capsaicina), solitamente si consiglia di applicare il prodotto sull'area cutanea interessata al massimo tre volte al dì.


N.B.: quando il peperoncino viene utilizzato a fini terapeutici, è essenziale utilizzare preparazioni definite e standardizzate in principi attivi (capsaicina), poiché solo così si può conoscere la quantità esatta di sostanze farmacologicamente attive che si stanno assumendo.
Quando si utilizzano preparazioni a base di peperoncino, le dosi di prodotto da assumere possono variare in funzione della quantità di capsaicina contenuta. Tale quantità, solitamente, è riportata direttamente dall'azienda produttrice sulla confezione o sul foglietto illustrativo dello stesso prodotto, pertanto, è molto importante seguire le indicazioni da essa fornite.
In qualsiasi caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente peperoncino, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico.

Peperoncino nella medicina popolare e in omeopatia

Nella medicina popolare il peperoncino viene utilizzato esternamente per il trattamento della lombalgia cronica e per effettuare gargarismi contro la raucedine e il mal di gola. Internamente, invece, il peperoncino è usato nella medicina tradizionale per trattare disturbi gastrointestinali e per contrastare il mal di mare, oltre che come rimedio preventivo nei confronti di arteriosclerosi e altri disturbi cardiovascolari.
Il peperoncino viene sfruttato anche dall'omeopatia, nella quale trova impiego come rimedio contro i dolori articolari, l'osteoartrite, le infiammazioni del cavo orofaringeo, le infezioni dell'orecchio medio e contro alcuni disturbi cutanei, come l'eczema.


N.B.: le applicazioni del peperoncino per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Peperoncino - Effetti collaterali

In seguito all'assunzione di peperoncino possono comparire sonnolenza od eccessiva sedazione.

Controindicazioni

Evitare il contatto con gli occhi e con la cute infiammata o lesa; evitare bagni o docce calde prima e dopo l'applicazione di capsaicina, poiché potrebbero aumentare la sensazione di bruciore; evitare l'assunzione di peperoncino in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
L'utilizzo del peperoncino e/o di preparazioni a base di capsaicina, generalmente, è sconsigliato anche in gravidanza e durante l'allattamento. Ad ogni modo, è sempre bene chiedere il consiglio preventivo del medico.

Interazioni Farmacologiche

  • aumenta l'assorbimento della teofillina;
  • riduce i danni gastrici da Aspirina;
  • l'assunzione acuta di peperoncino prolunga il tempo di sonno;
  • l'impiego di creme a base di capsaicina può predisporre alla tosse durante l'uso di ACE-inibitori.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista