Ultima modifica 18.09.2019

Sin dai tempi di Hahnemann (il "padre" dell'omeopatia) nacquero scuole fra loro contrapposte, che disputavano su aspetti particolari relativi alla tecnica di somministrazione dei rimedi. I più importanti indirizzi omeopatici sono cinque:

1) l'Unicismo, che sostiene l'uso di un solo medicamento per volta;

2) il Pluralismo, che sostiene l'uso anche di più medicamenti contemporaneamente, purché somministrati in tempi diversi, persino nel corso della stessa giornata;

3) il Complessismo, che sostiene l'uso di più rimedi, addirittura contenuti nello stesso prodotto o di più rimedi singoli somministrati nello stesso tempo;

4) l'Omotossicologia, che è una forma di Complessismo fondata su concetti tratti dalla biochimica e dalla tossicologia moderne. Nello stesso prodotto sono somministrati prodotti intermedi del ciclo di Krebs (il fondamentale ciclo di trasformazioni metaboliche del corpo), catalizzatori (in particolare oligoelementi come il selenio e il rame), nosodi, organoterapici e naturalmente prodotti omeopatici, ma spesso con più potenze (per esempio, Arnica D 5 e Arnica D 30);

5) l'Eclettismo, che non è un indirizzo a sé stante, ma costituisce praticamente il modo di prescrivere dei tre quarti dei medici omeopatici, i quali si proclamano anche unicisti, ma comunque, secondo i casi, somministrano rimedi complessi; più raramente accade l'inverso per i medici pluralisti e complessisti, i quali meno frequentemente utilizzano rimedi singoli.

Omeopatia complessista

Più rimedi omeopatici sono uniti in un unico prodotto: per gli omeopati unicisti questa è una vera e propria eresia. Essi hanno ragione quando sostengono che il rimedio complesso non equivale alla semplice somma degli addendi; ma proprio per tale motivo si forma un nuovo prodotto, che equivale, ai fini dell'azione effettiva, al minimo comune multiplo dei componenti, ovvero all'azione terapeutica che tutti i componenti hanno in comune. Del resto anche i prodotti dell'omeopatia unicista, in realtà - a parte alcuni monocomponenti come i prodotti derivanti dai metalli pesanti - sono in effetti multicomponenti.

Omeopatia eclettica

Contempla l'uso, a seconda del singolo caso, di un tipo di omeopatia piuttosto che di un altro; all'inizio di un caso, quando i sintomi sono complessi e resi di difficile interpretazione dall'interferenza di cattive abitudini e di farmaci chimici, si preferisce utilizzare l'omotossicologia, poi l'omeopatia pluralista francese, quindi l'omeopatia unicista tedesca ed infine l'omeopatia unicista kentiana.

Omeopatia pluralista francese

Rimedi omeopatici diversi sono somministrati in tempi diversi nel corso della giornata o della settimana e ad essi si accompagna l'uso dei cosiddetti bioterapici: gemmoterapici, organoterapie, litoterapici, fitoterapici.

Omeopatia unicista kentiana

James T. Kent (1849-1916), americano, scrisse un famoso repertorio di sintomi per facilitare il reperimento del simillimum omeopatico, e fu più purista dello stesso Hahnemann. Anche per tale motivo l'omeopatia perse tanto seguito a quei tempi negli Stati Uniti, seguito che poi non recuperò più. D'altra parte, ogni omeopata deve gratitudine a Kent per l'opera prodotta, tanto preziosa a generazioni di cultori dell'omeopatia.

Omeopatia unicista tedesca

II pensiero di Hahnemann ebbe fra i contemporanei un entusisatico cultore nel barone von Boenninghause (1785-1864), convertitosi all'omeopatia dopo essere stato curato dall'amico medico Weihe, omeopata, da una grave malattia. Egli è autore di un importante Repertorio, meno diffuso di quello di Kent. Anche grazie a lui l'omeopatia unicista tedesca assume un carattere più pragmatico ed organicistico rispetto a quella kentiana. Rappresentanti moderni di tale indirizzo sono Horst e Michael Barthel, C. M. Boger, G. Kshier.

Omotossicologia

E' l'omeopatia fondata sulla tossicologia e la biochimica moderna; è storicamente figlia della omeopatia biochimica di Schùssier e della omeopatia complessista tedesca, e nasce in Germania ad opera di Hans Heinrich Reckeweg (1905-1985), con la pubblicazione dell'opera Homotoxine una Homotoxicose, Grundiagen einer Synthese der Medizin (Omotossine e omotossicosi, fondamenti di una sintesi della medicina). Lo scopo dichiarato di Reckeweg fu quello di permettere l'avvicinamento e la fusione fra l'omeopatia e la medicina accademica. In Italia il programma omotossicologico è stato ripreso dal dottor De Santis, fondatore della OTI (omotossicologici italiani). L'omotossicologia usa dei prodotti omeopatici derivanti dai prodotti intermedi del ciclo di Krebs e i chinoni della catena respiratoria, in composizione con organopreparati e nosodi, allo scopo di allontanare dal corpo le tossine che vi si accumulano, costituite da batteri, virus, sostanze di inquinamento, scorie non smaltite del metabolismo intermedio, non sufficientemente arenate dagli emuntori (reni, fegato, intestino, pelle, sudore).

Nella concezione omotossicologica l'accumulo graduale di tossine nel corpo, ovvero il loro mancato smaltimento, conduce ad una fase sempre più grave di malattie: Reckeweg distingue sei fasi, corrispondenti a livelli successivi di intossicazione; si va dalla fase irritativa o di espulsione, nella quale le tossine non permangono nel corpo ma vengono in continuazione eliminate, alla fase infiammatoria, nella quale le tossine tendono a persistere negli spazi extracellulari, creando una reazione di rigetto (infiammazione) da parte dell'organismo; una fase di deposito o accumulo, nella quale le tossine si accumulano sotto forma soprattutto di sali di calcio nelle vie biliari, nelle vie urinarie, nei linfonodi, nella prostata, nell'utero e nelle arterie; una fase di impregnazione o imbibizione, nella quale le tossine iniziano ad accumularsi anche all'interno della cellula, impedendo l'attività della catena respiratoria mitocondrale, che fornisce energia alla cellula e predispone alle due fasi successive costituite rispettivamente dalla fase degenerativa e dalla fase neoplastica. La somministrazione di omotossicologici omeopatici neutralizza le tossine, che vengono in un certo senso chelate o pinzate dove si trovano, neutralizzate e infine allontanate attraverso le normali vie di eliminazione, regredendo - grazie alla depurazione omotossicologica - da una fase si passa alla precedente, in un processo inverso a quello della malattia; naturalmente, nel momento in cui si passa da una fase di deposizione (o accumulo), per esempio, alla fase precedente, che è quella infiammatoria, possono aversi coliche biliari o renali o intestinali, seguite da infiammazione degli organi interessati. Questo in realtà è il segnale di un miglioramento, che però nella medicina ufficiale viene scambiato per una malattia in sé e trattata sintomaticamente con anti-infiammatori, i quali provocano una regressione dei sintomi, ma a prezzo di un ritorno nella fase di deposizione.

Dunque il medico omotossicologo conosce i sintomi che possono intervenire in ciascuna fase e in ciascun organo del corpo e li sa giustamente interpretare, aiutando l'organismo a depurarsi gradualmente dal carico tossinico.

 

Bibliografia

 

Disclaimer
Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.

Bibliografia: appunti del corso di laurea in scienze e tecnologie dei prodotti erboristici dietetici e cosmetici, Università di Ferrara, Prof. Alessandro Bruni