Introduzione
In questo breve articolo parleremo di come diventare personal trainer (PT).
Non ci soffermeremo sul percorso formativo necessario, per il quale rimandiamo la lettura ad un articolo dedicato (link sotto), ma piuttosto sui requisiti necessari o molto utili alla costruzione della figura professionale di personal trainer.
Requisiti
Requisiti fondamentali o auspicabili per diventare personal trainer
Sul piano legislativo, non c'è nulla di più semplice che diventare un personal trainer. Non esistono albi o vincoli formativi, ragione per la quale chiunque ha il potere di definirsi come tale.
È, anche per noi, molto difficile evitare qualsiasi polemica a riguardo. Reputiamo infatti che ogni figura professionale "direttamente" correlata allo stato di salute dovrebbe seguire un iter di apprendimento e valutazione – sufficientemente scrupoloso – da creare una base conoscitiva degna di nota.
Purtroppo non è così e, nonostante esista un percorso universitario dedicato (Scienze Motorie), tanti professionisti del settore – nella migliore delle ipotesi – si sono formati per diletto o presso enti di certificazione alternativi.
Non entreremo ovviamente nel merito di "quale" certificazione sia migliore rispetto alle altre, ma è impensabile che la formazione di un personal trainer possa essere influenzata da fattori diversi dalla qualità della stessa (ruolo di privilegio, marketing ecc.).
C'è da dire che, alla fine dei conti, molti non laureati si dimostrano comunque parecchio competenti; così come chi ha frequentato corsi di studio "meno formativi rispetto alla media" e non ha l'accortezza di aggiornarsi, si dimostra poco all'altezza del suo ruolo.
Come vedremo, questa lunga introduzione non è casuale. Al primo posto dei requisiti fondamentali troviamo proprio il bagaglio culturale del personal trainer e, a seguire, tutti gli altri:
- Formazione e aggiornamento;
- Professionalità;
- Duttilità e competenza;
- Presenza e carisma;
- Comunicatività e lessico;
- Onorario e retribuzione;
- Marketing.
Formazione e Aggiornamento
Nel paragrafo precedente abbiamo già specificato quanto importante sia la formazione del personal trainer.
Questo perché non è possibile "improvvisarsi" ed occorre uno studio approfondito di ogni argomento inerente all'esercizio fisico.
Tra le "basi" si richiedono fondamenti di: anatomia, fisiologia, antropometria, dietetica, farmacologia, endocrinologia. Giungeranno poi teoria e metodologia dell'allenamento generale, specializzazioni sportive, valutazione funzionale, cenni patologici, applicazioni in età evolutiva e in prevenzione o riabilitazione, chinesiologia ecc.
Passione e dedizione, senza la giusta linea da seguire, non sono sufficienti.
Professionalità
Per professionalità intendiamo semplicemente un atteggiamento professionale.
Questo requisito, in realtà, racchiude un'ampia gamma di atteggiamenti e comportamenti; potrebbe anche essere considerato come l'intero costrutto dei princìpi fondamentali del personal trainer.
In tal caso però, vorremmo porre l'accento su alcuni dei fondamenti etici universali, per qualche ragione trascurati da moltissimi personal trainer – per quanto preparati dal punto di vista tecnico.
Per essere professionale, un PT dovrebbe anche:
- Assumere un atteggiamento formale quanto basta; questo a meno che venga esplicitamente richiesto dall'utente, ma anche in quel caso mantenere il rapporto professionista-cliente con il dovuto distacco;
- Non schernire i propri clienti e non fare differenze nel trattamento; ovvio, ciascun PT vorrebbe lavorare solo con soggetti estremamente dotati e determinati, ma non è così. Starà a lui cercare di "fare il miracolo", trovando la giusta modalità, ma quasi mai un atteggiamento altezzoso, disinteressato o provocatorio sfocia in un buon esito finale. Inoltre, dare la precedenza a chi ha buoni risultati rispetto a chi fatica, è la peggior pubblicità che si possa fare alla propria attività – anche perché, pensiamoci, sono molte di più le persone poco dotate rispetto ai fuori classe;
- Evitare l'intreccio di interessi personali e lavorativi; non parliamo solo della sfera affettiva, ma sentimentale in genere. Può essere un ottimo accorgimento evitare di lavorare con partner, familiari, parenti e perfino amici stretti. Il rischio di fallimento è alto, e costituisce inevitabilmente una pessima pubblicità;
- Regolarizzare fiscalmente il proprio servizio; al di là dell'obbligo legislativo, esercitare in nero è controproducente per la categoria e trasmette un'impressione di precarietà;
- Battezzare una sede di riferimento; per ragioni economiche, molti personal trainer non hanno un vero e proprio ufficio e lavorano da casa. Ciò può essere necessario all'inizio della carriera ma, a meno ché la propria abitazione consenta di instaurare un locale idoneo, avere una struttura di riferimento (anche una palestra) è essenziale;
- Onestà e imparzialità; l'onestà è fondamentale ad un atteggiamento professionale. Fare promesse impossibili da mantenere può garantire un piccolo guadagno immediato, ma determinerà un fallimento certo del protocollo. Anche l'imparzialità, intesa come equità nella valutazione dei progressi, è determinante a stringere un rapporto di fiducia col cliente; non sempre il primo approccio si rivela vincente, ma il problema non dev'essere assolutamente occultato, o si comprometteranno i progressi futuri;
- Stima e considerazione della propria figura; il tariffario dovrebbe essere adeguato alla circostanza e può certamente essere modificato, ma con ragionevolezza. Sì a riduzioni per rapporti nel lungo termine, ma è da evitare assolutamente la contrattazione; sarebbe come ammettere di chiedere "troppo" rispetto al servizio offerto o di avere una certa "urgenza" di lavorare.
Duttilità e Competenza
Il personal trainer dev'essere in grado di creare programmi di allenamento concepiti sulle caratteristiche del cliente (sesso, età, antropometria, stato di salute, obbiettivi e stile di vita generale).
Ogni singolo aspetto dev'essere attentamente studiato per garantire un servizio di qualità. Persino le singole sedute potrebbero dover essere adattate di volta in volta.
La duttilità del personal trainer gli consente di poter lavorare con l'intera popolazione, dalla signora over 64 sedentaria e con patologie allo sportivo professionista.
Tuttavia, anche se le competenze generali glie lo consentissero, diversi professionisti scelgono di specializzarsi in determinati ambiti, aumentando le competenze su ristretti gruppi di popolazione o attività specifiche.
Presenza e Carisma
Il personal trainer non può permettersi di predicare bene e razzolare male.
Cosa significa? Semplicemente che la sua presenza deve tramettere una "sensazione" ben precisa, la quale fa "pendant" con il tono e con il messaggio da comunicare.
Generalmente, la figura del PT dovrebbe riflettere un concetto generale di salute e benessere, per cui è importante avere una certa cura e un fisico sufficientemente "atletico" (in nessun caso con alte percentuali di grasso).
Ovviamente, talvolta "l'abito non fa il monaco". Personal trainer molto bravi possono comunque avere la barba incolta, allenarsi con le scarpe bucate e avere poco adipe localizzato. Purtroppo, questo dipende molto dal target.
Lavorando nel bodybuilding, a prescindere dalla competenza, saranno gli ex atleti o chi mostra i risultati maggiori ad accaparrarsi la maggior parte dei clienti. Stesso discorso per chi lavora nelle zone centrali metropolitane, dove la fascia di reddito è molto alta e con essa il livello medio estetico.
Il preparatore atletico di una squadra di rugby o di un pugile avrà senz'altro un margine di gestione estetica più ampio.
Al di là delle competenze, non bisogna però commettere l'errore di credere che sia sufficiente avere un taglio alla moda e addominali scolpiti per guadagnare autorevolezza. In tal caso, l'intelligenza emotiva e il carisma sono l'aspetto più importante di un buon motivatore.
Sa da un lato è possibile migliorare l'interpretazione dell'atteggiamento altrui, l'empatia è qualcosa molto più difficile da apprendere. L'espressività, la capacità di lasciar trapelare solo ciò che si rende utile al fine, viceversa l'occultamento di stati d'animo negativi che potrebbero danneggiare il progetto, ma soprattutto comprendere "di cosa ha bisogno" chi ci sta davanti, non è affatto semplice.
Infine, non nascondiamo che anche certi tratti somatici, totalmente indipendenti dal proprio volere, bene o male hanno un peso in tal senso.
Comunicatività e Lessico
Senza comunicatività, capacità d'espressione e padronanza del linguaggio, tutto ciò ci cui abbiamo parlato finora è pressoché inutile.
Per padronanza del linguaggio intendiamo una capacità media di parlare la lingua italiana (al giorno d'oggi, anche quella inglese) e di comprenderla – magari, anche di scriverla.
Per un personal trainer è importante utilizzare una terminologia tecnica, che traduce per una buona competenza. Spesso inoltre, capita di dover rispondere a quesiti non strettamente pertinenti al caso in sé; non sarebbe male avere sempre una risposta, anche se non risolutiva, e comunque mai casuale (per non cadere nel rischio di screditarsi).
La capacità d'esprimersi racchiude anche il linguaggio paraverbale e l'uso di esempi, metafore, similitudini.
Quando parliamo di comunicatività generale intendiamo anche la capacità di recepire i feedback dell'altro interlocutore, e di adattare il modo di esporre in base alle sue caratteristiche.
Onorario e Modalità di Retribuzione
L'onorario deve coprire in primo luogo i costi della propria attività, fissi e variabili (assicurazione, affitto, tasse e previdenza, vestiti, telefonate, strumenti di marketing, costi amministrativi e contabili ecc.).
A tutto ciò va aggiunto il margine di profitto, ovvero ciò che si intende guadagnare con la propria attività.
Ovviamente, il prezzo dev'essere in qualche modo competitivo con quello degli altri personal trainer locali; questo però, dipende dal servizio offerto. Un PT che lavora a domicilio anche oltre i 10 km di distanza e solo con la propria attrezzatura, potrebbe avere un onorario maggiore rispetto a un collega che riceve in palestra ed allena a corpo libero.
Va da sé che, maggiori siano le modalità di retribuzione (contanti, bonifico, assegno, bancomat), più completo risulterà il servizio offerto.
Marketing
La miglior pubblicità è il passaparola. Questo vale "di persona" tanto quanto su internet.
Detto questo, nel nuovo millennio è impossibile instaurare una buona strategia di marketing prescindendo dai canali mediatici.
In tal senso, la rete ha abbassato i costi pubblicitari, ma ha il grosso svantaggio di possedere il monopolio dell'informazione.
Il personal trainer lavorerà assiduamente con i social network – se ha un buon giro economico, sarebbe consigliabile che delegasse a terzi questo compito – e richiederà costantemente feedback positivi sui propri profili (sistema apparentemente meritocratico).
Conclusioni
Abbiamo riassunto tutti i princìpi fondamentali alla professione del personal trainer.
Concludiamo però sottolineando che:
- ogni professionista ha un punto di forza, che dovrà sicuramente sfruttare, senza dimenticare di riempire le proprie lacune;
- è impossibile coprire l'intero target, ma soprattutto è improbabile che qualunque cliente si trovi bene. D'accordo che un alto indice di compliance traduce per maggiori entrate economiche, ma non dimentichiamo che quello di lavoro è un "rapporto" tra esseri umani, fatto di emozioni e casualità, ragione per la quale non tutto può essere sempre gestito nel migliore dei modi.