
Le conoscenze farmaceutiche costituiscono una parte importante della scienza e dell'arte medica tibetana. Tale dottrina si basa su numerose teorie e leggi, fondate sulla logica, sullo studio e sull'esperienza.
Intervista ad un Lama medico
In quali casi la medicina tibetana è più indicata?
Nella mia esperienza, la medicina tibetana è particolarmente efficace con le malattie della mente; ma anche nelle malattie ginecologiche, nei problemi della tiroide, dei reni, della pelle, della cistifellea e nei casi di ingrossamento delle ghiandole. Per le malattie del fegato, la medicina tibetana è forse la più efficace in assoluto. E' inoltre efficace nel trattamento dell'osteoporosi, nelle fratture (riduce il tempo necessario per rinsaldare il tessuto osseo) e per curare artrosi ed artriti. Se l'artrosi è grave ed è in corso da molti anni, è solamente possibile ridurre l'infiammazione e togliere il dolore. Ho curato personalmente alcuni casi veramente seri di psoriasi (per esempio una ragazza che, per molti anni, ne ha avuto il corpo quasi interamente ricoperto) e sono riuscito a guarirli completamente in 4/8 mesi. Sono riuscito anche a curare alcuni casi di pleurite, considerati incurabili, in 10 mesi.
D: Ho sentito parlare di "rimedi magici". Può spiegarci qualche cosa al riguardo?
R: A volte, nella medicina tibetana, usiamo rimedi che non hanno principi attivi; possiamo dire che sono "magici". Ad esempio le pillole dell'acqua e della crema. Queste due pillole, una bianca e l'altra rossa, possono essere usate con l'acqua o con una crema neutra. Se le usate con la crema, potete spalmare la crema nei punti in cui avete dei dolori o qualche malessere. Oppure mettete le pillole in un litro d'acqua pulita (come acqua di fonte; ma va bene anche l'acqua minerale). Ne bevete un bicchiere alla mattina, ad esempio, o più spesso, come vi sembra meglio. Continuate ad aggiungere acqua mano a mano che la consumate, fino a quando le pillole non si sono sciolte completamente. Queste pillole sono fatte di argilla e di sostanze benedette; inoltre, vengono preparate recitando molti mantra. La pillola rossa viene chiamata lokyon rilbu o pillola di Parnashavari. Anticamente, al monastero Segyu, in Tibet, usavano fare queste pillole con l'acqua di una fonte speciale, vicino al monastero, che era dedicata a Parnashavari. Si credeva che questa sorgente potesse curare le malattie infettive. In Tibet queste pillole venivano usate un po' per tutto, come l'aspirina qui in Occidente! Poiché sono molto leggere venivano poi usate molto per i bambini. Sono utili in caso di mal di testa, dolori vari, piccole ferite e così via. A volte danno incredibili risultati anche con malattie serie.
D: Per diverse malattie la medicina tibetana è molto efficace. Ma che cosa la rende realmente differente dagli altri sistemi medici?
R: Aldilà della sua efficacia nel trattamento di molte malattie, un aspetto importante della medicina tibetana è il fatto che si prende veramente cura del paziente. Voglio dire: il lavoro di un Amji non consiste soltanto nel porre una diagnosi ed indicare poi il trattamento, ma anche nell'offrire aiuto ed energia positiva. Questa è una delle ragioni per cui la gente torna alla medicina tibetana.
D: Stiamo parlando del potere dei mantra e delle preghiere?
R: Sì. Il potere delle preghiere nella medicina tibetana è molto considerato, perché la nostra medicina è strettamente connessa con il buddhismo. Quando un dottore somministra una medicina, o una terapia, deve generare il pensiero che questa medicina serva a curare il paziente presente ma, allo stesso tempo, anche tutti coloro che soffrono del medesimo male. In questo modo trasmette energia positiva a tutti gli esseri. E' la mente di Bodhicitta. Naturalmente, in questo modo, anche il paziente guarisce meglio, perché c'è una grande differenza tra una sostanza puramente materiale e la stessa sostanza accompagnata da una tale energia positiva.
C'è una storia nei Sutra sul potere delle preghiere. Un uomo stava passeggiando vicino ad un canale che si stava prosciugando, quando vide che c'erano dei pesci che stavano morendo. Preso da compassione, versò nuova acqua nel canale per salvarli. Dopodiché pregò che i pesci avessero una buona rinascita nella Terra Pura di Tushita (in tibetano Dewa Chen). Dopo qualche tempo delle persone vennero a trovarlo in sogno per ringraziarlo. Erano i pesci che aveva salvato e che per il potere delle sue preghiere erano rinati a Dewa Chen. Ma le preghiere possono avere anche risultati negativi. C'è un'altra storia che parla della costruzione dello Stupa di Bodhgaya. Quando finirono di costruirlo, tutti quelli che avevano contribuito al lavoro vennero ringraziati uno per uno, anche gli animali. Ma si dimenticarono di ringraziare il bue che aveva trasportato così tante pietre per costruire lo Stupa. Il bue si arrabbiò talmente che pregò di poter rinascere in condizioni tali da poter distruggere il Dharma. Molto tempo dopo rinacque come Langdarma, il famigerato re tibetano che perseguitò il buddhismo con un tale accanimento da riuscire quasi a farlo scomparire dal Tibet.
Breve glossario della medicina tibetana:
Amji in tibetano significa dottore, guaritore.
Bodhicitta è la "grande mente"; la forte determinazione di raggiungere l'Illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Dharma: gli insegnamenti spirituali, la via per lo sviluppo interiore.
Dewa Chen o Tushita: una terra pura, una specie di paradiso.
Stupa: uno speciale tipo di costruzione che genera energia positiva
Parnashavari: un aspetto femminile della mente illuminata; indossa abiti di foglie.
I fondamenti della Medicina Tibetana
I cinque elementi, Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio, sono la base materiale dei fenomeni animati ed inanimati.
I principi fondamentali della farmacognosia medica Tibetana si basano sulla dottrina dei cinque elementi. Questa, a sua volta, si basa sulla legge dell'uniformità costitutiva di tutti i corpi materiali, compresi il corpo umano e le sostanze medicinali.
Per determinare l'uso e l'efficacia di una medicina vengono presi in considerazione anche le sue proprietà, l'efficacia, il sapore e la sua azione. I costituenti fisici e chimici di una pianta medicinale fungono da substrato alle proprietà e all'azione del farmaco.
Per procedere alla valutazione di un farmaco, cioè all'identificazione e alla determinazione della sua qualità e purezza, si usano diversi metodi, ma il più importante è senz'altro la valutazione sensoriale, principalmente gustativa ed olfattiva.
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