Emorroidi: cosa sono, cause e quando preoccuparsi

Emorroidi: cosa sono, cause e quando preoccuparsi
Ultima modifica 06.11.2023
INDICE
  1. Cosa Sono le Emorroidi?
  2. Classificazione e Tipi
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Rapporto con il Medico

Cosa Sono le Emorroidi?

Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto riccamente vascolarizzato, presenti nella parte terminale del retto, vicino all'ano. Le emorroidi sono saldamente ancorate alla parete del canale anale, grazie a dei legamenti fibrosi che le mantengono in sede.

In determinate circostanze, queste strutture possono infiammarsi e gonfiarsi oltre misura, divenendo visibili ad occhio nudo.

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La dilatazione e la flogosi delle emorroidi predispone a prolassi, sanguinamenti o trombi, cioè la formazione di coaguli di sangue al loro interno. In tutti questi casi, si parla di patologia emorroidaria o emorroidale.

Nelle fasi iniziali, le emorroidi appaiono come protuberanze turgide e dolenti che fuoriescono dall'ano, accompagnate da bruciore e prurito.

I fattori che concorrono a determinare l'infiammazione delle emorroidi sono diversi e comprendono la stitichezza cronica, le eccessive spinte per evacuare, la lunga permanenza seduti sul water, la dieta non equilibrata e la gravidanza.

Anche se non rappresenta una grave condizione patologica, la malattia emorroidaria non dovrebbe essere trascurata. I casi più lievi possono essere gestiti, infatti, con una serie di attenzioni dietetiche ed igieniche e con l'applicazione topica di farmaci ad azione decongestionante. Tuttavia, un peggioramento dei sintomi associati alle emorroidi può rendere necessario il ricorso ad un intervento chirurgico.

Emorroidi o Malattia Emorroidaria?

Nel linguaggio comune, la malattia emorroidaria viene denominata "emorroidi". In realtà, si tratta di un termine improprio, in quanto le emorroidi (o plesso emorroidale) sono normalmente presenti all'interno del canale anale di tutte le persone. La loro funzione è quella di contribuire, assieme allo sfintere anale, all'evacuazione ed alla continenza, quindi alla capacità di trattenere feci, liquidi e gas. Le emorroidi sono in grado di dilatarsi e sgonfiarsi attraverso l'afflusso ed il deflusso del sangue al loro interno.  Chiaramente, quando le emorroidi si gonfiano aumentano la propria continenza chiudendo l'ano. Viceversa, quando si svuotano, facilitano l'emissione delle feci all'esterno. Quando tali strutture subiscono delle modificazioni e vengono irritate, possono aumentare di volume e protrudere all'esterno dell'ano, producendo i sintomi caratteristici della malattia emorroidaria.

Classificazione e Tipi

Tipi di Emorroidi

Dal punto di vista anatomico, le emorroidi si distinguono in interne ed esterne.

  • Le EMORROIDI INTERNE rimangono localizzate all'interno del canale anale, al di sopra di quella linea immaginaria, detta linea dentata o pettinea, che divide il canale anale in due parti a seconda della mucosa che lo riveste. Le emorroidi interne non sono visibili ad occhio nudo e sono generalmente indolori. Durante la defecazione possono uscire all'esterno (prolassare) per poi rientrare spontaneamente. Solo quando il prolasso è completo o si associano a ragadi le emorroidi interne causano dolore;
  • Le EMORROIDI ESTERNE sono situate, invece, più in basso, al di sotto di questa linea, ai margini dell'orifizio anale. Le emorroidi esterne sono visibili ad occhio nudo, si sviluppano vicino all'ano, fuoriescono facilmente ed appaiono come protuberanze dure e dolenti.

Lo sapevate che…

Una differenza importante tra i due tipi di emorroidi è la sensibilità dolorifica, dovuta proprio alla diversa sensibilità di rivestimento; la sensibilità dolorifica è infatti assente per le emorroidi interne, mentre è spiccata per quelle esterne.

Gradi della Malattia Emorroidaria

Esistono diverse tipologie di emorroidi , classificabili in base alla gravità del quadro clinico:

  • Emorroidi di 1° grado: si verifica l'aumento di volume di uno o più cuscinetti emorroidari, che protendono nel lume anale, ancora senza prolasso al di fuori dello sfintere; per questo, sono visibili soltanto all'esame anoscopico. Le emorroidi di 1° grado provocano fastidio, prurito e possibile sanguinamento durante la defecazione, mentre il dolore è spesso assente.
  • Emorroidi di 2° grado: si assiste al prolasso emorroidario iniziale (cioè alla fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale), ma solo in seguito a sforzi eccessivi, ad esempio durante la defecazione o il parto, con successiva riduzione spontanea una volta cessata la contrazione. In questo caso, oltre al sanguinamento, può essere presente anche prurito e perdita di secrezioni.
  • Emorroidi di 3° grado: il prolasso emorroidario risulta indipendente dallo sforzo. Le emorroidi possono essere riposizionate manualmente per rientrare all'interno del canale anale. Oltre ai precedenti disturbi, la sintomatologia prevede dolore e lieve perdita di feci all'esterno, con insudiciamento della biancheria.
  • Emorroidi di 4° grado: risultano completamente prolassate e non riposizionabili all'interno dell'ano, quindi rimangono sempre all'esterno. I sintomi comprendono dolore, prurito intenso ed incontinenza fecale.

Il dolore può comunque comparire, anche in maniera piuttosto intensa, in qualsiasi stadio della malattia emorroidaria. La trombosi è per esempio una delle complicanze acute più frequenti che può colpire sia le emorroidi esterne, sia, più raramente, quelle interne. In questa situazione si assiste alla formazione di un trombo (coagulo di sangue) all'interno della varice infiammata, che si associa a rigonfiamento, prurito e dolore intenso. Il ripetersi di questi episodi rende necessario l'intervento di asportazione chirurgica delle emorroidi (emorroidectomia) che viene utilizzato anche per risolvere i casi più gravi (emorroidi di 4° grado, sanguinamento eccessivo e persistente).

Cause e Fattori di Rischio

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Le emorroidi sono dei cuscinetti di tessuto vascolare spugnoso, formato da capillari, arterie e, soprattutto, vene. Quando risultano gonfie, dolenti e/o sanguinanti, queste strutture indicano l'instaurarsi della malattia emorroidaria.

Emorroidi: perché si sviluppano?

La progressione della malattia emorroidaria si verifica, in ogni caso, per una congestione di sangue; in pratica, quest'ultimo si accumula nelle emorroidi, dilatandole e facendole scivolare verso il basso. Questo fenomeno favorisce da un lato la lesione delle pareti dei vasi e dall'altro tende a sfiancare i tessuti della regione ano-rettale, che si trovano costretti a sostenere un peso maggiore dato dal sangue accumulato. Come risultato, le vene emorroidarie tendono a protrudere verso l'esterno dallo sfintere anale, quindi a prolassare, trascinando con sé la mucosa che le ricopre.

Quali sono le Cause delle Emorroidi?

Le infiammazioni delle emorroidi possono interessare uomini e donne di diverse età, per svariati motivi.

La malattia emorroidaria è multifattoriale, quindi provocata dalla combinazione di più concause, quali:

  • Dieta non equilibrata e povera di fibre con scarso apporto di acqua: se la dieta non è equilibrata ed è povera di fibre, l'intestino non può funzionare correttamente. Ne conseguono alterazioni dell'alvo (stitichezza/diarrea) che risultano irritanti per il plesso emorroidale. Esistono, poi, alimenti che hanno un'azione irritante sulle emorroidi - come ad esempio insaccati, alcol, cioccolato, spezie e cibi piccanti - quindi possono innescare la dilatazione venosa ed agire da fattori scatenanti:
  • Stitichezza cronica: durante la defecazione, il maggiore sforzo e lo stare a lungo seduti sul wc favorisce l'irritazione delle emorroidi;
  • Gravidanza: in alcune circostanze, le donne diventano più vulnerabili alla malattia emorroidaria. In particolare, il sesso femminile può soffrire di emorroidi durante la gestazione o subito dopo il parto; questo accade sia per l'aumento di pressione pelvica associato alla presenza del feto, sia per i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza stessa;
  • Abitudini di vita: sedentarietà, abitudine al fumo di tabacco e pratica di alcuni sport, come l'equitazione o il ciclismo;
  • Obesità e sovrappeso;
  • Farmaci – in particolare: anticoncezionali e lassativi;
  • Altre patologie concomitanti, come l'ipertensione portale conseguente alla cirrosi epatica, alcune neoplasie pelviche o l'ipertrofia prostatica.

Altri fattori causali o favorenti le emorroidi sono:

  • Mantenimento della stazione eretta, per prolungati periodi di tempo;
  • Abitudine di stare a lungo seduti sul vaso sanitario, ad esempio per leggere;
  • Defecazioni troppo frettolose o rimandate per vari motivi;
  • Predisposizione personale e familiare alla fragilità vasale ed alla tendenza alle varici, anche in altri distretti corporei.

Emorroidi: chi è più a rischio?

La malattia emorroidale è un problema diffuso che colpisce uomini e donne di diverse età. Secondo alcune stime, ne soffrirebbe circa il 5-10% degli adulti, mentre il 50% della popolazione ha sofferto, soffre o soffrirà di tale patologia. Meno frequenti al di sotto dei 30 anni, le emorroidi infiammate diventano piuttosto comuni dopo i 40/50 anni. In generale, le emorroidi sono più frequenti nei Paesi industrializzati, anche a causa dello stile di vita e delle abitudini alimentari.

Sintomi e Complicazioni

Sintomi Emorroidi: come si riconoscono

Le emorroidi si rigonfiano al margine dell'ano e sono spesso visibili anche ad occhio nudo e percepibili al tatto sotto forma di una "pallina" di consistenza turgida. Se sottoposte a qualche forma di tensione, la loro presenza si associa ad un dolore pungente e la sensazione di un corpo estraneo a livello dell'orifizio anale. Le dimensioni delle emorroidi possono essere variabili (piccole o grandi).

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Altri sintomi dell'irritazione emorroidale comprendono:

Nelle fasi più avanzate, invece, le emorroidi esterne possono comportare:

  • Perdite di muco associate ad una fastidiosa sensazione di bagnato;
  • Stimolo ad evacuazioni ripetute.

Col passare del tempo, i cuscinetti emorroidari possono protrudere all'esterno dell'ano fino a prolassare in modo permanente verso l'esterno dello sfintere anale, provocando forte disagio fisico e dolore, aggravati dalla contrattura dello sfintere anale. La lesione delle emorroidi esterne per sfregamento o eccessivo assottigliamento delle strutture che lo compongono, predispone al sanguinamento (proctorragia), anche continuo e relativamente abbondante.

Lo sapevate che…

Il sanguinamento ed il prurito sono i sintomi più comuni delle emorroidi infiammate; queste manifestazioni sono spesso associate ad un senso di peso e d'ingombro a livello anale.

Quanto durano le Emorroidi?

Le emorroidi tendono spesso a recidivare: i pazienti sperimentano l'alternanza tra crisi acute e periodi di relativo sollievo più o meno lunghi.

Possibili Complicanze delle Emorroidi

Indipendentemente dal grado, le emorroidi possono associarsi ad alcune complicanze.

Il principale problema è rappresentato dal sanguinamento in conseguenza della congestione e dell'edema, che comportano una maggior facilità di lesione dei tessuti esposti. Quando prolassano all'esterno dello sfintere anale, le emorroidi possono causare una perdita ematica anche continua e relativamente abbondante, poiché il tessuto prolassato si espone in quantità maggiori. Nei casi di pazienti portatori da lungo tempo di emorroidi sanguinanti, sia come gocciolamento, sia come vere e proprie emorragie, si può assistere all'instaurarsi di gravi anemie ferroprive, dovute cioè ad una deficienza di ferro.

Leggi anche: Emorroidi Sanguinanti - Perché e Quando si Manifestano?

Negli stadi più avanzati, possono insorgere complicazioni come la trombosi emorroidaria. Tale evento patologico può dare origine ad un'infiammazione acuta molto dolorosa, per la presenza di sangue coagulato all'interno delle emorroidi esterne. All'osservazione, quest'ultime risultano gonfie, tese e bluastre.

Un'altra complicanza è lo strozzamento delle emorroidi prolassate, dovuto alla contrazione dello sfintere anale. Anche in questo caso il paziente lamenterà un dolore acuto.

Le emorroidi possono complicarsi, inoltre, con la formazione di ascessi anali o perianali (attorno all'ano) e l'incontinenza fecale.

Da ricordare

I sintomi delle emorroidi possono essere alleviati agendo innanzitutto sui fattori igienico-alimentari e sulle abitudini di vita. Questi provvedimenti generali costituiscono la base di ogni trattamento, farmacologico, chirurgico o fitoterapico. Pertanto, le correzioni della dieta e dello stile di vita devono essere SEMPRE messe in atto, indipendentemente da eventuali trattamenti aggiuntivi.

Rapporto con il Medico

Quando Rivolgersi al Medico e Cosa Riferire

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I sintomi caratteristici delle emorroidi sono fonte di preoccupazione ed imbarazzo per la maggior parte dei pazienti. Spesso i problemi investono da vicino la sfera intima del soggetto causando difficoltà nell'esporre i sintomi al proprio medico.

Per questo motivo vi è una generale tendenza a rivolgersi ad uno specialista solamente in uno stadio piuttosto avanzato, quando i sintomi avvertiti sono particolarmente importanti. Si tratta, ovviamente di un comportamento sbagliato, che non può che peggiorare ulteriormente la situazione. Molti dei sintomi caratteristici della patologia emorroidaria sono per esempio comuni a diverse malattie, alcune anche molto gravi e per questo, diagnosticabili solo attraverso esami specialistici.

Per tutte queste ragioni, quando compaiono i sintomi tipici delle emorroidi bisogna vincere reticenze e tabù rivolgendosi al proprio medico di fiducia. Un intervento precoce aiuterà la guarigione dalla malattia.



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Quali cibi sono da evitare con le emorroidi?
Cibi consigliati in caso di emorroidi: yogurt, barbabietola rossa, cavolo, patate e porri. Gli alimenti da evitare invece sono: cibi piccanti, cibi grassi, alcolici, fritti, cioccolato, , caffè

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici