Ginseng in Erboristeria: Proprietà del Ginseng

Ultima modifica 09.03.2020
ginseng

Nome Scientifico

Panax ginseng, sin. Panax pseudoginseng

Famiglia

Araliaceae

Origine

Pianta erbacea perenne, detta anche Ren Shen ovvero Radice Uomo, originaria della Cina, della Corea e delle regioni orientali estreme della Russia. Oggi ampie coltivazioni sono presenti in Cina, Corea, Giappone e Russia.

Parti Utilizzate

Droga data dalle radici centrali di ginseng, ottenute da piante di almeno 5-7 anni.

Costituenti chimici

Il contenuto totale di ginsenosidi di una radice principale di 6 anni varia tra lo 0.7 e il 3%. Le radici laterali possono avere un contenuto di saponine pari al doppio o al triplo rispetto alla radice principale.


NOTA BENE: Con il termine di ginseng in realtà si indicano diverse specie botaniche con attività tonico-adattogena: il ginseng asiatico (Panax ginseng C.A. Meyer), il ginseng nordamericano (Panax quinquefolius L.), il ginseng giapponese (Panax japonicus C.A. Meyer), il ginseng himalaiano (Panax pseudoginseng Wallich), il ginseng cinese (Panax notoginseng Burk) e il ginseng siberiano (Eleuterococcus senticosus Maxim).

La composizione dei vari tipi è differente dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

Ginseng in Erboristeria: Proprietà del Ginseng

Il ginseng migliora la vigilanza e lo stato di benessere psicofisico; in uno studio a doppio cieco contro placebo è stato dimostrato un miglioramento della capacità di calcolo aritmetico, della deduzione logica, dell'attenzione, del tempo di reazione e della sensazione di benessere, alleviando la stanchezza.
Il ginseng trova indicazione nella sindrome da stanchezza cronica (astenia).
Inoltre, l'associazione di estratti di ginseng e ginkgo biloba determina un aumento del livello di serotonina nelle strutture cerebrali ed un aumento dei livelli di ACTH, rendendo questa associazione indicata per controllare le turbe delle funzioni cognitive correlate all'età.
Modelli animali suggeriscono che i saponosidi presenti inducono rilassamento dei vasi a livello penieno attraverso l'induzione della sintesi di NO, il rilascio di NO a livello del corpo cavernoso e la diminuzione del calcio intracellulare, ma è stato decritto anche un effetto di scavenger dei radicali liberi.

Attività biologica

Il ginseng è attualmente impiegato in fitoterapia per contrastare la fatica fisica e mentale e per stimolare il sistema immunitario, grazie alle proprietà adattogene di cui è dotato.
Più precisamente, tali proprietà sono ascritte all'insieme di ginsenosidi contenuti nella pianta. Dal punto di vista chimico, questi composti sono saponine triterpeniche aventi struttura steroidea. All'interno del ginseng sono stati isolati e identificati almeno 25 diversi tipi di ginsenosidi ed ognuna di queste molecole è in grado di agire su differenti tessuti, determinando diverse risposte biologiche.
Le proprietà del ginseng, però, non sono finite qui. Infatti, alcune ricerche svolte hanno evidenziato che numerosi ginsenosidi sono in grado di esercitare un'azione epatoprotettiva ed antiossidante attraverso l'incremento dell'attività della glutatione perossidasi e attraverso una debole azione di radical scavenger. Il ginseng è anche in grado di stimolare l'ossido nitrico sintetasi a livello del tessuto cardiaco, inducendo, quindi, un aumento della sintesi di ossido nitrico (NO).
Inoltre, il rilascio di NO favorisce il rilasciamento e la dilatazione dai vasi sanguigni, in particolare, a livello dei corpi cavernosi. Ciò potrebbe rendere il ginseng un valido alleato contro la disfunzione erettile.
I ginsenosidi R0, Rg1 ed Rg2, invece, pare siano in grado di contrastare il rilascio di trombossano, esercitando quindi un'azione antiaggregante piastrinica.
Al ginseng vengono poi attribuite altre proprietà, quali la capacità di ridurre la colesterolemia (promuovendo l'attività della lipoprotein lipasi) e la glicemia (tramite il rilascio di insulina).
Altri studi, invece, sono stati svolti per indagare le potenziali proprietà antitumorali del ginseng. Sembra, infatti, che alcuni ginsenosidi possano essere utili nell'indurre l'apoptosi in alcune tipologie di cellule maligne.

Ginseng contro la stanchezza fisica e mentale

Come accennato - in virtù dell'attività adattogena svolta dai ginsenosidi in esso contenuti - il ginseng può essere utilizzato per contrastare la stanchezza fisica e mentale e per aumentare lo stato di vigilanza.
Le dosi di ginseng da assumere possono variare in funzione della preparazione fitoterapica che s'intende utilizzare.
Di seguito, sono ripostati alcuni esempi indicativi relativi alla posologia che si può utilizzare:

  • Radice essiccata: 900 mg tre volte al dì, corrispondenti a 40 mg di ginsenosidi (con droga vegetale titolata all'1.5%) o 80 mg (con droga vegetale titolata al 3%) o preparati equivalenti.
  • Estratto secco acquoso standardizzato al 4% in ginsenosidi: 1-2 g al giorno, corrispondenti a 40/80 mg di ginsenosidi.

Normalmente, è consigliato un trattamento di non più di tre mesi.


N.B.: quando il ginseng viene utilizzato per fini terapeutici, è essenziale utilizzare preparazioni definite e standardizzate in principi attivi (ginsenosidi), poiché solo così si può conoscere la quantità esatta di sostanze farmacologicamente attive che si stanno assumendo.
Quando si utilizzano preparazioni a base di ginseng, le dosi di prodotto da assumere possono variare in funzione della quantità di ginsenosidi contenuta. Tale quantità, solitamente, è riportata direttamente dall'azienda produttrice sulla confezione o sul foglietto illustrativo dello stesso prodotto, pertanto, è molto importante seguire le indicazioni da essa fornite.
In qualsiasi caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente ginseng, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico.

Ginseng nella medicina popolare e in omeopatia

Il ginseng, grazie alle sue diverse proprietà, è sempre stato considerato nella medicina popolare come un rimedio indicato per il trattamento di tutti i mali.
Infatti, questa pianta è impiegata nella medicina popolare per trattare le più svariate affezioni e patologie, fra cui ricordiamo: l'ansia, la nevralgia, l'insonnia, la cachessia, la perdita di appetito, l'impotenza, la sterilità, il vomito e i disturbi gastrici.
Il ginseng in campo omeopatico, invece, è indicato per il trattamento di reumatismi e come rimedio contro gli stati di debolezza.
Le preparazioni omeopatiche a base di ginseng si possono trovare sotto forma di soluzioni o globuli. La posologia del prodotto potrebbe variare in funzione della diluizione omeopatica impiegata.


N.B.: le applicazioni del ginseng per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Effetti collaterali

Dopo l'assunzione di ginseng è stata riportata l'insorgenza di effetti collaterali quali epistassi, vomito, mal di testa, insonnia e agitazione.
In seguito all'assunzione di dosi eccessive di ginseng, invece, potrebbe manifestarsi la sindrome da abuso di ginseng, i cui sintomi principali consistono in: disturbi digestivi, insonnia, ipertensione, tachicardia, mal di testa, tremori, difficoltà di concentrazione e irritabilità. Tale sindrome può manifestarsi con maggior probabilità in caso di assunzione concomitante di sostanze neurostimolanti (come efedra, sinefrina e caffeina).

Controindicazioni

Evitare l'uso di ginseng in pazienti con ipersensibilità accertata verso uno o più componenti, con gravi malattie psichiatriche o con patologie cardiovascolari. L'assunzione di ginseng può ridurre leggermente i livelli di glucosio nel sangue, pertanto i pazienti diabetici dovrebbero consultare il medico prima di assumere la radice.
Inoltre, l'utilizzo del ginseng è controindicato anche nelle donne in gravidanza e nelle madri che allattano al seno.

Interazioni Farmacologiche

  • Anticoagulanti orali (come il warfarin), antiaggreganti piastrinici e FANS, poiché l'assunzione concomitante di ginseng può aumentare il rischio di sviluppare emorragie;
  • Ipoglicemizzanti orali e insulina, in quanto il ginseng ne aumenta l'effetto ipoglicemizzante;
  • Fenelzina, poiché l'associazione con ginseng può causare cefalea, tremori e mania;
  • Caffeina ed efedrina, perché il ginseng può aumentare il rischio d'insorgenza di ipertensione, soprattutto se l'assunzione avviene ad alte dosi e per periodi prolungati.

Inoltre, vi sono evidenze per cui si ritiene possibile che il ginseng possa interferire anche con IMAO (inibitori delle monoamino ossidasi), simpaticomimetici, cortisonici, etoposide, digossina e fexofenadina.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista