Belladonna in Erboristeria: Proprietà della Belladonna

Ultima modifica 01.04.2020
belladonna

Nome Scientifico

Atropa belladonna L.

Famiglia

Solanaceae

Origine

La Belladonna cresce spontanea in Europa, Africa settentrionale, Asia media ed occidentale, e nei boschi di montagna.

Parti Utilizzate

Della pianta si utilizzano le foglie essiccate, di colore verdastro.

Costituenti chimici

Belladonna in Erboristeria: Proprietà della Belladonna

Per quanto riguarda le proprietà della belladonna si deve fare una distinzione in base al tipo di alcaloide che viene utilizzato e, soprattutto, dato che la pianta è molto tossica, è indispensabile la prescrizione medica (l'accidentale ingestione delle bacche può provocare la morte).

Attività biologica

Come accennato, la belladonna è una pianta molto tossica e, per tale ragione, non si dovrebbe utilizzare alcuna sua forma estrattiva tradizionale, se non come specialità medicinale, sotto forma di estratto titolato e standardizzato.
Tuttavia, la belladonna riveste un ruolo di una certa importanza in campo medico. Infatti, da questa pianta si estraggono principi attivi (alcaloidi tropanici) che rientrano nella composizione di veri e propri farmaci impiegati nel trattamento di diversi tipi di disturbi.
Gli alcaloidi tropanici contenuti nella belladonna, infatti, esercitano un'azione di tipo antimuscarinico (o anticolinergico che dir si voglia) e - a seconda dell'organo o del tessuto su cui agiscono - provocano differenti effetti.
L'atropina è disponibile all'interno di preparazioni farmaceutiche iniettabili con indicazioni per il trattamento di bradicardia sinusale (soprattutto se complicata da ipotensione) e per la medicazione preanestetica per diminuire la salivazione e le eccessive secrezioni del tratto respiratorio.

Infatti, l'atropina - grazie alla sua attività anticolinergica - è in grado di ridurre la liberazione di acetilcolina a livello del nodo del seno atriale, inducendo così un aumento della frequenza cardiaca; inoltre, esercita un'azione broncodilatatrice e di riduzione della secrezione tracheo-bronchiale.
L'atropina rientra anche nella composizione di colliri che vengono impiegati in esami oculistici, poiché - grazie al blocco da essa esercitato sui recettori muscarinici presenti a livello oculare - è in grado di indurre midriasi e di bloccare il muscolo ciliare impedendo così la messa a fuoco (azione cicloplegica).
La scopolamina (o l-ioscina, o joscina), invece, la si può trovare in specialità medicinali per uso iniettabile o sotto forma di cerotti transdermici per il trattamento di nausea e vomito. Inoltre, è il principio attivo di diversi farmaci impiegati contro gli spasmi del tratto gastrointestinale e del tratto genitourinario (Erion®, Addofix®, Buscopan®, Antispasmina colica® Buscopan compositum®), grazie all'azione di rilassamento sulla muscolatura liscia di questi apparati esercitata, appunto, attraverso il blocco dei recettori muscarinici.
Ad ogni modo, per informazioni più dettagliate circa i meccanismi d'azione degli alcaloidi tropanici, si consiglia la lettura dell'articolo dedicato "Farmaci antimuscarinici - atropina e scopolamina".

Belladonna nella medicina popolare e in omeopatia

Nella medicina popolare, le foglie di belladonna vengono utilizzate in cataplasmi da applicarsi direttamente sulla zona interessata in caso di disturbi neurovegetativi, ipercinesia, iperidrosi e asma bronchiale. Inoltre, la belladonna viene sfruttata dalla medicina popolare anche per il trattamento di dolori gastrointestinali, dolori muscolari e bronchiti.
La belladonna è ampiamente utilizzata anche nella medicina omeopatica, dove la si può trovare sotto forma di granuli, compresse, gocce e supposte. In quest'ambito, la pianta viene utilizzata per il trattamento di una grande varietà di disturbi, quali febbre, infiammazioni e infezioni acute delle vie aeree, cefalee, meningiti acute, convulsioni, spasmi, congiuntiviti allergiche, orzaioli, secchezza oculare, fotofobia, infiammazioni della cute, acne, eritemi, infiammazioni del tratto gastrointestinale e urogenitale e infiammazioni articolari.
La dose di rimedio omeopatico da assumersi può variare fra un individuo e l'altro, anche in funzione del tipo di disturbo che si deve trattare e della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che s'intende impiegare.


N.B.: le applicazioni della belladonna per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Effetti collaterali

In caso d'ingestione di elevate quantità di belladonna o sue preparazioni, si può andare incontro a un avvelenamento da atropina che si manifesta con gravi sintomi, quali: tachicardia, secchezza delle fauci, midriasi, irrequietezza, allucinazioni, deliri, depressione respiratoria, coma, collasso e, nei casi più gravi, può sopraggiungere anche la morte.
La dose letale dipende dal contenuto di atropina.
A causa della tossicità della pianta, pertanto, se ne sconsiglia altamente l'uso all'interno di preparati tradizionali, ma solo sotto forma di specialità medicinali e solo dietro la prescrizione del medico.

Controindicazioni

Attenzione nell'utilizzo in caso di bradicardia, asma bronchiale e glaucoma.

Belladonna - Avvertenze

L'assunzione della pianta come fitoterapico non è raccomandabile, se non nelle forme previste dalla Farmacopea e dal prontuario medico-farmaceutico, sotto stretto controllo medico.

Interazioni Farmacologiche

Per quanto riguarda la belladonna sono numerose le interazioni farmacologiche a cui si può andare incontro. Possono verificarsi effetti di sommazione o di antagonismo con:

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista